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Non solo Laceno: prodotti tipici anche in centro a Bagnoli

17.02.2011, Ottopagine (Marika Borrelli)

«Non è facile fare impresa nella nostra provincia, ma io insisto. Serve più collaborazione per promuovere al meglio il territorio»

Avevamo lasciato Daiana Bruno un anno fa, alle prese con l’apertura di un Bed&Breakfast (“Alle volte”) in quel di Bagnoli Irpino, nella casa di famiglia ristrutturata. La ritroviamo ancora per parlare dell’apertura di un ristorante (“Un posto carino”, inaugurato lo scorso 29 gennaio) quale naturale seguito all’investimento continuo che questa delicata (di aspetto), ma tenace trentenne dedica al suo futuro ed al suo territorio.

Assieme alla sorella Dalila e ad un giovane chef — con esperienza all’estero — ha allocato 50 posti nel locali terranei della stessa sede del B&B, riadattati per l’occasione. Offre un menu stagionale in un mix calibrato di tradizione rivisitata in chiave moderna e salutista, che è tanto di tendenza. «L’unico albergo di Bagnoli paese è stato chiuso tempo fa e comunque l’offerta di ristorazione della zona è sempre stata localizzata sull’altipiano del Laceno», racconta la giovane imprenditrice. L’apertura di un ristorante (caratterizzato da una braceria) era, dunque, fondamentale per completare l’offerta alloggiativa e per aumentare l’offerta di ristorazione dell’area turistica bagnolese. La nuova scommessa di Daiana punta, però, anche ad una proposta di ritrovo e relax, più che di ristorazione tout court, con un angolo tipo sala da tè. «Certo, sembra atipico in Alta Irpinia, ma ci è sembrato importante non massificarci nell’offerta», precisa. Dal punto di vista organizzativo, Daiana ribadisce che scegliere di fare impresa ed essere donna e giovane è vieppiù complicato in Irpinia, e non solo. La giovane imprenditrice ci racconta che dopo il primo interessamento di Ottopagine alla sua storia ci fu un contatto con Confindustria, peraltro senza ulteriore seguito. Daiana non si è demoralizzata, anche perché è ancora in gioco il suo futuro. Forte della precedente esperienza, seppur alle prese con le stesse lungaggini burocratiche ed autorizzative, questa volta si è spaventata di meno nell’allestire i locali ed iniziare l’attività di ristorazione, con una nuova società, scorporata dal B&B.

Le abbiamo chiesto se l’investimento continuo fosse dovuto ad un riscontro positivo del Bed&Breakfast sul mercato: «Non proprio. Continuo ad investire perché spero comunque e sempre che le cose cambino, per quanto riguarda il turismo in Irpinia. E poi, perché continuo a non intravedere altro che l’iniziativa personale e privata in un territorio altrimenti abbandonato da politiche più complessive di sviluppo».

Ci piace sempre ricordare che l’Irpinia è nelle vette della classifica nazionale dell’imprenditoria femminile, segno di una perdurante tenacia di genere, nonché di fiuto e creatività rosa. Gli auspici di Daiana riguardano innanzitutto la possibilità (anzi la necessità) di fare rete e sistema nella nostra provincia.

«E’ piuttosto difficile relazionarsi su questi temi con gli altri imprenditori, ma confido nel fatto che una rete potrebbe essere lo sviluppo naturale al fine di ottimizzare l’offerta e facilitare la domanda». In Irpinia, ma lo si è detto molte volte (forse troppe) gli attrattori turistici non sono potenti e, tra l’altro, sono anche piuttosto sparpagliati. Un collegamento reticolare ne potrebbe agevolare la promozione, collegando i siti d’interesse (Bagnoli con l’altipiano del Laceno hanno comunque un punto di forza in più) e organizzando le offerte in pacchetti complessivi da veicolare attraverso i canali dei promoter. Abbiamo già alcuni esempi in Irpinia di portali complessivi (www.irpiniaturismo.it e www.trampviaggi.it) relativamente alla raccolta di notizie ed offerte turistiche, entrambi nati da iniziative private, sudate e sofferte, che andrebbero ancor più valorizzati e promossi. Daiana è convinta che «le istituzioni non abbiano assolto ai loro compiti di sostegno e valorizzazione, sia del territorio che delle aziende operanti nell’ambito turistico, settore più promettente di ogni altra utopia industrialistica».

                                                                                                       

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