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“Florete flores”, un autentico frutto della tradizione

22.12.2017, La recensione  di Mons. Tarcisio Luigi  Gambalonga (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2017, Anno XI, n.5)

Breve riflessione di Mons. Tarcisio Luigi Gambalonga a margine della  presentazione del libro di Ermenegildo Pearenti e Giuseppe Dell’Angelo,  “Florete Flores” tradizioni e riti a Bagnoli Irpino.

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Mons-Tarcisio-Luigi-GambalongaIl pregevole testo “Florete flores, tradizioni e riti a Bagnoli Irpino” per il fatto stesso di essere stato scritto da due persone legate da profondi vincoli parentali è la testimonianza concreta di che cosa significhi tramandare le tradizioni di una comunità. Ermenegildo Parenti, infatti, è nipote di Giuseppe Dell’Angelo, e questi, da buon nonno, gli ha saputo trasmettere l’amore per la terra di origine e per il notevole patrimonio umano e culturale che la contraddistingue.

Le tradizioni non sono qualcosa di statico, ma di estremamente dinamico. Il termine stesso lo dice: tradizione deriva dal latino tradere, trasmettere, e, difatti,  la tradizione è la trasmissione nel tempo, da una generazione all’altra, di memorie, notizie, usi, riti e testimonianze. Questo libro è, nel suo piccolo, tutto questo!

Florete-Flores-libro-Parenti-Dell-AngeloI vari capitoli spaziano dalla Sacra Spina di nostro Signore Gesù Cristo, conservata nella Chiesa Madre di Bagnoli Irpino, alla reliquia del braccio di San Domenico, dono dell’illustre concittadino Ambrogio Salvio, valente teologo domenicano nonchè vescovo di Nardò e personaggio di spicco nella Napoli del cinquecento, dalle origini della festa di Santa Nesta alle tradizioni pirotecniche legate alla “vacca di fuoco”, ed altro ancora.

Tutti insieme questi capitoli formano una sorta di collana preziosa, che approfondisce ed arricchisce la vita della comunità bagnolese. Il testo, inoltre, si fa leggere con piacere perché scritto in maniera scorrevole e accessibile. Per questo motivo, ritengo, dovrebbe essere messo in mano agli alunni della scuola primaria e secondaria, per aiutarli a conoscere meglio le loro radici ed appassionarli nella ricerca della storia del territorio in cui vivono.

Sappiamo bene quanto sia importante conoscere la storia: un popolo senza storia è un popolo destinato a finire,  mentre un popolo che conosce la sua storia ha davanti a sé un luminoso futuro!

 

                                                                                                       

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