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Scuola e Sud

24.11.2017, Articolo di Luciano Arciuolo* (tratto da Il Quotidiano del Sud)

scuola-e-sudGiovedì 2 Novembre 2017 un comunicato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca annunciava trionfante il riparto di ben 209 milioni alle regioni per la Scuola dei più piccoli,  nella fascia da 0 a 6 anni. Le somme, previste dalla legge 107/2015 (la Buona Scuola), hanno l’obiettivo, diceva il Ministero, di potenziare i servizi offerti alle famiglie e  abbassare i costi sostenuti dai genitori. Scorrendo, nei giorni successivi, le tabelle relative al riparto dei fondi, però, si va incontro a diverse sorprese.

Infatti, andando ad analizzare nel dettaglio i finanziamenti, si può vedere che la somma media per alunno  varia di molto, a seconda della fascia geografica di riferimento. Un bambino della Valle D’Aosta, ad esempio, riceverà in media 103 euro; uno della Lombardia avrà a disposizione 76 euro. Questa sorta di classifica anomala è chiusa dagli alunni della Campania, ciascuno dei quali disporrà soltanto di 43 euro. Non solo: questa stessa classifica vede ai primi posti solo regioni del Centro Nord e, agli ultimi, Basilicata, Sicilia, Calabria e Campania. In sostanza alle regioni meridionali mancano quasi tredici milioni di euro, che sono andati a rimpinguare i fondi di quelle dell’altra parte d’Italia.

Don Lorenzo Milani diceva, nella sua “Lettera ad una professoressa” che “Far parti uguali tra diseguali è somma ingiustizia”. In questo senso sarebbe stato senz’altro più giusto assegnare di più alle regioni del Sud, storicamente e notoriamente più carenti di strutture. Noi ci saremmo accontentati, comunque, anche di avere uguale trattamento rispetto al Nord. Ma avere di meno è francamente indigesto.

Naturalmente su queste cifre è scoppiata la polemica. Il Ministero ha risposto alle richieste di chiarimento per questa palese ingiustizia (tale anche senza ricorrere a Don Milani) che “Il Fondo è stato ripartito dopo un intenso confronto con le Regioni e con gli Enti Locali”.

Alla fine noi crediamo che l’errore sia dovuto al fatto che i soldi siano stati divisi non in base al numero di iscritti alle scuole dell’Infanzia, ma a quello degli iscritti ai “servizi educativi”, cioè anche agli asili nido, che al Sud sono quasi assenti. Il risultato,così, è che si è dato di meno a chi già ha di meno, capovolgendo l’assioma principale del prete di Barbiana (sulla cui tomba, qualche mese fa, tutti sono andati a portare il loro omaggio).

Siamo alle solite, per la verità. Perché quello che qualche settimana fa è successo per le Scuole dell’Infanzia e per gli asili nido, qualche mese fa era successo per le Università.

Il 15 Dicembre del 2016, infatti, un comunicato del Ministero annunciava il riparto dei fondi “premiali e perequativi” per le Università. Circa 1 miliardo e seicentomila euro. Naturalmente questi soldi non sono distribuiti in base al bisogno degli atenei, ma ai risultati del sistema di valutazione nazionale della ricerca. Con il risultato, come ha scritto qualche attento osservatore della materia, che “chi vince,vince due volte; chi perde, perde entrambe le gare”.

Le Università del Centro-Nord avranno assegnate l’87% delle risorse. A quelle del Sud e delle isole andrà solamente il 13% delle risorse. Questo nonostante il fatto che nelle prime c’è solo il 69% dei docenti, mentre nelle seconde è presente il restante 31% dei professori.

Tenendo conto delle realtà territoriali è facile rendersi conto che, anche qui, si è stati bene attenti a capovolgere la regola aurea di Don Lorenzo Milani.

E al danno si è aggiunta la beffa. Perché, è notizia di un mesetto fa, le fondazioni bancarie, nel 2016, hanno erogato fondi, ai territori in cui le rispettive banche ricadono, e quindi anche alle università, per circa un miliardo di euro. Ebbene: al Centro Nord sono andati 950 milioni; al Sud e alle isole 60 milioni.

Ma se è così, un fondo che il Ministero stesso chiama “perequativo” non dovrebbe avere come obiettivo quello di contribuire a dare a tutti condizioni simili? Se invece così non è, abbiamo almeno il dovere di cambiare nome al fondo e di chiamarlo per quello che è: fondo “sperequativo”, destinato ad approfondire il divario tra il Sud e il Nord di questo nostro disgraziato paese. E se anche è vero che i criteri di riparto sono stati pensati anni fa da ministri del Nord, perché questi benedetti criteri non sono stati cambiati, prima di perpetrare l’ennesimo scempio a danno del Meridione?

Il Sud Italia era la Magna Grecia, culla della nostra civiltà, patria di Archimede e dei Pitagorici. Dobbiamo accontentarci per sempre dei loro fantasmi?

________

(*) Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Kennedy (Comuni di Bagnoli-Castelfranci-Nusco)

                                                                                                       

1 Commento »

  • angelo capone scrive:

    Caro Luciano preside Arciuolo, ormai nisciuno sape com’adda fà pé sparte ‘ssì quatto sordi chi ranno ‘a la Scola; credo che i Ministri e/o viceM.- spesso Radical chic o borghesi tinti di rossiccio – c’entrino e non, visto che hanno tanti impegni extra e, quindi, delegano a tecnici ministeriali che sono sempre gli stessi, sia per governi di dx che di sx. Ormai si fanno solo annunci-Spot. Imitano tutti il grande imbonitore che non attecchì in Francia con Una 5 (La Cinq) francese giustamente considerata volgare: noi , invece, con Drive In etc , ci lasciammo imbonire/incantare in maniera + o – – subliminale e non.
    Quaggiù, con la scusa che mandarono fiumi di soldi ad amici e compari del terremoto, ormai mandano le briciole. Siamo considerati “furbi”/”filosofi” della Magna Grecia che, qui, hanno l’ Acropoli sull’apicale spartiacque appenninico Calore/Ofanto.
    Qualche volta mi dirai dell’Amico Pasquale Sturchio insegnate nella Scuola da Te coordinata.
    Ti saluto.
    Angelo CAPONE

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