Giannoni: «Seggiovie ferme. Laceno in ginocchio»
07.11.2017, Il Mattino
Il gestore degli impianti di risalita contesta la decisione del sindaco che attende il Progetto pilota.
Stagione invernale alle porte ma gli impianti sciistici del Laceno resteranno desolatamente chiusi. Marzio Giannoni, una vita nella gestione della struttura, rimette al centro del dibattito le contraddizioni di una scelta, quella del Comune di Bagnoli, di puntare al finanziamento del Progetto pilota, senza calcolare i tempi – che si annunciano lunghi – di impiego concreto delle risorse.
«Dobbiamo prendere coscienza – afferma – che si è scambiata una opportunità inserita in un contesto ampio, come Quello del Progetto Pilota, con il libro dei sogni dal quale il sindaco Nigro attinge le sue intuizioni. La responsabilità della chiusura degli impianti è tutta nelle mani di chi intempestivamente ha assunto una determinazione fondata su un progetto, la cui realizzazione è molto lontana nel tempo. Anche se il Progetto Pilota contemplasse la costruzione di nuovi impianti di risalita, perché i lavori possano iniziare occorre: a) che il finanziamento sia effettivamente disponibile, e non lo è; b) che il progetto tecnico sia cantierabile, e, a quanto risulta, è ben lontano dall’esserlo; c) che venga indetta ed espletata una gara di diritto europeo, e solo per questo procedimento occorre molto più di un anno. A conti fatti, i lavori non potranno avere inizio prima di due o tre anni da quando il Comune, che non mostra alcuna iniziativa per sollecitare il finanziamento presso gli Uffici della Regione, si deciderà ad attivarsi».
Altra incongruenza rilevata da Giannoni, quella relativa al fermo delle seggiovie: «Improvvisamente, vi è un sussulto dal torpore e il sindaco si accorge, o qualcuno lo illumina, che la parte del Progetto Pilota finanziato non contempla il rifacimento delle seggiovie. Allora, senza alcun fondamento giuridico afferma che senza la disponibilità delle aree non è possibile accedere ai finanziamenti. La tesi sembra diretta esclusivamente ad impedire che gli attuali impianti siano rimessi in grado di funzionare, senza preoccuparsi delle conseguenze negative che tale grave mancanza, che si protrarrà per anni, possa avere per il turismo della zona. Non tiene conto della disponibilità dichiarata e confermata della Società Giannoni di mettere a disposizione le aree necessarie per la realizzazione dei nuovi impianti, al momento in cui i nuovi impianti potranno essere realizzati. Le aree sono, pertanto, disponibili da parte del Comune, per ottenere il finanziamento»
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07.11.2017, Avellinotoday.it
Impianti fermi a Laceno, la Giannoni: “Da opportunità a libro dei sogni”
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Gli impianti di risalita del Laceno restano fermi e lo saranno anche nei prossimi mesi a questo punto facendo saltare la prossima stagione sciistica. Un danno incalcolabile per i gestori e per l’intera provincia irpina. “Dobbiamo prendere coscienza che si è scambiata una opportunità inserita in un contesto ampio, come Quello del Progetto Pilota, con il libro dei sogni dal quale il sindaco Nigro attinge le sue convulse intuizioni” esordisce la società Giannoni in una nota stampa.
“Il 30.03.2017 chiede la disponibilità delle aree perché, a suo interpretativo avviso, il Progetto Pilota gli ha assegnato un finanziamento da attuare immediatamente. Tanto è vero che lo stesso Nigro dichiara pubblicamente: “Bene la disponibilità di Giannoni. Manutenzione da un milione? Inutile con nuovi impianti” (06.04.2017, Il Quotidiano del Sud).
La responsabilità della chiusura degli impianti è tutta nelle mani di chi intempestivamente ha assunto una determinazione fondata su un progetto, la cui realizzazione è molto lontana nel tempo. Dopo le sue dichiarazioni, con quale prospettiva il concessionario avrebbe dovuto continuare negli investimenti per consentire il funzionamento degli impianti per i prossimi anni?!
Anche se il Progetto Pilota contemplasse la costruzione di nuovi impianti di risalita, perché i lavori possano i niziare occorre: a) che il finanziamento sia effettivamente disponibile, e non lo è; b) che il progetto tecnico sia cantierabile, e, a quanto risulta, è ben lontano dall’esserlo; c) che venga indetta ed espletata una gara di diritto europeo, e solo per questo procedimento occorre molto più di un anno. A conti fatti, i lavori non potranno avere inizio prima di due o tre anni da quando il Comune, che non mostra alcuna iniziativa per sollecitare il finanziamento presso gli Uffici della Regione, si deciderà ad attivarsi.
Improvvisamente, vi è un sussulto dal torpore e il sindaco si accorge, o qualcuno lo illumina, che la parte del Progetto Pilota finanziato non contempla il rifacimento delle seggiovie.
Allora, senza alcun fondamento giuridico afferma: “Senza la disponibilità delle aree non è possibile accedere ai finanziamenti”. Siffatta tesi sembra diretta esclusivamente ad impedire che gli attuali impianti siano rimessi in grado di funzionare, senza preoccuparsi delle conseguenze negative che tale grave mancanza, che si protrarrà per anni, possa avere per il turismo della zona.
Non tiene conto della disponibilità dichiarata e confermata della Società Giannoni di mettere a disposizione le aree necessarie per la realizzazione dei nuovi impianti, ovviamente al momento in cui i nuovi impianti potranno essere realizzati. Le aree sono, pertanto, disponibili da parte del Comune, per ottenere il finanziamento. A che serve averle di fatto prima – anni prima – che i lavori possano avere inizio?
Con le sue intempestive iniziative, il Sindaco ha ottenuto che gli impianti attuali non possano funzionare, perché necessitano di costose opere di manutenzione straordinaria, che non possono farsi senza la garanzia del loro esercizio per il tempo necessario all’ammortamento del capitale investito; e contemporaneamente non è stato in grado di portare a termine né il finanziamento, né il progetto, né ovviamente la gara per l’affidamento dei lavori per i nuovi impianti.
Ci chiediamo solo quando ha mentito, il 30.03.2017 quando ha di fatto inteso – e costretto a – chiudere gli impianti sulla scorta di finanziamenti al tempo certamente inesistenti oppure adesso, che non sapendo più cosa fare procede nel senso esattamente contrario?
Ora che siamo ad un passo dalla fine della consiliatura, spende danaro pubblico per ottenere ciò che già ha: la disponibilità delle aree al momento in cui servirà averla!
Non ritenendo evidentemente idonei gli attori fino ad oggi intervenuti, anche se stimabilissimi professionisti, ne viene individuato un quarto (dopo gli avvocati Donato Pennetta, Rosa Tartaglia e Luigi Chieffo), per favorire l’obiettivo di entrare nel possesso delle aree anche prima dell’oramai prossima sentenza del Consiglio di Stato, che si pronuncerà sulla durata della concessione. E se il risultato non dovesse essere quello da lui immaginato?
E anche se fosse quello che egli immagina, si è reso conto che le aree e le opere costruite non le potrà avere, per le clausole della convenzione, senza oneri?
Se di questa situazione non vuole prendere coscienza, evidentemente non tiene conto degli enormi danni che ha causato e continuerà a generare con la chiusura degli impianti per un tempo lungo e indefinito.
Questa società ha creato le condizioni perché Laceno diventasse quella che è oggi. Se qualcuno può parlare di milioni di euro di investimenti è grazie a chi da oltre 40 anni si adopera sul territorio per garantire il Funzionamento di una stazione sciistica senza mai aver avuto alcun tipo di sostegno economico, e non solo, dal Comune, quindi senza mai pesare sulle tasche dei cittadini bagnolesi.
Crediamo che parte della popolazione se ne sia resa conto e che abbia compreso la situazione in cui si versa, così come molti turisti e sportivi appassionati della montagna hanno inteso apportare un segnale di civile e propositiva partecipazione, cercando di sensibilizzare gli animi degli amanti del Laceno. Noi siamo con loro”.
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07.11.2017, Irpiniaoggi.it
Addio Laceno: impianti chiusi e turismo invernale fuori dall’Irpinia
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Una provincia ricca di bellezze naturali, che potrebbe fare del Turismo una delle sue principali fonti di attrazione e di risorsa economica. In Irpinia scompare l’unica vera attrattiva: il turismo invernale.
Le seggiovie e gli impianti del Laceno quest’anno non apriranno. Gli appassionati di sport invernali dovranno andare altrove, a Campitello Matese o a Roccaraso per non allontanarsi troppo e raggiungere le località invernali in poche ore.
Un danno incalcocabile peril turismo irpino e per l’indotto ovvero per gli esercizi commerciali di Bagnoli Irpino, dell’Altopiano del Laceno ma soprattutto l’ennesima dimostrazione del modo scellerato di gestire i fondi e le idee, le risorse e l’economia, infischiandosene delle perdite di posti di lavoro, del crollo del valore degli immobili e di tutto quanto collegato all’incapacità sfruttare qualcosa che la natura ha offerto gratuitamente.
Gli impianti del Laceno, nell’ultimo decennio, avevano consentito di incrementare notevolmente il turismo, con migliaia di persone che raggiungevano la località irpina per trascorrere una vacanza o per un solo giorno di sci.
Duro il commento di Marzio Giannoni la cui famiglia ha speso una vita nella realizzazione e poi gestione del Laceno che per il comune di Bagnoli Irpino avrebbe potuto essereuna importante risorsa economica e turistica. ” La responsabilità della chiusura degli impianti è tutta nelle mani di chi intempestivamente ha assunto una determinazione fondata su un progetto, la cui realizzazione è molto lontana nel tempo”.
Ci sarebbe da discutere per mesi, per anni ma sarebbe inutile perchè in questi casi tutti sanno fare valere le proprie ragioni senza accorgersi di avere tutti torto.
Inutile stare dietro ad accuse e polemiche, a commenti e documenti nel valzer dell’odioso scaricabarile. La realtà è amara: il turismo invernale a Laceno è finito.
Meglio dedicarsi alle sagre delle castagne e dei tartufi, almeno fino a quando non arriveranno i Nas.