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A Bagnoli sulle tracce di Leonardo Di Capua “il D.”

29.10.2017, La memoria (Orticalab.it – di Chiara Iacobacci)

In occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita dello scienziato filosofo, il 10 agosto scorso, il Circolo Culturale “Leonardo Di Capua” di Bagnoli Irpino ha dedicato una targa all’illustre concittadino. In pieno centro storico, in prossimità della sua casa natia, il paese ricorda un uomo dallo sguardo attento sul presente, intelligente, visionario, esempio per le generazioni future. Il monito a lui più caro: «Occorre far mostra in ogni luogo d’essere libero»

Leonardo-Di-Capua-Bagnoli-IrpinoPasseggiando nel centro storico di Bagnoli Irpino, dalla Piazza Di Capua alla Fontana del Gavitone, da Via Garibaldi a Vico Carpine, nei vicoli che fino a domenica saranno animati dalla 40esima Sagra della castagna e del tartufo nero, si cela la storia dei personaggi illustri nati in questa terra: da Domenico D’Aulisio a Giulio Acciano, da Andrea D’Asti a Domenico Di Venuta fino a Leonardo Di Capua.

In prossimità della Torre dell’Orologio, ex sede comunale e un tempo prigione, si incontra la casa dove, il 10 agosto 1617, nacque Leonardo Di Capua medico, scienziato, filosofo uomo di lettere sempre schierato contro ogni forma di dogmatismo che si batté per il primato del libero pensiero. Personaggio singolare e molto discusso, Di Capua è tra più illustri pensatori che l’intera provincia di Avellino abbia espresso.

Ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita, nei luoghi storici di Bagnoli, una ricerca che stimola alla riflessione sull’importanza della conoscenza del passato e dei simboli che aiutano a preservare la memoria.

«Dai miei studi su Di Capua ho appreso molto circa il suo periodo irpino – racconta Michelino Nigro, appassionato e cultore di storia locale già Presidente della Pro Loco di Bagnoli- Fin da piccolo meravigliava chi lo ascoltava, conosceva il latino, la letteratura, la teologia. Si allontanò da Bagnoli per andare a studiare a Napoli, ci rimase sette anni, si laureò in teologia, diritto canonico, medicina. Tornò a Bagnoli a 22 anni, nel 1639, ed esercitò la professione medica ma fu sempre parte attiva del dibattito politico che in quel periodo animava il paese.

Nel 1647, durante la storica rivolta di Masaniello, evento breve ma cruciale i cui strascichi si avvertirono negli anni a venire, si schierò con la fronda antagonista al feudatario e tenne pesanti arringhe contro Eleonora Strozzi, allora feudataria di Bagnoli. Per il suo impegno politico fu accusato dell’omicidio di due persone così nel 1648 si rifugiò a Benevento.

Un anno dopo – spiega Nigro – caduta l’accusa, Di Capua tornò a Bagnoli, ma in definitiva non era più il suo ambiente. Il periodo più stimolante della sua vita furono sicuramente gli anni napoletani, presso il suo amico carissimo Tommaso Cornelio.

Il D. fu uno dei fondatori dell’”Accademia degli Investiganti”, sostenne sempre le teorie più moderne, non accettò mai il principio di autorità né l’ipso facto. Si oppose sempre al dogmatismo che allora vigeva nell’ambito delle lettere. Capua inseguiva la purezza della lingua, un concetto ancora oggi modernissimo. In un’epoca in cui vigeva il marinismo, si fece portavoce di una cultura che svecchiò e sprovincializzò, in rottura con ogni forma di tradizione. Per questo motivo fu acerrimo nemico dei conservatori ma non incorse mai nell’inquisizione, fu sempre rispettoso dell’autorità ecclesiastica e dell’altrui pensiero.

Il suo testo più celebre -continua Nigro – è “Il Parere”, volume in cui teorizza un nuovo modo di intendere la medicina. Il libro fu iscritto nell’indice dei libri proibiti ma fu apprezzato dagli altri intellettuali, su tutti da Giambattista Vico che si interessò alla sua opera e scrisse molto su di lui.

La figura dell’illustre scienziato torna alla mente nella settimana della Sagra della castagna, evento che ogni anno fa rivivere il paese e per il quale si registra negli ultimi anni un enorme afflusso di giovani, anche dalle province circostanti, giovani, che ci raggiungono per le specialità culinarie ma che troppo spesso ignorano la storia e i riferimenti culturali dei luoghi che abitano e che attraversano.

Di qui la decisione, il 10 agosto scorso, in occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita dello scienziato, di apporre una targa alla memoria in prossimità della sua casa natia: fissare la storia nei luoghi con un simbolo assume un forte significato culturale ed indentitario.

L’iniziativa è stata promossa dal circolo a lui dedicato il “Leonardo di Capua” una realtà aggregativa nata nel 1983 dall’idea di un gruppo di appassionati di storia locale.

Già la piazza principale del paese è intitolata a Di Capua, – racconta Nigro – e nella medesima piazza si erge un busto a lui dedicato ad opera dello scultore Diomede Patroni, un omaggio dovuto ad una figura cui anche altre città, prima fra tutte Napoli, hanno intestato vie e piazze.

Nel 1695, all’età di 78 anni, morì e fu sepolto nella Chiesa di San Pietro a Majella a Napoli, quando la sua tomba fu distrutta, nel 1995, il Circolo di Bagnoli nel terzo centenario della morte, partecipò alla realizzazione di una nuova lapide.

Molti paesani ignoravano l’esistenza di Leonardo Di Capua, apporre la targa è stato importante per ricordare e per far conoscere. Sono convinto che il futuro sia scritto nel passato e che conoscere la storia dei propri luoghi sia l’unico modo per non sentirsi straniero in patria. Sapere da dove sono partiti i propri nonni, risalire alle origini: è questo che i giovani dovrebbero recuperare, la sete di conoscenza delle proprie radici.

Leonardo Di Capua – dice Nigro – fu un personaggio testimone di un’epoca di grande fermento culturale per la nostra terra. La seconda metà del 6oo, quando a Bagnoli diverse culture si sono mescolate insieme: gli autoctoni con la massiccia comunità ebraica, che arricchì il paese di artisti, pittori, scultori.

Oggi non esistono più i circoli di letterari di allora e l’ambiente non è più fertile. Seguiamo mode straniere e dimentichiamo le nostre radici: non dobbiamo smettere di cercare, andare a scandagliare nel passato, approfondire.

Fino a domenica 29, il paese sarà in festa, ma oltre ai cibi, alle prelibatezze culinarie nostrane, che pure arrivano da lontano, (si narra che Carlo III di Spagna, dopo aver conquistato il Regno di Napoli nel 1734, fu accolto ad Avellino con un cesto di tartufi delle montagne di Bagnoli), oltre ai prodotti tipici -continua Nigro – c’è tanto altro da scoprire, nozioni da raccontare e tramandare.

Quella di agosto – conclude – non è stata una semplice celebrazione della nascita, ma l’occasione per ricordare il genio di un personaggio come il D. perché la sua figura possa ispirare i giovani nelle sfide culturali della contemporaneità.

Grazie a Leonardo Di Capua e a tutti coloro i quali hanno dato lustro a questa terra. Mi sono fatto portavoce di tutti i miei concittadini e ho scelto di imprimere sulla targa una frase a me cara: “…sommo per l’ingegno e fulgido esempio per tutte le generazioni future”».

… IN RICORDO DI L. DI CAPUA (10.08.2017)

Lapide-Leonardo-Di-Capua-10.08.2017

                                                                                                       

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