Castagne 2017: aumenta la produzione (+25%) … e il prezzo
10.10.2017, Dal sito www.ilsalvagente.it
Torna il sereno nella raccolta di castagne italiane (ma i prezzi continuano a crescere).
La svolta che ha portato al +25% della produzione nazionale sembra essere dovuta ai buoni risultati della lotta biologica al cinipide galligeno, il parassita che ha fatto strage di castagne: l’antagonista, il torymus sinensi lo ha praticamente sconfitto.
Ovviamente questi dati non scongiurano la possibilità di trovarsi nel piatto castagne di scarsa qualità, magari provenienti dall’estero.
E soprattutto marroni pagati a peso d’oro che si rivelano di qualità insoddisfacenti.
Al contrario di quanto molti sono portati a pensare la differenza non sta solo nelle dimensioni. Anzi a volte ci sono castagne selvatiche più grandi dei marroni. La distinzione nasce, invece, dal fatto che si tratta di due varietà differenti, riconoscibili per la forma e il colore.
I marroni sono di un bruno chiaro con strisce più scure, hanno forma ovale allungata e la pellicola interna che entra poco o niente nelle pieghe del frutto e si separa facilmente, al contrario di quanto accade con la castagna. E ogni riccio racchiude uno o due frutti al massimo.
Per riconoscerle può essere sufficiente osservare le striature di colore scuro che corrispondono a rilievi della buccia avvertibili al tatto.
Hanno una polpa più fine delle castagne e una percentuale di zuccheri mediamente superiore del 15-20%. E proprio questa è una delle ragioni del loro gusto peculiare che ha spiccate caratteristiche di dolcezza, superiore a quella delle castagne.
Sarebbe davvero lungo elencare tutte le castagne e i marroni italiani riconosciuti Igp o Dop. Ci limitiamo alla prima (e unica nel panorama ortofrutticolo) Dop riconosciuta e poi diventata Igp: la castagna di Montella. Coltivata nell’Appennino avellinese è rotonda, non molto grande e la polpa è bianca, croccante e di gradevole sapore dolce.
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10.10.2017, Il Quotidiano del Sud
Castanicoltura Campana: produzione aumenta del cinquanta per cento
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Dopo una produzione 2016 pari allo zero, risale la produzione castanicola campana. Ad annunciarlo è la Coldiretti. Sono finalmente positivi i risultati della lotta biologica intrapresa contro il cinipide, l’insetto cinese che ha letteralmente devastato i castagneti nell’ultimo decennio.
“Ad oggi la produzione di castagne è in netta ripresa – conferma il direttore di Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda – dopo uno scorso anno con produzione ai minimi storici, quest’anno la vegetazione si presenta con chiome sempre verdi e le piante hanno superato positivamente le anomalie climatiche legate per una buona parte alla siccità, che ha influenzato azzerando la produzione solo nelle zone esposte ad est o nelle parti alte delle montagne.
Nel 70/80 per cento delle aree produttive campane, le chiome si presentano in buon stato, con la presenza di ricci, frutti sani eccezion fatta per una piccola percentuale di bacato e di muffe evidenti, e pezzature medio/grandi”.
Si tratta di una boccata di ossigeno per il comparto che rappresenta circa il 10% della produzione nazionale con una superficie complessiva investita a castagni che supera i 25mila ettari. La maggiore produzione è concentrata nelle province di Salerno e Avellino.
“I primi dati ufficiali a nostra disposizione – spiega Loffreda – sono sulla primitiva di Roccamonfina, nell’alto casertano, dove la raccolta è iniziata già da un paio di settimane con un 40% della produzione in più rispetto all’anno passato. Complessivamente la produzione campana supererà il +50% rispetto al 2016. Siamo comunque a un punto di svolta, andiamo verso una situazione di lenta normalità”.