05.09.2017, Email di Angelo Capone
Direttamente dal passato è emerso questo articolo di Gianni Cianciulli (Il Mattino – 1987) che sembra scritto oggi …
Ho letto, come in trans, guardando il viso sbigottito di Gianni CIANCIULLI che, all’epoca, spesso tirava pietre al sistema riluttante a recepire tematiche ambientali-naturalistiche nella coscienza che fossero molto connesse all’Economia del Territorio e al progresso culturale consapevole dell’uso e della Gestione dello stesso con infrastrutture, progetti e agìti finalizzati alla salvaguardia, al miglioramento secondo valenze vocative per il bene comune e per le generazioni future, anche con l’uso di risorse connesse al terremoto e all’idea che non si dovessero rifare solo le case, bensì, come fu fatto positivamente nel FRIULI, prima le fabbriche e le infrastrutture utili al territorio antropizzato e non. Qui, comunque lontano da questa Alta Valle del CALORE Irpino, nelle colline pedemontane, si fecero fabbriche spesso avulse dal territorio e ancora più spesso strutture procacciatrici di contributi con fallimenti finalizzati, spesso di “nordisti” furbastri, come quelli che nel tempo hanno usato come discarica a basso costo la TERRA diventata, poi, dei FUOCHI.
Vocazione, infrastrutture mirate/finalizzate e salvaguardia coniugata al giusto uso produttivo del territorio erano parole non di moda… senza considerare, quindi, il nostro massiccio del Terminio-Tuoro e Cervialto un MUSEO.
Grazie a Gianni Cianciulli per quel periodo di disponibilità a dare voce alle nostre pietre imbevute di acqua, ai piroclasti più o meno rimaneggiati dei nostri castagneti e alle terre irrigue e fertili della “Unica” piana di Folloni violata. Ventimila anni di pedogenizzazione per fare un metro di TERRENO VEGETALE NERASTRO, Agrario con HUMUS , in pochi anni addio. Per i futuri contadini è restata la terra CRETOSA e tosta a “SANTO VITO !!?…
A Montella si dice, tramandato dagli avi: “A Santo Uito la TERRA è TOSTA e lo RAMPINO ti rompe R’ OSSA“. Vovazione e zonazione empirica …senza bisogno di multidisciplinarità. Un altro detto montellese è sinonimo di “Microzonazione Sismica / Risposta sismica locale” che la dice lunga: “Quanno SUORIO l’è sintuta FONDANA è carùta” /Calcari a Suorio, Terreni sciolti e falda acquifera a breve profondità a Fondana. Con questo non voglio affermare, però, che studi mirati, oggettivi e non preorientati secondo interessi vari, non siano di fondamentale importanza.
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LA SOLUZIONE
Dopo trenta/quarant’anni stesse terapie dalla stessa persona: Piccoli Invasi di ritenuta e a perdere, pozzi rovesci mirati, invaso dell’ACERA/Macèra, Rimpinguamento/ti mirati alle falde sospese e di base, Regimazione aste e versanti nel Bacino imbrifero…, il tutto per trattenere più acqua possibile in fase di piene e di morbide, quando l’acqua andrebbe per lo più a mare oltre il necessario e che può fare danni al piano come a Montella e per lo più a Benevento etc.
Ribadisco: invaso dell’Acera intercomunale Montella/Bagnoli. Non è oltremodo difficile rimpinguare MULINIELLO, Fontanarosa e Acqualeggia, almeno in prima battuta. Anche Tornola o TRONOLA può essere rimpinguata. Recuperare “Pozzo…”/sorgente/i di Sazzano. Stesso discorso per Fontanielli e… A suo tempo potrò fare un discorso più mirato in ragione di studi pregressi significativi… Per ora (terapia n.1) vedi foto e video YouTube : ((
https://www.youtube.com/watch?v=VQHli985cBw ))
L’INVASO dell’Acera/Macèra
IL MATTINO 1987
(Articolo di Gianni Cianciulli)