In morte di Leonardo di Capua (di Basilio Giannelli)
10.08.2017, A cura di Aniello Russo
Oggi alle ore 10,00 verrà scoperta una lapide commemorativa a Bagnoli in Via Carpine presso la casa dove ebbe i natali e visse. L’iniziativa è stat presa dal Circolo culturale di Bagnoli che porta il suo nome.
Il 10 agosto è il giorno della sua nascita … Quattrocentesimo anniversario di Leonardo Di Capua (1617-2017).
Dal libro “Rime scelte di illustri poeti napoletani” (Firenze 1723) riporto alcune strofe della lunga poesia composta da un poeta, che fu uno dei suoi numerosi discepoli. Il testo è scritto nella lingua fiorentina del Trecento, in ossequio al suo maestro, che fu il primo a sostenere il ritorno all’uso dell’idioma di Petrarca e di Boccaccio. Per agevolare la comprensione a chi non ha familiarità con il linguaggio arcaico, ne propongo la lettura nella versione moderna.
Una lirica scritta in occasione della morte di L. Di Capua.
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Quando spirasti, un velo nero avvolse
il monte di Parnaso più che notte:
piangono le Muse un triste canto.
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Moristi, o Di Capua, in tarda età,
ma la morte di un grande uomo è sempre
inopportuna, intempestiva e dura.
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Eri lo scudo, dietro cui riparo
noi trovavamo; e pure in vecchiaia
più ancora da maestro ci hai giovato.
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Al tuo stesso danno anteponevi
il bene altrui.
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Vagasti per i campi di natura,
aprendoci una strada più sicura
non ai sensi, bensì alla ragione.
*
Pieno di gloria alta e infinita
nelle opere, o Leonardo, vivi
più che nei marmi.
*
Resta con me, o canzone,
qui dove al mio piangere fa eco
*
il Calore, che ha torbide le acque,
giacché è morto Colui che qui nacque,
in questa terra, in cui il fiume sorge.
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(Ed ecco gli ultimi quattro versi nella versione originale):
Canzon rimanti meco,
qui dove al piagner mio mesto rimbomba
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il bel Calor, che ancor turbate ha l’acque,
morto Colui che, dov’ei surge, nacque.