Turismo e porcate, “Irpinia Figlia Contemporanea” di una Regione bipolare
22.07.2017, Orticalab.it (di Franco Genzale)
Deve esserci qualcosa di sbagliato nel Dna della razza campana. Soltanto così si spiega la distanza siderale tra gli opposti delle stesse categorie. Qui siamo o troppo poveri o troppo ricchi, o troppo onesti o troppo delinquenti, o troppo lavoratori o troppo sfaticati, o troppo geniali o troppo scemi.
La cosa singolare è che questa guerra dei nostri cromosomi la troviamo riprodotta pari pari nella vita politica e amministrativa. Ci capita, così, di avere politici o troppo intelligenti o troppo idioti, e amministratori o troppo capaci o del tutto inutili. Circa le ultime due categorie citate, va aggiunto, almeno rispetto alle cose che si fanno e si vedono, che l’elenco dei troppo intelligenti e dei troppo capaci si esaurisce in poche paginette; di idioti e incapaci si potrebbe riempire un’enciclopedia.
Inevitabile che questo contrasto cromosomico produca effetti sugli atti concreti della politica istituzionale e amministrativa, come dimostra un esempio macroscopico, fresco di giornata, che potrebbe essere assunto a paradigma del nostro Dna – diciamo così – patologicamente un tantino bipolare.
I giornali regionali di ieri l’altro hanno riportato con grande evidenza la notizia della “firma” – finalmente – per la Nuova Bagnoli. Ma sulle prime pagine hanno avuto il giusto risalto anche i commenti – opportunamente sarcastici – all’altra notizia: lo spreco di fondi pubblici per sagre e iniziative di varia umanità presentate come eventi taumaturgici in grado di portare turisti sul territorio regionale.
Ecco la Risonanza Magnetica (con forte contrasto) che rivela la nostra Campania “bipolare” nel senso accennato sopra. Da una parte la politica intelligente e capace che mette in cantiere il grandioso progetto per la bonifica di Bagnoli, uno sguardo all’orizzonte ampio di come si può risanare l’ambiente e incentivare fortemente l’attrazione turistica di luoghi benedetti da Dio e distrutti dalla maledetta insipienza degli uomini. Dall’altra parte, la politica acefala, irresponsabile, clientelare che brucia (quasi interamente) quindici milioni di euro (cinque in più rispetto all’anno scorso, eppure l’indice di erosione inflattiva è rimasto invariato) per finanziare le sagre dei fagioli e perfino la “festa dei cornuti”, non si comprende con quale ragionevole strategia sottesa all’obiettivo di incrementare il turismo. A meno che qualcuno in Regione non abbia pensato che l’esposizione delle corna possa produrre uno straordinario effetto attrattivo sui “compari” di mogli e fidanzate infedeli.
Per carità, nell’elenco di “eventi” finanziati dall’assessorato regionale al Turismo non mancano progetti di sicura dignità artistico-culturale che una qualche ricaduta concreta pure l’avranno sul territorio della Campania. Un esempio per tutti: lo SponzFest di Vinicio Capossela. Ma, per restare in Irpinia, l’assessore regionale Corrado Matera, manco a dirlo rigorosamente Udc battezzato De Mita e cresimato Cobellis, potrebbe avere la bontà di spiegare il caso di “Irpinia Madre Contemporanea”?
Lo prendiamo a riferimento emblematico dello scandaloso andazzo di questi sprechi per due motivi.
Il primo: Quest’anno “Irpinia Madre Contemporanea” viene finanziato con 75mila euro: la metà rispetto all’edizione 2016 e un terzo relativamente a quella del 2015. Insomma, a fronte di un consistente aumento del budget complessivo assegnato agli eventi di promozione turistica (da 10 a 15 milioni di euro), il costo del progetto irpino invece di aumentare si dimezza e addirittura si riduce ad un terzo da un anno all’altro. La domanda nasce spontanea: non torna strano che un evento giudicato di tale importanza strategica per il turismo in Irpinia da far impegnare nel 2015 ben 230mila euro a distanza di due anni si “ammosci” al punto da ridurre di due terzi il suo costo? Era un progetto “gonfiato” prima o messo in saldo dopo? Segue domanda correlata: quanto ha inciso sui “ridimensionamenti progettuali” dei coordinatori di “Irpinia Madre Contemporanea” la battaglia di trasparenza condotta da noi di Orticalab?
Il secondo motivo. Per circa tredici – mesi – tredici, abbiamo chiesto ai sindaci di Gesualdo e di Teora, ossia dei due comuni promotori dell’evento rispettivamente nel 2015 e nel 2016, di rendere pubblici i conti delle manifestazione, euro per euro, persona per persona tutti i soggetti che sono stati coinvolti nei progetti con l’indicazione dei relativi compensi ricevuti ed opportunamente documentati. Niente da fare: i due sindaci sono rimasti sordi ad ogni appello, ad ogni preghiera, perfino a qualche provocatoria, voluta, dichiarata insinuazione. E sorda e distratta è rimasta anche la Guardia di Finanza, pure sempre attenta a controllare lo scontrino del gelato al cioccolato che mamma e papà hanno comprato al bimbo.
Terza domanda: possibile sapere – e documentare – quanti “turisti”, non gente locale, “Irpinia Madre Contemporanea” è riuscita ad attrarre nei comuni sedi degli eventi?
Il problema, il dramma, la tragedia politica, istituzionale e amministrativa è che “Irpinia Madre Contemporanea” non è un caso isolato. Anche se, forse, si sarebbe meglio reso il senso turistico-familiare del progetto se l’avessero intitolato “Irpinia Figlia Contemporanea”.
Eccola qui la Campania “bipolare”: da un lato un Governatore certamente pieno zeppo di volontà e capacità che pensa in grande e vara grandi progetti per stimolare lo sviluppo del territorio regionale; dall’altro un suo delegato, l’assessore al Turismo, che pensa in piccolo e brucia risorse pubbliche per accontentare i notabili della politica locale, ovvero per fare clientelismo, invece d’inventarsi e sponsorizzare roba di qualità davvero capace di alimentare i flussi turistici.
Quindici milioni di euro suonano come spiccioli alle orecchie non ancora abituate al valore della moneta europea. Si tratta, in realtà, di ben 30 miliardi di vecchie lire: una somma che l’assessore al Turismo non può consentirsi di sprecare per cose diverse dalle finalità che giustificano quella particolare voce di bilancio.
Questa è la Regione della vecchia politica che per anni ci ha fatto turare il naso, non quella promessa da De Luca. Perciò, egregio Governatore, con la serietà ed il rigore che La distinguono, richiami all’ordine il Suo assessore al Turismo. Prima che lo faccia, molto opportunamente, la Corte dei Conti.