Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » A me (non) piace - L'opinione ..., Articoli

Cosa resta del Laceno …

05.07.2017, Articolo di Domenico Nigro ’82 (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2017, Anno XI, n.3)

veduta-lago-lacenoCosa resta del Laceno? La domanda, che può apparire retorica e banale, è invece di grande attualità alla luce della querelle seggiovie e soprattutto dell’impatto che questa sta avendo, e continuerà ad avere, sul turismo bagnolese.

Cosa resta del Laceno se lo chiedono le tante persone, non bagnolesi, che conoscono e riconoscono l’importanza della nostra località, la sua bellezza e la sua attrattiva, che guardano con attenzione e stupore alle vicende attuali chiedendosi (non a torto) come si possa sprecare e distruggere la capacità attrattiva ed economica del Laceno. Comunque andrà a finire la questione seggiovie, è innegabile e, difficilmente calcolabile, il danno di immagine subito da tutta l’area del Laceno, dal turismo e dalle attività ad esso collegate.

Cosa resta del Laceno se lo chiedono anche i bagnolesi (o per lo meno dovrebbero farlo) visto e considerato che sta per finire un altro quinquennio amministrativo dove non si vedono migliorie, mentre ci avviamo ad un’altra campagna elettorale dove sentiremo le solite frasi sullo sviluppo del turismo, frasi dette e ridette a cui raramente sono poi seguiti fatti reali.

Oggi Laceno resta una grande incompiuta, una ricchezza abbandonata e mai concretamente sfruttata, un luogo bello, invidiato da tutti, ma forse mai realmente amato dai bagnolesi. In un periodo di profonda crisi economica, dove l’emigrazione giovanile è continua ed inesorabile, dove le prospettive di crescita sono sempre più un miraggio, appare evidente a tutti come Laceno poteva e, può ancora, essere l’unica fonte di crescita per Bagnoli e per l’intera provincia. L’idea di un’azione comune per il rilancio e la tutela del Laceno dovrebbe essere il chiodo fisso della politica, delle associazioni culturali e di tutta la cittadinanza, invece non è considerata di particolare importanza; se ne discute solo nelle chiacchiere di piazza, sotto le “licine”, dove tutti parlano e tutti sanno, senza però dar seguito alle tante chiacchiere dette che restano, inesorabilmente, parole vuote. Basti pensare che, ad oggi, sul tema delle seggiovie non si sono svolti dibattiti pubblici, né assemblee, né conferenze; per molti quello delle seggiovie è un mistero senza eguali, dove spesso di mischia il diritto alla leggenda, dove purtroppo mancano atti ufficiali, elementi formali che possano aiutare a dirimere una matassa il cui bandolo è ben lontano dall’essere trovato.

Per il momento del Laceno resta il solito senso di anarchia, dove ognuno fa un pò come gli pare, dove non esistono regole se non quella per cui ogni bagnolese ha il diritto di “usare” il territorio come crede, senza rispettare leggi e regolamenti tanto, se poi qualcuno si indigna, si potrà sempre trovare qualche turista da incolpare. E resta anche il senso di guerra tra poveri, con una diatriba tra i vari operatori di cui sfugge il senso, perchè anziché remare dalla stessa parte ognuno va per conto suo. Lo spirito di solidarietà e il senso di appartenenza dovrebbero essere un collante per far muovere tutti nella stessa direzione. Laceno è talmente grande che può dare la possibilità di svolgere qualsiasi  attività senza contrasti anzi, creando una collaborazione fattiva e redditizia tra tutti i settori economici, aumenterebbe il guadagno per ciascun operatore impegnato.

Per molti resta l’idea che Laceno sia una semplice appendice di Bagnoli e che, tutto sommato, chi sta sul Laceno sia un cittadino di serie b; i vari imprenditori che vi operano devono imparare ad arrangiarsi da soli, investendo i loro soldi per poter crescere, chi possiede case, villini o residence non può pensare di avere i diritti di un normale cittadino (resta per molti sempre un ospite). Fino a quando non capiremo che Laceno è il volano della nostra economia e che lì vanno concentrati gli sforzi economici e l’impegno quotidiano per la progettazione di opere e di attività pubbliche e private non riusciremo a lanciare il turismo. Che senso ha spendere soldi per strade già funzionali se andando di questo passo resteranno in pochi a poter “ammirare” le migliorie che (forse) verranno apportate?

Ed infine, resta l’idea che Laceno esista una volta ogni cinque anni quando cioè i candidati di turno salgono sul baldacchino a parlare di turismo e sviluppo, di progresso e di lotta alla disoccupazione giovanile nella speranza che chi ascolta possa lasciarsi impressionare dai paroloni usati e credere che arriverà la volta buona perché qualcosa cambi. È assurdo pensare che lo sviluppo del territorio sia affidato ad una promessa fatta da un politico; legare il futuro al concetto che qualcosa che spetta di diritto venga in realtà elargito per “grazia ricevuta” dal signorotto locale è un’immagine medievale che cozza con l’idea stessa di sviluppo. Laceno non ha bisogno di aiuti politici, di contentini o di mance. Laceno ha bisogno di un’idea di sviluppo organico, in cui tutte le attività trovino eguale tutela, in cui tutti abbiano gli stessi diritti e doveri, dove non esistono buoni o cattivi ma dove tutti vedano riconosciuta  e tutelata la loro posizione all’interno dell’economia locale. E se è vero che tocca al privato investire, è anche vero che tocca al pubblico creare le giuste condizioni per facilitare gli investimenti. Fino a quando Laceno sarà considerato un animale da spolpare, una zona franca dove poter fare qualunque cosa, sarà destinato a morire. Un progetto pilota serio, che miri ad una crescita reale dell’Irpinia, non può non prendere coscienza dell’importanza del Laceno non solo per Bagnoli, ma per tutta la provincia. La convinzione che basta qualche milione (da cui poi si dovranno sempre togliere costi di progettazione ecc) per rilanciare il Laceno è la dimostrazione che chi amministra il nostro territorio, a qualunque livello, non ha ben chiaro le potenzialità di sviluppo del nostro altopiano, ma pensa che dando un contributo tutto possa cambiare. Bastano pochi soldi per sistemare le grotte, il lago ecc ecc? E’ evidente che le risorse di cui si parla (ma di cui non vi è alcuna certezza) sono tanto poche da non riuscire a realizzare quanto realmente servirebbe all’intero territorio.

L’unica certezza di una situazione che se non fosse tanto drammatica sarebbe quasi comica, è che sul Laceno si gioca il futuro della nostra comunità. Prenderne coscienza è il primo passo per ripartire. Dedicarsi quotidianamente a coltivare il sogno di un rilancio del paese è il compito a cui coloro che saranno chiamati ad amministrare Bagnoli non potranno sottrarsi.

                                                                                                       

1 Commento »

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.