Non c’è scadenza che non arrivi
26.05.2017, L’opinione (di Antonio Cella)
Aldo Grasso, editorialista del CORRIERE DELLA SERA, nella rubrica “Padiglione Italia” di domenica 22 gennaio u.s., accusa Maurizio Zamparini, Presidente del Palermo Calcio, di aver contribuito al tracollo della Banca Popolare di Vicenza per un prestito, mai restituito, di circa 58 mln di euro. Il giornalista asserisce, inoltre, che Zamparini, oltre ad essere una persona insolvente, poco affidabile, detiene un singolare record mondiale che lo ha visto artefice, nell’arco temporale di trent’anni, di ben 53 licenziamenti (cambi di panchina) di allenatori della sua squadra.
Interrogato in merito ai menzionati esoneri, il Patron del Palermo ha così risposto:
“Sono “conosciuto” perché ho il record dell’esonero degli allenatori. Ma questa cosa mi ha dato una notorietà pazzesca, neanche lo facessi apposta”.
Sono pienamente d’accordo con Zamparini, con riferimento alla notorietà derivante dai mezzi di comunicazione di massa. Quelli che non hanno fatto caso all’agevolazione di cui trattasi sono il Presidente di PT39 e il direttore editoriale del giornalino “Fuori dalla rete” che hanno autorizzato, a fine gennaio scorso, l’intervista al Sindaco di Bagnoli che, grazie ad essa, tra qualche mese, si vedrà moltiplicare le chances per cavalcare, ancora una volta, con successo, la sfida elettorale che gli consentirebbe di incrementare le sue “sonnacchiate” nella comoda poltrona della Casa Comunale per altri cinque anni.
Il giornalino di che trattasi, certamente non ha le potenzialità di espansione e di comunicazione del colosso di Cairo–DellaValle&Company, ma comunque sia, dopo la pubblicazione dei singoli articoli sul blog di PT39 e, contestualmente, anche sul sito Facebook, migliaia di persone in Italia e all’estero saranno rese edotte delle cose fantasiose, inventate, gonfiate che il personaggio intervistato ha candidamente sciorinato da buon samaritano nella sua esposizione, spalmata in quattro pagine e mezza del giornale (ESAGERAZIONE!), dove tratta di opere già realizzate da altri e che, per i Bagnolesi più accorti, sono solo putrescenti déjà vu.
Le novità, invece, riguardano i LED e la loro potenziale luminosità; i risparmi di circa 12 mila euro dalla riduzione degli animali alloggiati nei canili; la delibera con cui si dà la possibilità ai cittadini di adottare un angolo del paese (per abbellirlo, magari con l’aggiunta delle statuette kitsch di Biancaneve e i sette nani), e la sensibilizzazione contro la violenza nei confronti delle donne (iniziativa, quest’ultima, inaspettata ma quasi provvidenziale. Evidentemente, chi ha elaborato la delibera, non ha contezza della vasta significazione del termine VIOLENZA).
Smettiamola di scivolare sulle bucce di banana!
Lui non ha il peso politico ed elettorale per accumular consensi: sono i nostri errori a tenerlo ancora in sella. Ma noi cosa stiamo facendo di concreto per fermare questo momento propizio? NIENTE! Stiamo continuando a navigare in un lamento collettivo. E, credo, faccia bene l’intervistato a “sfruculiare” i nostri consiglieri di minoranza sul loro morboso attaccamento alle “carte”, alle “quisquilie”, parafrasando un termine del Principe De Curtis, anche se l’arringa, quanto mai ripetitiva, nasconda una mossa ad effetto per smuovere le acque e potersi agevolmente incamminare lungo il sentiero del proselitismo.
Nella menzionata intervista, ho potuto rilevare inoltre che, a tratti, il personaggio, con “renziana” baldanza, si inoltra, spedito, nel complesso variegato dei progetti futuri e degli interventi urgenti “accumulatisi nel tempo per inefficienza dell’esecutivo che lo ha preceduto”. E si prende anche il lusso di imitare la dura risolutezza di Trump, specialmente quando focalizza una pluralità di opere, molto futuribili e di difficile realizzazione, riconducibili: 1) alla valorizzazione del complesso Laceno con l’appoggio della Comunità Alta Irpinia; 2) alla palingenesi di quella pozzanghera che l’intraprendenza di Tommaso Aulisa non riuscì a bonificare, che, con un eufemismo, lui chiama ancora lago; 3) alle grotte del Caliendo e alle seggiovie che, per scontato, dovrebbero garantire il futuro lavorativo della nostra gente.
E azzarda, inoltre, a far promessa di esenzione dei carichi fiscali alle aziende turistiche in attività e a quelle che quanto prima (?) potrebbero insediarsi, sia come operatrici alberghiere che come promotrici culturali da inglobare, successivamente, nella Rete Museale e dei beni culturali dell’Alta Irpinia, la cui sede operativa, nel caso si avverassero le profezie di cui sopra, sarà collocata ovviamente ancora una volta a Nusco.
Lui, insomma, parla, parla, parla. E noi lo lasciamo parlare. Sarà anche vero che il suo è fiato sprecato, ma non possiamo ignorare alcune cose che lo caratterizzano: sfrontatezza e coraggio, che, come coerenza logica, fanno presa sulla labilità, sulla ingenuità di molti concittadini.
Ma l’arena è paurosamente vuota. Sono l’unico gladiatore rimasto in gara, non quella elettorale, ovviamente: sono un vecchio rottame, “nù scangieddu, direbbe la moglie di un mio caro amico, ma quella che farà sì che, quanto prima, con il ritorno di chi tace, di chi latita, di chi non ha il coraggio di dare le risposte che la popolazione di Bagnoli si aspetta, per poter far pagare a chi sta manovrando per fare diventare Laceno la contrada elitaria di Nusco.
Una volta, il blog di PT39 era affollato di gente che contestava un certo comportamento dell’Esecutivo in carica. Gente che ha ricevuto anche il mio plauso quando tirava fuori le palle per farsi sentire da chi pensava di poter condurre una politica aggressiva; di chi si augurava di poter decretare l’ostracismo a quelli che, come me, piace mettere i puntini sulle “i”; a quelli, come l’amico Luciano, che agogna fortissimamente di poter un giorno poter contemplare nella scuola dell’infanzia la nascita di una classe “ARCOBALENO”, formata da bimbi di estrazione multietnica e multicolore.
Ma, dov’è finito questo sciame agguerrito, che mi ha oltremodo esaltato intellettualmente e politicamente?
Non potrei mai, da solo, scalzare dal suo scranno la persona che dovrebbe pagare il prezzo della sua irresponsabilità dilettantesca!
Molte volte, nel corso della vita, si è tentati di mettere a nudo tutto quanto il marciume, visibile e invisibile, che carbura il modus vivendi di quei personaggi che hanno in mano, per mero errore umano, le sorti di una città, di un paese. Ma noi non lo facciamo! Perché siamo onesti, puliti e riservati. Non lo facciamo, anche se nel nostro territorio la riservatezza è considerata, notoriamente, una forma speciale di codardia.
E allora? Se ci manca la forza e il coraggio per cambiare il corso del fiume, non lamentiamoci, poi, quando le sue acque ci scompiglieranno l’esistenza.
Mi auguro che questo intervento non vada inteso come un appello: esso è soltanto un invito alla convinzione, alla convergenza e al quieto vivere: in questi ultimi cinque anni, ci siamo avvelenati abbastanza. E chi, come me, nutre una marcata idiosincrasia verso il conformismo infarcito di “bravate” e “pressapochismo”, non troverà mai una forma di adeguamento al sopruso e alla leggerezza dei venditori di falsità.
La meta è vicina.
Rassegniamoci, per ora, in attesa che i “morti” resuscitino, a subire le menzogne e i ragli dell’asino, senza incorrere in ulteriori errori di ingenuità.
La nota di Giulio Tammaro e Michele Gatta:
Linea editoriale coerente nel tempo
Continuano a stupirci certi atteggiamenti e talune affermazioni, soprattutto quando provengono dall’interno del Circolo, a dimostrazione del variopinto mondo che ci caratterizza.
L’associazione “Palazzo Tenta 39” ha provato, fin dall’inizio, a informare e dare voce a tutti i suoi concittadini, senza discriminazione alcuna. E questo perché convinti che il confronto dialettico, se fatto alla luce del sole, possa soltanto apportare benefici alla comunità.
Ci siamo dati in questi 10 anni una linea editoriale, uguale per il giornalino e il sito web, improntata a coerenza correttezza ed imparzialità. Il fatto che perfino l’attuale primo cittadino abbia dovuto, come dire, riconsiderare alcuni dei suoi iniziali (pre) giudizi, conferma probabilmente la bontà della nostra scelta.
Il Sindaco lo ha fatto per una sua personale convenienza? Ha voluto utilizzarci strumentalmente come cassa di risonanza per la sua propaganda politica? Non è da escludere! Ma questa opportunità, se tale vogliamo considerarla, non è mai stata negata a nessuno. Altri, evidentemente, non hanno ritenuto di percorrere la stessa strada. E questo non può essere additata come una colpa dell’associazione PT39.