04.05.2017, Il Quotidiano del Sud

Il comune ha convocato il gestore, alta la probabilità che il vertice salti. Nessuna risposta a Giannoni, Nigro “Non possono dettare loro le condizioni”.

Fumata nera per il vertice sulle seggiovie convocato dal Comune per definire i dettagli del rilascio aree e impianti? Molto probabilmente sì. Perché l’amministrazione di Bagnoli non si è pronunciata sulle condizioni, inserite nell’ultima missiva inviata in Municipio, poste dal gestore Giannoni per la partecipazione all’incontro di stamane alle 10. Che erano, in sintesi: chiarezza sul finanziamento per il rifacimento degli impianti. Indicazione delle arre da riconsegnare. Garanzie sulla gestione delle seggiovie per un tempo utile ad ammortare l’eventuale investimento sulle manutenzioni da 1 milione di euro (se l’ente desidera che sia Giannoni a provvedere a queste ultime). Senza di esse, ricordiamo, il gestore ha più volte ribadito che il 27 maggio la stazione chiude.

È il primo cittadino Filippo Nigro a confermare l’assenza di una risposta: “il comune deve dettare le condizioni, non certo Giannoni”. Nel caso, molto probabile, che quest’ultimo non si presenti, il sindaco assicura: “Ci regoleremo di conseguenza. L’obiettivo resta lo stesso: riprenderci le aree. Al contrario, non saremmo pronti all’arrivo del finanziamento”.

Il rebus è tutto qua: senza la disponibilità dei terreni in mano al comune, secondo Nigro, si rischia di rivedere, in seno all’Accordo di Programma Quadro che a breve dovrebbe essere firmato sul Progetto Pilota, il film già andato in onda a gennaio 2015. Quando la Regione disse no ai 15 milioni nell’accelerazione della spesa in quanto, facendo valere l’accordo transattivo firmato qualche mese prima tra Comune e Giannoni, si sarebbe configurato un aiuto di Stato, non contemplato nei regolamenti comunitari.

Certo, nelle schede dell’Area Pilota non si parla affatto di seggiovie. Solo nella strategia, un rapido accenno al complesso del Laceno. E nulla più. Il Sindaco però continua a dirsi sicuro che i soldi per i nuovi impianti verranno stanziati.

Sulle manutenzioni, si ribadisce invece che è cosa ben distinta dalla sostituzione degli impianti: “penso si stia giocando allo sfascio- insiste Nigro- se, come sembra, si vuole far di tutto per mantenere la gestione, allora che devo pensare, che sono interessati a non farci prendere il finanziamento? Giannoni ha l’obbligo di mantenere gli impianti in efficienza fino all’ultimo giorno della sua gestione. Da qui la convocazione per sederci intorno ad un tavolo e venirne a capo”. Cosa che, al 99% non avverrà. Come andrà a finire? Una soluzione potrebbe arrivare dal Consiglio di Stato. Al tavolo del quale pende ancora (da ben nove anni, tant’è che il Comune ha chiesto anche di accelerare) il ricorso del gestore alla sentenza Tar del 2008. Il tribunale diede allora ragione al Comune, in quanto la ditta avrebbe, nel 2002, impugnato l’atto sbagliato. L’ente infatti aveva comunicato già nel 2000, con atto sindacale, l’intenzione di fissare la scadenza della concessione a maggio 2002. Per il Tar, Giannoni avrebbe dovuto chiedere l’annullamento di quest’ultima, non della delibera di giunta di aprile 2002. Poi il ricorso al Consiglio di Stato, dove tutto è fermo senza aver fissato nemmeno un’udienza.