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Laceno, rischio chiusura seggiovie. E’ corsa contro il tempo

03.05.2017, Il Mattino (di Giulio D’Andrea)

Domani l’incontro fra Comune e gestori dell’impianto. Sullo sfondo anche la questione dei rapporti finanziari.

Marzio-Giannoni-1Corsa contro il tempo per trovare una soluzione. Il rischio è che le seggiovie del Laceno chiudano: nel caso non si saprebbe per quanto tempo. L’infinita vicenda continua. Domani un incontro in Comune alle 10, ma potrebbe esserci una fumata nera. Da una parte l’amministrazione comunale dall’altra i gestori. C’è una storia dietro a tutto questo, che risale addirittura ai decenni passati: alla convenzione tra Bagnoli Irpino e i gestori delle seggiovie.

Una vicenda più recente che riguarda un finanziamento già perso per circa 12 milioni di euro. E un’altra di questi mesi, sulla manutenzione degli impianti in attesa del rifacimento o ammodernamento. Ma adesso c’è soprattutto un nodo cruciale di ordine politico-territoriale , che verte sul progetto Pilota. Il sindaco Filippo Nigro si è detto assolutamente sicuro delle risorse economiche provenienti dal percorso dei venticinque sindaci, somme destinate a rifare l’infrastruttura.

E Nigro non vuole rischiare che i soldi vengano bruciati ancora una volta. L’area degli impianti deve essere infatti totalmente a disposizione dell’ente pubblico sul piano burocratico e pratico altrimenti i fondi, che sempre pubblici sono, non potranno essere utilizzati.

Il primo cittadino è talmente certo di un rapido arrivo dei soldi che pare disposto a mettere tutto in discussione: gestione attuale, manutenzione. Ma la società Giannoni, stando alla lettera inviata allo stesso primo cittadino, crede un po’ meno a quei fondi.

«Come si può bloccare tutto per qualcosa che non è stato messo nero su bianco?» è un po’ la sintesi delle accuse. Nonostante la complessità del braccio di ferro, in cui non sono mancati negli ultimi anni ricorsi di vario genere, la questione ruota tutto intorno al progetto di sviluppo per l’Alta Irpinia. Coi soldi a disposizione sarebbe tutto più semplice, ma chi si oppone alla strategia di Nigro fa notare come per adesso ci sia poco di concreto.

E allora domani si tenterà una difficile mediazione. C’è anche di più, per Marzio Giannoni. Nel carteggio tra ente e privati, il primo chiede ai secondi di liberare l’area minacciando provvedimenti coattivi. Poi chiede la manutenzione. «Va da se che la disponibilità manifestata a consegnare l’area, – dice il Comune – non può assolutamente esimere la società da responsabilità sulla regolare tenuta degli impianti e dall’obbligo di eseguire le revisioni previste dalla legge. Il collegamento tra il rilascio e l’interruzione dei lavori di revisione speciale e generale sembra pretestuoso e strumentale, e pertanto eventuali mancanze in tal senso, con i conseguenti effetti negativi, non potranno che essere imputabili al gestore».

Con la stessa lettera il sindaco fissa l’incontro al Comune. Ma la replica è arrivata a stretto giro. «Risulta davvero fuori luogo che il Comune – fa sapere Giannoni – chiedendo la consegna degli impianti per provvedere alla loro totale ristrutturazione, chieda a questa Società, a cui toglie la gestione, di provvedere alla loro manutenzione». Una manutenzione che la società non è quindi disposta a fare. E infatti viene aggiunto: «Nel ribadire la piena disponibilità alla consegna richiesta dal Comune, si fa ancora una volta presente che gli impianti non saranno più agibili dal prossimo 27 maggio. Questa società potrà affrontare gli oneri di manutenzione solo se avrà a disposizione la loro gestione per un tempo sufficiente per il loro ammortamento».

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03.05.2017, Dal sito Avellinotoday.it

Laceno, l’ultima risalita in seggiovia il 27 maggio

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La società che da oltre 40 anni con propri capitali economici ha consentito lo sviluppo dell’area ora si vede sottrarsi i beni, per scelta unilaterale del Comune.

seggiovie-lacenoLa strada scelta dal Comune di Bagnoli Irpino che ha intimato ai concessionari delle aree e degli impianti di risalita del Laceno, la Giannoni, di rendere tutto senza calcolare i danni nell’immediato per l’economia della zona è piena di interrogativi. La questione è ormai nota. Ed ora si è giunto all’irreparabile. Il 27 maggio le due seggiovie che servono la località del Laceno, meta di turisti di tutto il Sud Italia si bloccheranno. Rimarranno lì ferme, come cimeli.

La società che da oltre 40 anni con propri capitali economici ha consentito lo sviluppo dell’area ora si vede sottrarsi i beni, perscelta unilaterale del Comune, proprietario dei suoli, ciò che è stato frutto di lavoro e investimenti così come concordato negli anni ’70 tramite una concessione.

Una storia che fa male all’Irpinia ma al turismo in generale. Il problema è stato preso sotto gamba da tutti: anche dagli stessi cittadini e dagli operatori economici che in modo silenzioso assistono all’intera vicenda senza schierarsi e nemmeno mettere in atto forme di protesta. Agli osservatori esterni, questo silenzio assordante dà l’impressione che la vicenda interessi ben poco.

Ma intanto la verità è una sola: il 27 maggio al Laceno si potrà andare ma solo per dare l’”ultimo saluto” agli impianti e deporre un lumino. Da quel momento in poi riposeranno in pace. Non c’è nessun piano d’azione a stretto giro. Non è questione di volontà ma di burocrazia e i tempi biblici delle pubbliche amministrazioni sono sotto gli occhi di tutti.

La decisione del Comune di intraprendere questa strada si basa su dichiarazione politiche del Governatore della Regione in merito a finanziamenti all’area pilota dell’Alta Irpinia non supportata da atti pubblici concreti.

A rendere la situazione ancora più grottesca la richiesta del Comune ai privati di farsi carico dei costi di manutenzione dell’impianto per poi restituire le strutture. Il primo cittadino Filippo Nigro aveva a mezzo stampa dichiarato che tali investimenti non erano necessari, per poi scrivere tutt’altro in una lettera ufficiale inviata ai concessionari. In parole povere, dopo i già tanti soldi spesi in investimenti e semmai non ancora ammortizzati, il Comune chiede l’ennesimo “sacrificio” ai Giannoni: metterci altri soldi (1 milione circa) per poi dare tutto al comune.

E l’incontro programmato dall’Amministrazione Comunale per giovedì 4 maggio servirà a ben poco. Il danno al turismo irpino si è già consumato e in modo irreversibile.

                                                                                                       

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