L’Oratoria sacra di Bagnoli
28.04.2017, Articolo di Aniello Russo (da “Fuori dalla Rete” – Aprile 2017, Anno XI, n.2)
Mi è di recente capitato tra le mani una raccolta di sermoni sacri, pubblicata nel 1919, del canonico Generoso De Rogatis, uno degli ultimi predicatori appartenente alla tradizione dell’Oratoria sacra bagnolese. Ho letto con interesse i panegirici e le omelie del nostro predicatore, che già conoscevo come parlatore prestigioso. Propongo ai lettori del nostro periodico la lettura di un breve passo, che testimonia l’eleganza e l’eloquenza di un’arte raffinata sì, ma concreta e sostanziale. Il passo è tratto dal sermone “Le tre ore di agonia”.
Tutti voi avete già saputo il fatto tragico che sta accadendo proprio in questo momento. Gesù, che pure ha beneficato tante persone e ne ha guarito molte altre, amareggiato nell’animo, viene spinto verso una collina, per essere inchiodato a una croce: in questo giorno, in quest’ora, fra pochi istanti morirà… Venite con me! Non dureremo fatica a trovare la strada, perché Cristo l’ha segnata con il suo sangue… Ecco che si innalza la croce e Cristo viene inchiodato. Ma tutti noi siamo già qui…
Fin dall’avvio il predicatore, vestendo i panni di un popolano, mira a coinvolgere i fedeli presenti nella chiesa Madre (siamo nel venerdì Santo di uno dei primi anni del Novecento), indirizzando loro parole concitate. L’espediente era un elemento della tecnica oratoria bagnolese, come pure l’attualizzazione del dramma. Le parole del canonico dovevano suscitare nei fedeli, stretti nei banchi a sedere o in piedi nelle navate, una tensione tale che travolgeva tutti. E i brividi di una forte emozione venivano trasmessi ai vicini tramite lo stretto contatto dei gomiti
Dal secolo XIV fino al XIX vi sono testimonianze ininterrotte della presenza a Bagnoli di una Scuola oratoria. Grazie al folto numero di canonici, che componevano il Capitolo della chiesa Madre, e di monaci del convento di San Domenico, si sviluppò un’arte della predica che per la profondità del contenuto teologico e per il fascino della parola di grandi oratori locali, conquistò una solida fama pure oltre i confini del regno di Napoli.
Così non pochi sacerdoti e monaci di Bagnoli pronunziarono discorsi sacri, soprattutto in tempo di quaresima e in occasione di feste patronali, dai pulpiti di città come Salerno, Napoli, Pozzuoli, Roma, Sulmona in Abruzzo, San Severo e Polignano in Puglia, Belcastro in Calabria…