Allerta Morbillo. Intervista al Prof. Pasquale Ferrante
24.04.2017, Dal blog Ilgiornale.it
Virologo di fama mondiale (originario di Bagnoli Irpino, ndr). Scienziato medico e Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano.
Dopo aver saputo che i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie del Dipartimento della Salute statunitense hanno emesso un avviso per i cittadini americani in partenza per l’ Italia ( ho diversi familiari in America- New York) dei focolai di morbillo nel nostro paese, e quindi la raccomandazione ai viaggiatori di vaccinarsi e di assicurarsi di prendere ogni possibile precauzione come lavarsi le mani ed evitare di toccarsi bocca, naso e occhi, e stante anche la casistica dei nostri giorni che porta allarme, mi son detto che occorreva avere sottomano notizie di sicuro riferimento. D’altronde, dall’inizio dell’anno 2017 secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute ci sono stati in Italia numerosi casi di morbillo, una malattia che sembrava scomparsa e di cui improvvisamente hanno ripreso ad occuparsi i giornali, le televisione e per la quale lo stesso ministro della salute Lorenzin ha lanciato l’allarme non più tardi del 16 marzo di quest’anno.
Ed allora notizie e dati scientificamente certi per tutti i nostri lettori, -la medicina è una delle arti più antiche-, li abbiamo chiesti al Prof. Pasquale Ferrante, Virologo di fama mondiale, Scienziato medico e Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano.
Professore, le chiedo se i numeri relativi ai casi di morbillo osservati sono davvero preoccupanti e come mai sono in continuo aumento.
La situazione del morbillo nel nostro paese è sicuramente preoccupante in quanto nei soli primi tre mesi dell’anno, e precisamente dal 1 gennaio al 26 marzo, sono stati diagnosticati 1010 casi di malattia a fronte di 866 e 266 casi osservati rispettivamente nel 2016 e nel 2015. Va detto anche che nel 2013 e nel 2014 si erano già raggiunti numeri più elevati con 2258 e 1694 casi. Tuttavia è evidente che ci troviamo ad un fenomeno inatteso, il ritorno del morbillo che si presenta sotto forma di epidemie che non diminuiscono col passare del tempo ma sembrano aumentare, anche perché le epidemie si verificano quando il numero di vaccinati in una popolazione non raggiunge il 95%. Siamo lontani dai numeri degli anno ’60 e ’70 quando non era ancora disponibile il vaccino anti-morbillo, ma poiché il morbillo è una malattia che può essere grave non è accettabile che ci siano tanti casi in Italia.
Quali sono le cause di questo ritorno del morbillo?
La causa principale è sicuramente da attribuirsi al fatto che nel nostro paese, in analogia a quanto si osserva in alcuni paesi economicamente sviluppati e simili al nostro, c’è una importante disaffezione nei confronti del vaccino anti-morbillo ed in generale nei confronti di un po’ tutti i vaccini. Ci sono movimenti di opinione, di cui fanno parte anche alcuni professionisti dell’area sanitaria, che proclamano la pericolosità dei vaccini e il fatto che non sarebbe più importante vaccinare i bambini o i giovani adulti in quanto non ci sono più rischi di malattia, basandosi su un concetto privo di fondamento che tende a dire che le malattie infettive tra cui il morbillo sono scomparse o non pericolose. Anche l’idea che se tutti si vaccinano posso non vaccinare il mio bambino perché non incontrerà mai il virus è errata perché se più del 5% dei bambini non sono vaccinati c’è il rischio che essi vengano a contatto con il virus e sviluppare la malattia.
Spesso si sente dire o si legge che il vaccino anti-morbillo causa l’autismo, lei cosa ne pensa?
L’associazione tra il vaccino antimorbillo, che è di solito somministrato insieme al vaccino anti-parotite e rosolia (MPR), e l’autismo è stata ipotizzata da alcuni lavori ma assolutamente esclusa da un largo numero di ricerche ed è sicuramente uno dei motivi della mancata vaccinazione di molti bambini, ma come detto non ci sono evidenze scientifiche a supporto di questa ipotesi. Bisogna sottolineare che l’autismo, che è prevalentemente caratterizzato da anomalie del comportamento soprattutto della sfera relazionale, per le sue caratteristiche cliniche è diagnosticato nei bambini a partire dai 18 mesi. Il fatto che questa età coincide con quella della vaccinazione MPR ha portato qualcuno ad ipotizzare la presenza di un nesso causale, ma come detto, questa possibilità è stata escluso dalla letteratura scientifica nazionale.
Quali sono le caratteristiche dei soggetti italiani colpiti dal morbillo?
Da un punto di vista demografico è interessante osservare che c’è una distribuzione per età diversa dal passato in quanto il 26% dei casi hanno un’età compresa tra meno di 1 anno e 14 anni, mentre ben il 57% dei soggetti colpiti hanno tra i 15 ed i 39 anni ed il 17% tra 40 e 64 anni. Prima dell’introduzione della vaccinazione la stragrande maggioranza dei casi di morbillo era osservata tra i bambini e gli adolescenti, con pochissimi casi tra gli adulti. I dati attuali probabilmente derivano da un lato dalla diversa composizione per età della popolazione italiana che, come è noto, ha una bassa natalità ed è oggi composta da un percentuale minore di bambini rispetto al passato e dall’altro dal fatto che possono essere colpiti dal morbillo solo i soggetti che non sono stati vaccinati.
Perché è importante vaccinarsi nei confronti del morbillo e delle altre malattie infettive?
Da sempre è noto che il morbillo è una malattia che può dare rischi importanti per la salute. Il morbillo è caratterizzato da febbre e dalla comparsa sulla cute di un esantema maculo papulare, e cioè da macchie, spesso confluenti, di colore rosso vivo, ma a questo esantema si associano, con una frequenza elevata, una serie di complicanze che possono anche essere molto gravi. Nei paesi in via di sviluppo addirittura il 25% dei bambini colpiti da morbillo può andare incontro alla morte in conseguenza della malattia, mentre nei paesi con una buona assistenza sanitaria ed elevate condizioni socio-economiche la letalità da morbillo è molto più bassa. Tuttavia è importante ricordare che nei soggetti che hanno il morbillo è frequente la comparsa di polmonite, otite, epatite, diarrea e di tutta una serie di altri sintomi che necessitano di adeguate cure mediche e spesso del ricovero ospedaliero. Con una frequenza di circa un caso su mille il morbillo può provocare una grave encefalite, e cioè una malattia neurologica che può portare a morte il paziente oppure provocare gravi deficit neurologici persistenti tali da portare a pesante disabilità sia motoria che cognitiva. Inoltre il virus del morbillo, a distanza di circa 10 anni dalla malattia esantematica può provocare, in un caso ogni milione di abitanti, un’altra gravissima malattia neurologica che si chiama Panencefalite Sclerosante Subacuta (PESS) che è sempre letale e che, come detto, si manifesta incredibilmente dopo un periodo di latenza di 10 anni.
I casi di morbillo che sono stati osservati quest’anno e negli anni scorsi sono più lievi che non in passato?
I dati raccolti dall’ Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, indicano che anche i casi di morbillo che si stanno osservando in questi mesi sono caratterizzati da una importante gravità e dalla presenza di numerose complicanze. Le complicanze sono le stesse che si osservavano prima della vaccinazione ma poiché sono colpiti dal morbillo soggetti con un’età più avanzata, esse tendono ad avere una gravità maggiore al punto che ben il 41% per cento dei casi osservati sono stati ricoverati in ospedale con la conseguenza che ben 113 casi di morbillo sono stati osservati tra gli operatori sanitari e cioè medici, infermieri ed altre figure professionali.
Quali conclusioni e quali consigli si possono ricavare da queste considerazioni?
Penso sia opportuno ricordare a tutti che il morbillo non è una malattia banale ma al contrario è una malattia che può essere anche molto grave con complicanze che possono portare a disturbi importanti e che, anche in un paese come l’Italia con un Sistema Sanitario ben funzionante, può portare un numero sia pur limitato di pazienti alla morte. Occorre anche tenere presente che ad eccezione del Vaiolo, che è stato eradicato e non esiste più, tutte le altre malattie infettive verso le quali ci si vaccina, e cioè ad esempio la poliomielite, l’ epatite B, la difterite ed altre non sono scomparse e quindi i virus ed i batteri che le causano possono sempre infettare chi non è protetto con la vaccinazione provocando malattie che possono avere conseguenze anche letali. In conclusione la raccomandazione è di seguire i consigli delle Organizzazioni Sanitarie italiane e Mondiali e di vaccinare nei tempi opportuni, secondo gli appositi calendari, i bambini e gli adulti per i quali i vaccini sono indicati.
La ringrazio professore per le documentate risposte alle mie domande; grazie anche a nome degli italiani e delle famiglie così raggiunte, sia sul caso morbillo che in questi anni e in questi mesi ha messo tutti in allerta, e poi per il lavoro che da anni va facendo per tutta la comunità italiana e internazionale circa lo studio di virus e batteri. Ancora grazie e un augurio per il suo benemerito lavoro.
Carlo Franza