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Arciuolo: ‘In Irpinia non c’è lavoro, i migranti minorenni non ce lo rubano’

02.04.2017, L’intervista di Eugenio Liloia (dal sito Irpiniapost.it)

profughi-in-irpiniaQualche giorno fa il ministro Marco Minniti ha emanato un decreto in cui si rafforza la tutela dei minori immigrati, rende più agevoli le espulsioni e crea istituzioni tributarie per vigilare. Quello che però potrebbe riguardare la nostra provincia è proprio l’ingresso dei minori. Abbiamo chiesto un parere al professor Luciano Arciuolo, l’ormai celebre preside che è entrato in rotta di collisione anche con Ciriaco De Mita per la sua battaglia. A favore dei profughi minorenni in Alta Irpinia anche per riempire le scuole sempre più vuote.

Professore, prima di tutto ha già un giudizio sul decreto?

La scuola e la Sanità sono gli unici due settori che non fanno discriminazione. Il diritto all’istruzione è inalienabile a cittadini e a residenti con permesso di soggiorno. Ma diciamo che viene data una tutela maggiore ai minori non accompagnati e questo era un passaggio atteso da anni

Lei ha proposto proprio questo ai sindaci dei comuni dove sono presenti sedi della scuola che lei dirige. Nusco, Bagnoli, Castelfranci: accogliere i minorenni. Ospitare per solidarietà e per ripopolare le scuole. Il crollo demografico è un dato di fatto, sommato allo spopolamento delle aree interne che in Irpinia si fa sentire maggiormente…

In Irpinia e nel Beneventano c’è un nato ogni cinque morti. Facendo una previsione non è da escludere la scomparsa di queste due province. Lo sviluppo delle aree interne è al centro di dibattiti politici dall’unità d’Italia e con il post terremoto non c’è stata nessun’apertura. Il fenomeno dell’immigrazione è una realtà che potrebbe offrire anche una possibilità per questa terra. È una chance non lasciamola sfuggire, in quanto andrebbe a creare anche posti di lavoro, lavoro vero.

Aprendo dei centri Sprar si creano dei posti di lavoro per giovani?

Sicuramente. E ti dirò di più. Ci sono dei dati in cui si dimostra che ogni 3 immigranti accolti si crea un posto di lavoro. E’ un’esigenza che risponde anche a questi due problemi, ma ciò non toglie che noi abbiamo il dovere di offrire solidarietà, anche senza questi due aspetti diciamo “positivi”. Il dovere della solidarietà l’avremmo comunque.

Questa sua proposta però non è stata accolta molto bene da molti amministratori locali. È percepibile anche la paura e il timore della cittadinanza di un’incolumità dell’ordine pubblica e di generare fenomeni violenti.

Guardi, è fisiologico questo sentimento come conseguenza di un’opera di errata informazione da decenni ormai. È una paura che non ha un fondamento né di carattere scientifico né sociologico. Ammesso e non concesso che gli immigrati possano “rubare” il nostro lavoro, che non c’è, possano essere un pericolo di ordine pubblico ho detto provocatoriamente “accogliamo bambini”. I bambini non ci tolgono i lavoro, non insidiano le nostre donne, non sono un pericolo per la sicurezza, e abbiamo detto di no anche a 8 bambini a Bagnoli. Questo clima è il risultato di disinformazione. La scelta è quella di fare un’accoglienza che sia finalizzata ad un integrazione. Là dove c’è buona integrazione non ci sono problemi che sorgono quando vengono formati dei campi di concentramento. La scelta dei centri Sprar serve anche ad evitare che si costituiscano dei centri Cas, dove vengono ammassati e abbandonati a sé stessi. Il problema è la paura del nuovo, del diverso. E questo non è compatibile con un fenomeno di dimensioni abnormi che interesserà l’Europa nei prossimi decenni e non si può far fronte con i muri. Il fenomeno va governato, va guidato diversamente diventa un problema.

La paura del diverso potrebbe essere un “fallimento” della scuola che in alcuni casi non sa più educare?

Io ti dico una cosa. Noi in zona non abbiamo classi con grandi presenze di alunni extra comunitari, ma dove questo si verifica i bambini crescono con la consapevolezza che normale è anche chi ha un colore diverso della pelle. Io credo che la scuola faccia il suo dovere fino in fondo. Se nella società ci sono questi pregiudizi, vuol dire che ci sono anche a scuola.

L’opposizione al suo progetto anche del Sindaco di Nusco che si è opposto inoltre alla realizzazione condivisa di un centro SPRAR dei 25, è una semplice presa di posizione politica, un rappresentare i timori dei cittadini o altro?

Credo sia la conseguenza della presa d’atto che evidentemente si ritiene che queste zone non siano adatte ad un passo di questo tipo. È una considerazione che io ritengo sbagliata, è un errore di prospettiva. Arrivano 500 migranti al giorno, l’anno scorso sono arrivati circa 175 mila. Questa gente da qualche parte deve pur stare ed è inevitabile che arrivino pure da noi. E a noi sta la scelta di governare il fenomeno con un centro Sprar oppure subirlo con ordinanze della Prefettura che supera il volere del Sindaco. La scelta di ogni sindaco a favore o meno dello Sprar che non significa a favore o meno degli immigrati, è rispettabile in quanto democraticamente eletti.

In Irpinia sta venendo alla luce un centro Sprar condiviso tra Caposele-Teora-Villamaina-Torella, mentre è saltato quello nell’arianese…

Sono convinto che Caposele, Villamaina, Teora e Torella abbiano fatto la scelta giusta. Serve lungimiranza e coesione.

Come vede l’Irpinia tra vent’anni?

Beh… Ho letto qualche giorno fa delle analisi in cui si evidenziava che tra vent’anni ci saranno soltanto Avellino e Benevento, e tra cinquant’anni nemmeno loro. Se noi continuiamo con le stesse scelte di ordine politico, tra vent’anni non esisteranno più. Il futuro però possiamo cambiarlo, a partire anche da queste scelte.

Sarebbe necessaria una rigenerazione della classe dirigente?

Ci sarebbe bisogno di scelte per le aree interne, che dicano “Investiamo su queste aree e finanziamo possibilità di sviluppo”. Ho due figli entrambi fuori per lavoro, come mio padre sessant’anni fa… questa situazione dovrebbe far riflettere.

                                                                                                       

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