Goodbye Padre Ermelindo …
22.03.2017, Nel trigesimo (Dalla rivista “Miracoli”)
… con il tuo inglese hai aiutato gli stranieri a incontrare il Santo.
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OGGI alle ore 18,00 a San Giovanni Rotondo si celebra la messa per il trigesimo e viene trasmessa in diretta su tele Padre Pio.
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Il cappuccino è stato dal 1965 al 1968 l’interprete di padre Pio a San Giovanni Rotondo dove ha diretto anche l’English Office del convento, trai i suoi compiti anche quello di rispondere alle migliaia di lettere provenienti dall’estero. Con il Santo ha avuto rapporto molto saldo: Padre Ermelindo era presente quando Padre Pio morì.
Tra i pellegrini che vengono dall’estero per visitare i luoghi della fede italiani ci sono anche molti devoti di San Pio. Oggi come prima della sua morte. Allora, in fila al suo confessionale di San Giovanni Rotondo, si potevano incontrare anche fedeli provenienti dalla Gran Bretagna, dagli stai Uniti e altri paesi anglofoni.
Padre Pio però, aveva bisogno di un interprete che lo aiutasse con la lingua inglese. Fu cosi che conobbe Padre Ermelindo Di Capua, frate cappuccino che divenne suo interprete personale dal 1965 al 1968 e direttore dell’English Office di San Giovanni Rotondo.
Destini incrociati
Pochi giorni fa, Padre Ermelindo si è spento ed è salito al cielo raggiungendo il frate di Pietralcina. Nato a Bagnoli Irpino in provincia di Avellino il 10 gennaio 1934 Aniello Di Capua (questo era il suo vero nome all’anagrafe) entrò in seminario del convento dei cappuccini all’età di dodici anni per seguire le orme dello zio di suo padre , alla fine del percorso di formazione, nel 1958, Padre Ermelindo fu ordinato frate a Campobasso, dove aveva studiato Teologia, e poté finalmente andare a incontrare il frate con le stigmate. Non tutti sanno, però, che Padre Ermelindo Di Capua aveva già sentito parlare molto prima di Padre Pio. Nel libro Padre Pio il confratello, l’autore Angelo Maria Mischitelli, raccoglie la testimonianza di Padre Ermelindo, che raccontava di come era venuto a conoscenza della figura di Padre Pio: «Ho sentito Parlare per la prima volta di Padre Pio da mio Padre, che è stato alcuni anni a San Giovanni Rotondo presso la famiglia Bonopane. Quando mio padre tornava a Bagnoli raccontava di Padre Pio, che aveva le stimmate, che faceva miracoli, che era un santo vivente».
Il giovane Aniello, all’epoca, non poteva sapere quando la sua vita e quella del cappuccino di Pietralcina si sarebbero intrecciate. Qualche anno dopo essere stato ordinato, Padre Ermelindo Di Capua si ammalò seriamente, tanto d’andare a San Giovanni Rotondo per essere ricoverato uno o due mesi presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Guarito dalla malattia, il convento di San Giovanni Rotondo espresse il bisogno di avere una persona che aiutasse Padre Pio con i pellegrini stranieri che accorrevano numerosi. Fu cosi che il superiore di Padre Ermelindo gli chiese di andare in Irlanda a studiare la lingua inglese e poi recarsi a San Giovanni Rotondo.
Quando la BBC fece le riprese
Nel 1965 Padre Ermelindo ritornò a San Giovanni Rotondo e incominciò a fare da interprete a Padre Pio. Padre Ermelindo era solito raccontare, quando incontrava i pellegrini stranieri nell’English Office, quale fosse esattamente il suo compito: «dovevo far incontrare Padre Pio ai fedeli e rispondere alle migliaia di lettere che arrivavano dall’estero e indirizzate a lui. Nei primi periodi gli dicevo di pregare per qualsiasi persona. Lui mi disse: “non occorre che tu me lo dica sempre, prego per tutti quanti“» tra tutti i pellegrini che incontrò, a Padre Ermelindo rimase particolarmente nel cuore Reginald :«era un uomo depresso a causa di alcuni problemi che lo turbavano. Decise di prendere l’aereo e arrivare qui solo per incontrare Padre Pio. Nonostante fosse già andato a riposarsi, bussai alla sua porta per chiedergli se avrebbe potuto ricevere un attimo me e Reginald. Acconsentì e gli disse che avrebbe pregato per lui. Per un anno, Reginald ci mandò lettere in cui ci diceva di stare bene e ringraziava Padre Pio». L’odore di santità del frate di Pietralcina era manifesta già prima della sua morte, come testimonia un episodio accaduto nel 1968. «una settimana prima della morte di Padre Pio»
Ha raccontato una volta Padre Ermelindo, qui a San Giovanni rotondo arrivò una troupe della BBC per girare un documentario su di lui. Erano le 5 del mattino e le porte della chiesa erano chiuse. Quando il sacrestano le apri, i fedeli si riversarono dentro la chiesa, per potersi sedere nei posto davanti ed essere il più vicino possibile a padre pio. Chiesi al regista di tagliare quella parte e mi rispose: “padre, questa è la parte migliore del film“. Il regista tornò in occasione del funerale di Padre Pio e mi disse che aveva distribuito il documentario in ogni parte del paese, in modo che tutti potessero guardarlo”. Padre Ermelindo era presente quando Padre Pio morì: «Sapevo che la sua salute era peggiorata ma non immaginavo che morisse la notte tra il 22 e il 23 settembre 1968, perché l’avevo lasciato come le altre sere. Poi, alle 2,30 del mattino fummo informati della sua morte». Dal 1968 Padre Ermelindo è stato l’unico direttore responsabile dell’English Office, incontrando molti pellegrini e diventando un punto di riferimento per tutti.
La rivista “Miracoli”
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In morte di fr. Eremelindo Di Capua
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Cari fratelli,
il nostro fratello Ermelindo Di Capua dopo aver compiuto il suo cammino terreno, ha terminato la sua lunga e straziante agonia sul suo Calvario, rappresentato da una dolorosa e invincibile malattia, è entrato nel regno della felicità senza tramonto, dove l’uomo ritrova la sua piena immagine e somiglianza con Dio divenendo goccia «immersa nell’oceano dell’amore di Gesù» (cfr. Epist. III, p. 55).
Ho voluto iniziare questa mia lettera circolare con le parole del nostro santo Confratello, che è stato indirettamente mediatore della vocazione e, successivamente, faro di orientamento e punto di rifermento del ministero sacerdotale del nostro fratello Ermelindo.
Egli stesso, infatti, ha rivelato di essere stato catturato dall’esemplare figura del sacerdote cappuccino che viveva a San Giovanni Rotondo. Nel 1909 Salvatore Di Capua, il papà di Aniello – questo è il nome di Battesimo di fr. Ermelindo – si trasferì per alcuni anni dalla natia Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino, a San Giovanni Rotondo per aiutare lo zio, Michele Bonopane, nel negozio di abbigliamento che aveva avviato insieme alla moglie, Rachelina Russo, che successivamente è diventata una delle prime figlie spirituali di Padre Pio. «Debbo la mia vocazione allo zio di mio padre e mio prozio Michele Bonopane», ha confidato un giorno fr. Ermelindo (cfr. A.M. MISCHITELLI, Padre Pio. Il Confratello, 2012, p. 115). Suo padre, infatti, rimase a San Giovanni Rotondo fino al 1920 (cfr. ivi, p. 114, n. 8) ed ebbe modo non solo di conoscere il futuro santo per mezzo degli zii, ma anche di vederne crescere la fama di santità in seguito alla diffusione della notizia della sua stimmatizzazione.
Per questo il rientro del genitore di papà Salvatore a Bagnoli non interruppe il suo legame con San Giovanni Rotondo, dove si recava spesso e da dove, ogni volta, portava notizie sempre nuove e sempre più strabilianti su Padre Pio, considerato ormai «un santo vivente» (cfr. ivi, p. 115). Fu quasi naturale, dunque, per Aniello, che da sempre in famiglia aveva sentito parlare di Padre Pio, giunto all’età dell’adolescenza e, quindi, delle scelte fondamentali di vita, di chiedere di entrare in Convento tra i cappuccini. Così, all’età di 17 anni, iniziò il noviziato a Morcone, nello stesso convento in cui, 49 anni prima, aveva bussato il quindicenne Francesco Forgione, il futuro Padre Pio.
Alcuni anni dopo l’ordinazione sacerdotale, ricevuta il 7 settembre 1958 da mons. Alberto Carinci, vescovo di Boiano-Campobasso, la Provvidenza, illuminando le decisioni dei superiori dell’epoca, lo inviò per alcuni mesi in Irlanda per imparare la lingua inglese, per poi destinarlo a San Giovanni Rotondo per rispondere alle lettere in inglese che giungevano a Padre Pio e per accogliere i pellegrini che conoscevano solo quella lingua.
Questo incarico ha consentito a fr. Ermelindo di vivere con il futuro Santo negli ultimi tre anni della sua vita, sforzandosi di non arginare, anzi di rendere sempre rigoglioso il flusso di Grazia che il Signore, attraverso il Frate di Pietrelcina, ha voluto donare all’umanità dei nostri tempi.
Due anni dopo la morte di Padre Pio, fr. Ermelindo ha iniziato una nuova fase della sua vita: il trasferimento a Cerignola gli ha permesso di coniugare gli impegni pastorali con quelli di studio alla facoltà di Lingua e letteratura inglese dell’Università di Bari e, dopo il conseguimento della laurea, di insegnare inglese nelle scuole pubbliche e private, in particolare nella nostra “Opera San Francesco” a Cerignola, fondata da padre Rosario Pagano.
Dal 2001, dopo la scomparsa di fr. Alessio Parente e fr. Giuseppe Pio Martin, responsabili dell’accoglienza dei pellegrini di lingna inglese, la conoscenza della lingua, gli ha permesso di tornare ad occuparsi ancora una volta dei gruppi anglofoni che continuano a giungere in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, di collaborare per l’edizione inglese della rivista Voce di Padre Pio, ma soprattutto di recarsi in vari Paesi del mondo per far conoscere la spiritualità e le opere del nostro Santo Confratello. Tutti questi servizi ha portato avanti con tanta dedizione ed impegno finché le precarie condizioni di salute non gliel’hanno impedito.
A seguito della notizia della sua scomparsa, presso la nostra Curia Provinciale, sono giunti numerosi messaggi da diverse parti del mondo, in particolare dall’Irlanda, dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti d’America, dal Canada, dall’Australia e dalle Filippine, per attestare la vicinanza a noi frati e, soprattutto, per assicurare il ricordo e la preghiera di suffragio per il nostro carissimo fratello Ermelinda.
Una vita così intensa, spesa per evangelizzare e per dare testimonianza della santità di Padre Pio, merita non uno, ma tanti, tanti grazie. Il mio personale, quello della nostra Fraternità provinciale, quello dei tanti fratelli e sorelle che hanno tratto benefici dalla sua parola e dal suo ministero sacerdotale, ma soprattutto il grazie del Signore Gesù. La sua vita di frate minore cappuccino e di servizio ai tantissimi fratelli e sorelle che ha incontrato, ci rende certi che Gesù manterrà anche con lui la promessa fatta alle folle: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò», perché è volontà di Dio che il suo Unigenito «non perda nulla di quanto egli» gli «ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,37-40).
Caro Ermelinda, la Vergine Santa, il serafico padre san Francesco, che ti ha chiamato nel suo Ordine, e san Pio da Pietrelcina, che è stato il tuo modello di vita cristiana, religiosa e sacerdotale, ti accolgano sulla soglia del Paradiso e ti conducano dinanzi al trono dell’Altissimo, dove potrai sperimentare per l’eternità quella beatitudine verso la quale hai elevato, con speranza, le aspirazioni del tuo cammino terreno, perché «buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca» (Lam 3,25).
Riposa in pace caro fratello Ermelinda!
fr. Francesco D.Colacelli OFM Cap Ministro Provinciale