L’Alta Valle del Fiume CALORE Irpino con questo BINOMIO dà numeri a contesti Alpino-Appenninici che hanno avuto la fortuna di essere soltanto più rinomati e perciò turisticamente ed economicamente più avanti e, a luoghi, rilevantemente sopravvalutati rispetto a quanto i nostri corrugamenti calcarei e calcareo-dolomitici rappresentino nella sequenza di cime montuose capaci di impressionare la retina dello spettatore attento. Solo un’azione politica più attenta, interconnessa e tesa a perseguire obiettivi comuni di gestione del territorio e di promozione dello stesso, potrà in futuro colmare l’ingiustificato divario esistente.

 

Da Bagnoli, le visioni panoramiche d’insieme e/o particolareggiate non sono da meno rispetto a quelle che allego a questa email e che invito a pubblicare sul Vostro sito di PT39. Basta volgere lo sguardo a meridione e godere dell’impressionante colpo d’occhio della maestosa, dolomitica Acellica, come la chiamava il mio compianto Amico, prof. Pasquale STURCHIO: “Cattedrale gotica fiammeggiante svetti nel cielo di cobalto“. Dal ristrutturato Castello dei Cavaniglia e, più in generale, dal versante occidentale del Vostro Massiccio del CERVIALTO si possono scoprire sequenze di CIME che nulla hanno da invidiare a quelle richiamate dal Manzoni nei Promessi Sposi: “ Addio monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo, CIME INEGUALI…“.

 

Le Nostre Cime Ineguali svettano e donano al viaggiatore, e non solo, suggestioni irripetibili, come e più dei due scatti allegati:

 

1) In primo piano il Castello Longobardo del MONTE di Montella. In sequenza, da Nord a Sud: Monte Piscacca-Colle Molella con alla base l’abitato di BAGNOLI Irpino e alla sua destra la Valle del CALIENDO che s’inerpica verso le GROTTE omonime e con, all’orizzonte più distale, il MONTECALVO e il CERVAROLO non più imbiancato.

 

2) In p.p. la Cuspide del SS.SALVATORE di MONTELLA sormontata, come a protezione, dalle cime importanti del MONTAGNA GRANDE-RAIAMAGRA delle piste da sci e del Monte CERVIALTO innevato, con vetta “spianata”(a mò di conca poco depressa)  alla notevole quota di oltre 1800 m slm.

 

Da laico/agnostico mi auguro che questi simboli antropico-religiosi e ambientali possano essere di auspicio per la crescita della Nostra TERRA che, si spera, non debba più vedere valige e/o trolley “più o meno scolarizzati” costretti a cercare altrove occasioni di vissuti dignitosi e contestualmente possa essere TERRA di accoglienza. Come altre terre lo sono state per i nostri numerosi migranti storici.

 

Esodo Rurale!?…