Nigro vs Di Mauro: l’intervista al consigliere di minoranza Dario Di Mauro
30.01.2017, A cura di Giulio Tammaro (da “Fuori dalla Rete” – Gennaio 2017, Anno XI, n.1)
Nigro vs Di Mauro. Non è il titolo di un incontro di box ma la prima intervista doppia realizzata a due “pesi massimi” della politica bagnolese: il Sindaco Dott. Filippo Nigro e il Dott. Dario Di Mauro consigliere di minoranza. La formula adottata per questo primo confronto a distanza è semplice, sei domande, uguali per entrambi, la prima rivolta all’operato svolto in questi primi tre anni e mezzo in qualità di amministratori, l’ultima dedicata al Laceno e all’eterno problema del suo mancato sviluppo turistico, le restanti quattro su altrettanti temi di stretta attualità: lavori area Castello, bando per l’assegnazione dei lotti nell’area Pip, regolamento degli usi civici e fondi ex 219. Un’unica condizione: a entrambi è stato vietato di leggere in anteprima le risposte dell’altro. Si è volutamente evitato di trattare alcune questioni di strettissima attualità come il mancato finanziamento per l’ammodernamento delle seggiovie, perché ci è sembrato riduttivo esaurire una questione di vitale importanza per il nostro paese in un’unica domanda. L’obiettivo, di questa intervista doppia, è di provare a fare una panoramica su alcune questioni di stretta attualità, attraverso un confronto pacato, senza i soliti toni da campagna elettorale e senza individuare per forza un colpevole. Se abbiamo fatto un buon lavoro saranno i lettori di Fuori dalla Rete e gli internauti che seguono Palazzotenta39 a deciderlo, a noi non resta che ringraziare il Sindaco Nigro e il consigliere Di Mauro per la disponibilità accordataci e augurarvi una buona lettura.
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Iniziamo tracciando un bilancio di questi primi tre anni e mezzo di attività svolta in Consiglio Comunale.
Come prima esperienza da consigliere di minoranza mi sento parzialmente soddisfatto. Molte sono le problematiche a cui è stato dato un contributo (vedi seggiovie, spazzamento, parcheggi, vertenza immobile consultorio, imposte locali, etc.), ma irrisoria è stata la collaborazione e la disponibilità della maggioranza.
Il rammarico è che poche sono state le iniziative (nuove) intraprese dall’Amministrazione, non si è fatto null’altro che aggiornare o rinnovare i progetti già presenti nel “cassetto”.
La programmazione futura è pressoché nulla, a discapito, ahimè, della prossima Amministrazione e dei bagnolesi.
Oltre ad esaminare e controllare le varie azioni politico-amministrative non vi è stato, per nulla, un confronto (costruttivo) che permettesse di far crescere la comunità.
Non che sia un obbligo od un dovere della maggioranza cercare il confronto con la minoranza, ma sarebbe stato (come lo è tuttora) auspicabile un pacifico contraddittorio che riuscisse a far elevare la qualità dei tanti dibattiti tecnico-politici succedutisi, allo scopo quantomeno di tentare di risolvere, seppure in parte, i problemi che attanagliano la nostra comunità.
Alla luce degli argomenti che andremo a trattare, tra l’altro già oggetto di interrogazioni scritte presentate presso la Casa Comunale, mi preme brevemente rammentare quanto evidenziato dal Sindaco (anzi dall’Amministrazione) in un recente manifesto e nell’ultimo Consiglio, ovvero: “Alla maggior parte delle interrogazioni abbiamo dato già risposta in precedenti Consigli (area PIP, incompatibilità collaborazioni esterne, ripartizioni fondi ex 219, progetto culturale “Irpinia terra di mezzo….”), ma i Consiglieri Chieffo e Di Mauro erano distratti od assenti. Oppure, più verosimilmente, non hanno altro da dire per cui ripropongono sempre le stesse cose.”
Ebbene, tale asserimento è completamente e palesemente falso e di seguito vi spiegherò anche il perché.
Cercherò di essere breve e conciso (anche se gli argomenti trattati meriterebbero molte pagine), sperando di non annoiare i lettori.
Entriamo nel dettaglio. Area castello. Il sindaco accusa la minoranza di aver formulato in consiglio interrogazioni sulla destinazione dei fondi in riferimento al computo metrico ed ai suoi atti giustificativi invece di associarsi alla maggioranza ed essere soddisfatta per i lavori realizzati. A queste accusa cosa risponde?
L’intento dell’interrogazione è stato quello di conoscere i costi e le spese sostenute per il completamento dell’opera di recupero del Castello dei Cavaniglia e se gli stessi potessero essere rendicontati in Consiglio. Il Sindaco, tuttavia, ha sostenuto di aver riposto al quesito con la deliberazione di C.C. n. 19/2015. A ben vedere, la richiamata risposta sarebbe la seguente: “Quanto alla circostanza di poter non essere in grado di rendicontare per tempo la chiusura dei lavori, il Comune di Bagnoli Irpino si ritroverà nella stessa situazione di tutti gli altri comuni campani”.
Nulla a che vedere con quanto domandato.
In realtà, la questione, evidenziata dal consigliere Chieffo Aniello, nella delibera di C.C. 47/2016, è quella di far comprendere a tutta la comunità le ragioni che hanno indotto, per i medesimi lavori, alla lampante differenza tra il finanziamento di 1.700.000 Euro (progetto dell’amministrazione Chieffo) e quello di 2.500.000 Euro (progetto dell’Amministrazione Nigro) e, conseguentemente, consentire di comparare quanto già realizzato e imputato dalle precedenti amministrazioni con quanto eseguito e contabilizzato dalla attuale, magari mediante l’analisi dei relativi quadri economici e tanto anche al fine, non di poco conto, di scongiurare il rischio della doppia contabilizzazione dei “vecchi” lavori.
Senz’altro vanno all’Amministrazione i complimenti per aver realizzato l’opera, con l’auspicio che questa non sia costata più del dovuto, che venga individuata una destinazione d’uso adeguata e che non la si lasci deperire come tante altre opere.
Area PIP. In diverse occasioni si è occupato della vicenda, qual è la sua idea in merito?
Abbiamo più volte chiesto di sapere quale sia lo stato dell’arte della vicenda Area PIP, sapendo che una delle ditte partecipanti ha proposto ricorso per ottenere l’annullamento del bando, trovando, peraltro, parere positivo degli organi ministeriali preposti.
Il Sindaco ritiene di aver già risposto nella delibera di C.C. 19/2015. In tale sede è stato affermato che: “In ordine all’area PIP, il Sindaco precisa come ci sia stato un grosso impegno da parte dell’Amministrazione, anche in sede regionale, finalizzato a rimuovere ogni ostacolo all’assegnazione dei lotti disponibili in area PIP. I lotti da assegnare erano in numero di 4; nessun problema, se uno solo è il soggetto interessato; le cose cambiano quando gli interessati all’assegnazione sono vari. Tra i tre soggetti che hanno manifestato interesse si è tentata anche una mediazione perché si pervenisse ad un’ intesa; l’esito però è stato negativo, in quanto una delle tre imprese ha richiesto l’assegnazione di tutti i lotti. A questo punto si è reso necessario procedere con gara, costituendo apposita commissione composta da dirigenti comunali e da un membro esterno. A quest’ultimo è stata richiesta dichiarazione di insussistenza di cause di incompatibilità, dichiarazione regolarmente resa e che ha permesso che la gara continuasse il suo corso in modo del tutto trasparente. Una delle imprese ha, quindi, presentato ricorso al Presidente della Repubblica e, allo stato, si è in attesa degli esiti dello stesso.”
Premesso che della “tentata mediazione” non vi è traccia alcuna negli atti comunali, sfido chiunque a dire che questa sia una risposta degna di tale appellativo.
Dopo aver sbloccato l’area PIP con l’insediamento della ACCA Software, operativa da gennaio 2017, adesso siamo di nuovo in una situazione di stallo.
Non si è capito quale sia la direzione intrapresa dall’Amministrazione. Oramai è dal 2014 che nulla più si muove. Sono state solamente tre le aziende che hanno presentato istanza di partecipazione ll’assegnazione dei lotti PIP. A distanza di oltre due anni, nessuna impresa si è potuta insediare. Ancora una volta l’economia bagnolese è ferma (basti pensare al lavoro che avrebbe potuto portare la costruzione di nuovi fabbricati nei lotti PIP, per non dire altro).
Perché non si è optato per l’assegnazione diretta? Perché non si è proceduto alla delocalizzazione delle imprese preesistenti sul territorio? Perché non assegnare tutti i lotti ad una sola impresa e, poi, con i soldi incamerati procedere al pagamento degli espropri degli altri lotti e, quindi, pubblicare un nuovo bando di gara per la loro assegnazione?
A tutte queste domande, già poste in Consiglio, non è stata fornita alcuna razionale risposta.
Rimaniamo speranzosi di risposta, se non ufficiale, almeno in via ufficiosa in questa sede.
Regolamento Usi civici. Nell’ultimo consiglio comunale ha avuto un acceso dibattito con il Sindaco su questa vicenda. Ha criticato la modalità temporale con cui è stato trattato tale argomento e ha chiesto i motivi per cui il Decreto Dirigenziale regionale n. 95/2015 disposto in materia è stato recepito con oltre un anno di distanza? Non è soddisfatto delle modifiche apportate?
A mio modo di vedere, la modifica del regolamento degli Usi Civici è stata peggiorativa e confusionaria.
La modifica effettuata ha, in prima battuta, dato la parvenza della possibilità di raccogliere la legna secca proveniente da necrosità verticale (faiustrieddi allerta) di diametro non superiore a 16 cm, senza tuttavia prevedere chi dovesse fare l’accertamento per vedere se effettivamente la legna raccolta fosse secca o meno. A distanza di pochi mesi dalla modifica, maggio 2015, la Regione Campania è intervenuta con un ulteriore decreto dirigenziale, precisando che all’accertamento suddetto debbano provvedere gli organi istituzionali preposti (Corpo Forestale, Polizia Municipale, Carabinieri, Comunità Montana, etc.).
Quindi, è da maggio 2015 che aspettiamo di ratificare in Consiglio la modifica decretata dalla Regione. Adempimento di facile natura, che si sarebbe potuto espletare in pochi minuti in uno dei consigli tenuti sia nel 2015 che nel 2016.
In Consiglio il Sindaco ha ribadito che: “l’Amministrazione conferisce attenzione alle problematiche concrete piuttosto che “alla sistemazione delle carte”. Tale ragionamento ed atteggiamento fa pensare ad una totale assenza di rispetto della legalità: le norme belle o brutte che siano vanno rispettate, non si può scegliere di recepire le leggi, i decreti ed altre norme sovra-comunali a seconda del loro piacimento o meno.
La cosa che va precisata è che prima poteva essere raccolta la legna secca giacente a terra (non quella verticale) senza alcuna limitazione di diametro: non esistevano i famigerati 16 cm.
Oggi, con il guazzabuglio effettuato, non si capisce se è lecito raccogliere la legna secca in piedi, in quanto dovrebbe eseguirsi un preventivo accertamento da parte degli organi preposti, mentre si capisce che è certa la possibilità di raccogliere la legna secca a terra con un diametro non superiore ai 16cm.
Oramai, dopo tale modifica, le montagne sono state deturpate. Basta fare una piccola passeggiata in montagna, ad esempio nelle zone di Colle Molella e Valle dell’Acero, per notare tanti “struppuni”, tutte piante tagliate ad 1,30 m dal piano di campagna. Tutto questo per una modifica mal scritta e mal esposta.
Ultima considerazione: non credo che tale “ritocco” abbia fatto abbassare il numero delle denunce e dei controlli con esito positivo effettuati dai Carabinieri. L’incertezza della norma ha suscitato nella maggior parte della comunità così tanti dubbi circa il giusto comportamento per avvalersi degli usi civici e la comminazione delle relative sanzioni che ha preferito non esercitare di tali diritti.
Non sono soddisfatto delle modifiche e, soprattutto, non sono contento del solito poco confronto che si è potuto avere e della troppa fretta avuta.
Ripartizioni fondi ex 219/81. Sono i famosi fondi destinati alle opere pubbliche e private interessate dal terremoto del 1980. Perché ha criticato la scelta dell’amministrazione di destinare circa € 110.000,00 per la manutenzione straordinaria di via De Rogatis? Avrebbe utilizzato in modo diversi questi fondi?
La legge 219/81 ha previsto l’erogazione di contributi per la ricostruzione delle zone disastrate e delle altre aree colpite dal terremoto del novembre 1980.
Molti sono i cittadini in attesa dei fondi per il sisma per poter ripristinare le proprie abitazioni. Molte sono le opere pubbliche interessate dal terremoto che attendono di essere ripristinate.
Nell’ultimo Consiglio è stato chiesto perché i fondi, pari a circa 110.000,00 €, venissero destinati alla manutenzione di via De Rogatis. Perché non destinarli ai privati e creare l’indotto per le imprese locali? Perché non riparare l’acquedotto comunale, visto che “fa acqua” da tutte le parti? Perché non effettuare nuovi interventi di captazione per l’acquedotto comunale?
A tale interrogazione non vi è mai stata risposta. Unico flebile riferimento vi è nella delibera di C.C. n. 20/2016 dove il Sindaco “precisa che l’intervento su via De Rogatis è ritenuto prioritario trattandosi di una delle strade di comunicazione più importanti del paese. Quanto alla destinazione di € 15.000,00 per il miglioramento delle captazioni, sottolinea che le risorse sono reputate sufficiente giusta la destinazione al medesimo scopo di somme idonee nel contesto del finanziamento delle radure”.
Non si sa perché i fondi saranno destinati a via De Rogatis. Non si è capito perché l’intervento è prioritario. Non è dato sapere perché non si sono valutate altre opere. Come al solito non vi è discussione. A parere di chi scrive, le opere che si andranno a fare sono meramente di abbellimento, che non hanno nulla a che vedere con la manutenzione straordinaria e con la destinazione dei fondi ex L. 219/81. Inoltre, è da tenere presente che via De Rogatis è stata una delle strade più manutenute (se non sbaglio, negli anni 2000 / 2010, quindi dopo il terremoto e dopo la ristrutturazione e la ricostruzione dei fabbricati, via De Rogatis ha subito vari lavori di manutenzione, quali sistemazione della pavimentazione, rifacimento cunette, etc.).
Rinnovo all’Amministrazione la richiesta di voler tornare su tale deliberazione e di voler destinare la cifra dei fondi in argomento, tenuto conto dell’ultima (e attuale) emergenza idrica, alla sistemazione dell’acquedotto comunale e delle fonti di approvvigionamento.
Il Laceno dovrebbe essere il volano per lo sviluppo turistico del nostro paese eppure presenta molte problematiche fra queste la salvaguardia del lago e la convivenza fra ristoratori e allevatori. Quali sarebbero secondo lei le soluzioni per risolvere questi annosi problemi e cosa occorre fare per rilanciare la località dal punto di vista turistico?
Non so se la colpa la si può dare alla negativa congiuntura economica o al clima politico molto infuocato degli ultimi anni, ma una cosa è certa: la colpa è di noi bagnolesi.
Più gli anni passano e più crescono le invidie e gli scontri sia nell’ambito politico, sia in quello turistico ricettivo, che negli altri. Questa condizione porta ognuno a rinchiudersi nelle proprie verità e ad essere molto scettico nei riguardi degli altri. La Comunità non è più degna di tale appellativo.
Innanzitutto, per cominciare a sciogliere la matassa bisogna iniziare a fare gruppo, ad essere più collettivi, a mettere da parte gli interessi dei singoli e ad interessarci delle problematiche di tutti, a confrontarci, ad essere una Comunità. Questo è il punto di partenza per poter gettare le basi per un paese turistico.
Purtroppo tutti i problemi citati (salvaguardia del lago, convivenza fra ristoratori e allevatori, etc.) non possono essere risolti in modo separato, ma bisogna avere un progetto turistico unico, in modo da salvaguardare gli interessi di tutti. Tali problemi non possono essere risolti solamente dalla controparte “Comune”, ma vanno affrontati con l’ausilio delle parti interessate. Bisogna far sì che tutti rispettino tutti in modo da facilitare la risoluzione dei problemi stessi.
Rilanciare il turismo è parola grossa.
Sono molte le carenze che il nostro paese ha rispetto ad altre realtà.
Il turismo è cambiato, oramai siamo nel modo della globalizzazione. Tutto viaggia ad un’altra velocità. Dobbiamo impegnarci per stare al passo con gli altri. Per poter raggiungere tale obiettivo dobbiamo far in modo di cogliere tutte le opportunità che si presentano (finanziamenti). La maggioranza, al contrario, non fa squadra e non si confronta né con la minoranza né con la comunità, gestendo la cosa pubblica con fare privatistico, perdendo, così, occasioni e sperperando i finanziamenti (vedi seggiovie e progetto culturale “Irpinia terra di mezzo”, etc.) e soprattutto perdendo tempo.