Emergenza idrica, opposizione alla carica sul piano acqua
29.12.2016, Il Quotidiano del Sud
Sull’argomento sono intervenuti l’avv. Aniello Chieffo e l’idrogeologo Rocco Dell’Osso.
Tiene ancora banco a Bagnoli Irpino l’emergenza idrica. Ieri infatti il sindaco Filippo Nigro ha annunciato lo stop notturno ai rubinetti, dalle 23 alle 6 del mattino (e fino a nuovo ordine), a causa dell’assenza di precipitazioni. Una misura che avrebbe dovuto essere operativa da ieri, ma anticipata a due giorni fa a causa delle segnalazioni del tecnico comunale che si occupa del monitoraggio della rete, a forte rischio deficit.
Aniello Chieffo, esponente di Insieme per il Futuro, incalza sulla questione: «Nonostante inviti e appelli a fornirsi di un piano sull’acqua, le risorse comunali sono andate purtroppo sprecate per altri problemi. E non su questo che è serio e concreto. Per fortuna ,ad oggi a Laceno ci sono poche persone: immaginate cosa sarebbe successo con più presenze. La situazione è molto grave».
Un appello al piano, ad onor di cronaca, il gruppo di opposizione lo aveva già lanciato molti mesi fa.
Chiediamo quindi il parere d un esperto, in questo caso l’idrogeologo Rocco Dell’Osso. Il quale sostiene, senza mezzi termini, che la crisi idrica che quasi annualmente si palesa a Bagnoli va ben al di là della sola mancanza di precipitazioni: «Il problema è di tipo strutturale».
In sintesi: l’acquedotto che il comune gestisce in maniera autonoma subisce perdite nell’ordine del 65-70% dell’acqua che entra nella rete, come peraltro accade anche negli altri comuni della provincia. Siccome, continua Dell’Osso, nei periodi ‘normali’ la condotta dispone, in realtà, di una portata superiore di almeno 3-4 volte a quanto effettivamente servirebbe, il problema non si palesa sempre.
Non così però durante questo periodo dell’anno, quando le sorgenti sono ‘al minimo’ della portata: «Se abbiamo 20 litri al secondo di acqua, e 15 si disperdono, non c’è fenomeno meteorologico che tenga. Tutto sta invece nella tenuta delle condotte».
Insomma non è madre natura, ma l’obsolescenza della rete a far pagare lo scotto, spesso ‘natalizio’, ai cittadini di Bagnoli con lo stop notturno: «I rappezzamenti a macchia di leopardo e una tantum non risolvono nulla. La soluzione? Iniziare a programmare un intervento serio e strutturale» afferma Dell’Osso.
L’idrogeologo sa benissimo che i costi di un progetto del genero sarebbero molto sostenuti. Ma, «se mai si comincia, il problema continuerà». Anzi, si andrà sempre peggio: «Tutto ciò lo evidenzio da almeno venti anni, Certo, è un piano che potrebbe impegnare anche 2 amministrazioni. Ma va messo in campo», chiude l’esperto.
Email di Angelo Capone:
SULL’ EMERGENZA IDRICA NO GUERRE PARTITICHE.
Chiedo scusa se m’intrometto nella Vostra interazione sulla POLITICA di GESTIONE delle ACQUE in un momento di EMERGENZA che però viene da lontano e pertanto ha visto, nel tempo, l’azione di più fazioni al governo della cosa pubblica, senza azioni significative per la risoluzione del problema.
Consiglierei di sotterrare l’ascia di guerra e trovare, sullo specifico argomento ed eventualmente, almeno solo su esso, in un angolo simile a quello della POESIA (nutrimento primario per l’ANIMA, come PRIMARIO lo è l’ACQUA per l’UOMO), un momento d’ INTESA COMUNE teso all’approfondimento del TEMA, alla definizione dei fattori politico-istituzionali in atto o in itinere e alle decisioni da prendere per risolvere nel più breve tempo possibile il problema della penuria di acqua ai serbatoi e/o ai rubinetti.
Solo due cose prima che la discussione trascenda:
– Non esiste la specializzazione di Idrogeologo. Al massimo esiste chi possa avere più esperienza nel campo per essersi interessato, (conoscendo bene, però, il RILEVAMENTO GEOLOGICO di CAMPAGNA come atto preliminare e irrinunciabile per la decodificazione e la conoscenza), nell’esercizio della professione di tematiche specifiche di idrogeologia, ricerca e captazioni di sorgenti.
-Il problema perdite, dai tubi più o meno fatiscenti, dell’acqua verso i rubinetti prescinde dalla idrogeologia in s.s. e pertanto attiene a fatti idraulici che possono essere individuati mettendo sotto pressione piccoli tratti appositamente isolati da saracinesche, resumibilmente, già esistenti e verificare eventuali perdite, tenendo chiusi tutti i rubinetti interessati, quantizzabili. Contestualmente, con attrezzatura di rilevazione indiretta delle perdite lungo i tragitti, è possibile puntualizzare e intervenire per riparare. Fatto questo, per un tratto, si passa all’isolamento del tratto successivo, fino all’analisi di tutta la rete di distribuzione.
Altra cosa, come detto precedentemente , è la tematica Acquiferi, Sorgenti, Captazioni, Perdite o Travasi sotterranei dagli acquiferi e connesse prospettive del CAMBIAMENTO CLIMATICO IN ATTO.
Di nuovo le mie scuse se l’intervento fosse giudicato d’impropria interferenza sulla politica locale.
Suggerirei ad Angelo Capone maggiore cautela nell’intervenire in discussioni delle quali conosce solo aspetti tecnici marginali o non le conosce affatto. Entrare in discussione e scusarsi due volte non giustifica l’interlocutore, ne lo autorizza ad annacquare o snaturare una problematica maledettamente seria, dando l’opportunità a chi di dovere di sfuggire dalle proprie responsabilità; ancora una volta.
Spostare le cause della crisi idrica, sulla mancanza di pioggia del momento o peggio ancora sui cambiamenti climatici, significa parlare di Biancaneve e i sette nani (i.e. fumo negli occhi per i bagnolesi).
Su una cosa ha certamente ragione e mi trova pienamente d’accordo. L’atavica crisi idrica di Bagnoli Irpino non ha nulla a che vedere con l’idrogeologia e lo dico da idrogeologo; ne tantomeno con la mancanza di pioggia in questo periodo o con i cambiamenti climatici.
La crisi idrica di bagnoli Irpino ha una sola causa, battezzata e cresimata. Sono le perdite sulla rete dell’acquedotto comunale. Una quantità compresa tra il 65% ed il 75% dell’acqua che entra nell’acquedotto non arriva ai rubinetti. Questo stato di cose non solo è stato dimostrato dal sottoscritto già nel lontano 2002, ma è stato successivamente confermato dalla GESESA S.p.A. con studio specifico commissionato dal comune di Bagnoli Irpino (Ente specializzato e studio durato mesi, costato ai bagnolesi centinaia di migliaia di euro). A seguire l’entità delle perdite dall’acquedotto è stata sancita anche dalla Regione Campania, dall’Università Federico II° di Napoli e dalla provincia di Avellino con pubblicazioni ufficiali.
Quindi di cos’altro vogliamo parlare?
Infine, negare la specializzazione dell’idrogeologo è come negare l’esistenza del vulcanologo, del paleontologo o del geofisico (tutti geologi) solo perché non ci sono corsi di laurea con questo nome? Chiaramente tutte queste figure professionali esistono in quanto hanno strutturato parte del proprio corso di laurea, tesi di laurea sperimentali e curriculum professionale successivo nei rispettivi ambiti.
Suggerirei quindi, ancora una volta, ad Angelo Capone maggiore cautela e controllare meglio la voglia di visibilità mediatica, che più volte lo porta e scrivere delle gran banalità.
Comunque, avrò piacere di rispondere direttamente (la mia e-mail è roccodellosso@gmail.com), certamente non più in questa sede. Non voglio svilire una problematica molto seria a banale scontro o chiarimento personale. Avrò di certo anche il piacere di rammentare qualche aspetto di deontologia professionale.
Un caro saluto.
Rocco Dell’Osso
Commento di Angelo Capone:
Un pregresso mio articolo sul TEMA ACQUIFERI :
http://www.palazzotenta39.it/public/no-trivpetrolio-si-trivacque/
Email di Angelo Capone:
Nell’articolo “EMERGENZA IDRICA, OPPOSIZIONE ALLA CARICA…” nei commenti è inserrita una risposta del geol. Rocco Dell’OSSO che è risultata essere frutto di una INCOMPRENSIONE comunicativa. Con singolare, non comune dimostrazione di civiltà comportamentale, abbiamo chiarito, tramite Email private, la sostanza e la causa dell’inconveniente, ritrovando la serenità necessaria per ricomporre un rapporto di civiltà professionale e politica. Rocco, negli anni settanta. è stato mio alunno in Terza Media e non era il caso di lasciare un’ombra che avrebbe inciso anche nei ricordi piacevoli di una funzione docente, spesso espletata fuori aula, nel contesto dei vicini, ameni e panoramici rilievi bagnolesi.(Saluto tutti gli alunni dell’epoca).
Non mi permetto di pubblicare i contenuti delle nostre 2 Email chiarificatrici.
Ove, però, volesse farlo Lui, io non ho niente in contrario. Una lezione di vita tra docente in esercizio della funzione e docente di un tempo che fu:Mitici anni 60/70 col senno del POI. Auguri ai Nostri giovani, in genere più preparati, più precari e troppo spesso disoccupati.