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Elvira Lenzi, quarant’anni da medico: così la tecnologia ha cambiato la sanità

06.12.2016, L’intervista

(Pubblicata sul “Quotidiano del Sud” il 19/11/16 in occasione della premiazione della dr. Elvira Lenzi per i quarant’anni di carriera).

elvira-lenziQuarant’anni al servizio dei pazienti, interprete di una medicina capace di conciliare umanità e nuove tecnologie. Sono quelli che festeggia questa mattina, alle 10, Elvira Lenzi al “Viva hotel” di Avellino.

Con lei – l’iniziativa è promossa dall’Ordine dei medici – altri colleghi irpini che hanno raggiunto il traguardo dei 40 anni dalla laurea. Medico chirurgo e specialista in radiologia, la sua storia si fa testimonianza dei passi in avanti compiuti dalla sanità che l’hanno vista sempre in prima linea.

Dalla laurea in medicina nel ’76 alla “Federico Il” di Napoli all’ingresso all’ospedale “Moscati” come assistente radiologo a cui affianca l’impegno come medico interno dell’istituto di radiologia della “Federico Il” di Napoli, diretto da Ernesto Porta: «Sarà Porta – ricorda Lenzi – a invitarmi a partecipare a Parigi a uno stage di aggiornamento sull’ecografia clinica, quella che appariva una vera novità fronte della medicina. Quando sono tornata al “Moscati” per molti anni ho utilizzato l’ecografo dell’istituto di radiologia di Napoli, per visitare i pazienti dell’ospedale, poi, nell’80 anche il Moscati ha acquistato un ecografo. In Italia si contavano sulla dita di una mano i medici specializzati in ecografia internistica, io ero la responsabile della sezione di ecografia a radiologia, effettuavo ecografie a “viale Italia”, al “Maffucci”, al “Capone”».

Nel 1986 l’idoneità nazionale a primario di radiodiagnostica, fino al ’94 è aiuto radiologo al “Moscati”, poi l’esperienza a Sant’Angelo dei Lombardi dove diventa primario di radiologia, dopo un concorso vinto: «E’ stata un’esperienza molto gratificante. La scommessa è stata quella di introdurre nell’ospedale di Sant’Angelo attrezzature tecnologiche avanzate, apparecchi per effettuare tac a spirale, un mammografo digitale, un ecocolordoppler degli organi interni».

Nel 2000 torna da primario al Moscati di Avellino e anche qui punta sulle nuove tecnologie che consentono diagnosi certe e veloci, come la tac multistrato. Nel 2012 è direttore dell’azienda ospedaliera “Ruggi d’Aragona” di Salerno e ancora una volta lascia una traccia forte: «Dalla mensa realizzata nei locali dell’ospedale al progetto “Schiaffo alla violenza” promosso dal Ministero alla salute. Un progetto che ci ha permesso di promuovere un seminario tenuto da medici e magistrati per insegnare a riconoscere le tracce della violenza sulle donne e i minori e non inquinare le prove biologiche degli abusi subiti.

Nel 2013 abbiamo, poi, inaugurato degli spazi per consentire alle donne vittime di violenza di avere un percorso preferenziale nelle sale di attesa. Ma la soddisfazione più bella è stata quella dei tre bollini rosa conseguiti dal “Ruggi” nel 2013 per l’attenzione rivolta alla prevenzione legata a patologie femminili, con l’apertura di ambulatori nei cinque ospedali che dipendevano dal “Ruggi” dove era possibile sottoporsi a mammografie, moc, ecografie, visite ginecologiche.

Lenzi sottolinea i notevoli passi in avanti fatti nella cura delle patologie tumorali: «L’evoluzione tecnologica ha, fatto sì che fosse più facile scoprire patologie tumorali e dunque intervenire quando la malattia è ancora ad uno stadio iniziale La sopravvivenza media è aumentata, è migliorata la qualità della vita, è possibile individuare i soggetti più a rischio grazie alle mappe cromosomiche e sottoporre questi pazienti a controlli più serrati. Tuttavia si è perso il rapporto col paziente, a prevalere nella gestione della sanità è una politica che guarda al budget mentre il compito del medico deve essere anche quello di dare conforto al paziente. Inoltre, proprio parlando con il malato è possibile ricostruire la storia clinica e ricavare dati importanti ai fini della diagnosi. L’Irpinia ha sempre avuto delle belle eccellenze nel campo della medicina, lo stesso “Moscati” è stato un ospedale pilota fino agli ’90, i nostri medici hanno sempre avuto il culto dell’ammalato. Io stessa ho sempre creduto nell’ospedale, un ospedale competitivo ma al servizio dei pazienti. Per me è sempre stato un onore tenere alto il nome dell’Irpinia con le presentazioni dei miei lavori ai convegni scientifici». Un’esperienza, quella di medico, che si affianca a quella di consigliere comunale dal ’99 Nunno «La mia vittoria è stata quella di fare approvare il progetto della farm community per i pazienti autistici con il primo finanziamento da un milione da parte della Regione”.

                                                                                                       

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