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Per un no ti spicci, per un si ti impicci

02.11.2016, Articolo di Ernesto Dell’Angelo ’66 (da “Fuori dalla Rete” – Ottobre 2016, Anno X, n.4)

referendum-sulla-riforma-costituzionale-si-e-noVoteremo, è sicuro. Almeno questo.  Quello che invece non è certo, è cosa succederà dopo.

Di sicuro c’è che nonostante il quesito referendario sia ricco di spunti di riflessioni, molti di quelli che andranno a votare non lo leggeranno neanche e con la soddisfazione  di chi, per un motivo o per un altro presenta il conto per un torto subito,  impugnando la matita  con determinazione metteranno una croce  sul no, sacrificando sull’altare di quella croce la vera e unica opportunità di riformare o meno parte di quella meravigliosa architettura complessa di organi e istituti che è la Costituzione Italiana.

Di sicuro presenterà il conto mia moglie, insegnante precaria che, all’indomani di un concorso a cattedra meritatamente superato ha scoperto che quelle cattedre per le quali ha concorso nei fatti non sono mai esistite. Quel conto, per le riforme sulla” Buona Scuola”, l’avrebbe presentato anche mia figlia grande , se non fosse per il fatto che non ancora maggiorenne non può votare e magari anche la piccola che, in età preadolescenziale, ha preso il vizio di dire sempre no. . Potrebbe, ma non si è espresso al riguardo,  presentarlo mio padre, pensionato quasi al minimo che speranzoso in un aumento ha sempre dovuto rinviare l’occasione per togliersi qualche sfizio e perché no,  il mio collega, che  battuto al fotofinish“ dalla  Fornero” , aspettando fiducioso quella famosa “finestra mobile 2016”, ha visto puntualmente disattese le sue aspettative. Ansiosa di crocifiggere la riforma anche la signora delle pulizie nel mio condominio, che tra improperi e” iasteme”, mi raccontava di aver dovuto sborsare 150 euro per una TAC fatta presso un centro privato, visto che il suo medico di famiglia , alla luce della riforma “Lorenzin”, non può più fare una impegnativa per una struttura pubblica o convenzionata se non a seguito di una espressa richiesta del medico specialista (anche questo a pagamento naturalmente).

 Quel conto, tutti, chi a torto chi a ragione, si sentono legittimati a presentarlo, senza tener conto che a saldarlo però non sarà solo il governo Renzi, ma tutto il popolo italiano.

L’idea di dover asservire il mio voto a logiche di contingenti opportunità di tipo politico, la rifiuto. Le strumentalizzazioni delle opposizioni, mai così unite, e il tentativo di usare il referendum come un grimaldello per un  regolamento di conti all’interno del PD , non possono e non devono distogliere noi elettori nel fare una attenta analisi delle questioni che quel referendum ci propone. Il superamento del bicameralismo perfetto, la riforma del Senato, la revisione dell’art. V della Costituzione, l’abolizione del CNEL( acronimo di Comitato Nazionale per L’Economia e per il Lavoro), sono questioni di stringente  interesse. Se Renzi ce la mette tutta per far” incazzare” professori, studenti e pensionati,  quel populismo di destra e di sinistra che per anni in maniera demagogica ha millantato proposte per diminuire il numero dei parlamentari, per eliminare enti o consigli inutili( come il CNEL che in 60 anni di attività, a fronte di un consiglio composto da circa 70 membri con tanto di presidenti, vice,segretari e compagnia cantante , al modico costo di circa 20 milioni di euro l’anno, ha presentato solo circa una ventina di proposte di leggi), o  misure efficaci per accelerare l’iter parlamentare delle leggi ,  oggi invece tace. Al contrario, le opposizioni inerpicandosi per tortuosi sentieri interpretativi , paventano una deriva autoritaria se abolissimo il cosiddetto sistema” navetta” tra Camera e Senato. Il bicameralismo perfetto nasceva all’indomani dell’ autoritaria deriva fascista, quando i padri costituendi per assicurare una tenuta democratica alla neonata Repubblica Italiana assicurarono una dinamica parlamentare basata su un sistema dialettico delle due Camere. Oggi con un concetto di libertà e democrazia ormai metabolizzato dalle istituzioni e dal popolo italiano l’istituto del  bicameralismo perfetto è divenuto pressocchè vetusto, farraginoso e  inutile. Da qui anche l’esigenza di una modifica sostanziale del Senato. Sorvolando sulla giusta necessità di una considerevole riduzione dei suoi componenti e sulla loro nomina e relativo compenso , mi limito a dire che era già vivo nell’animo dei costituendi  l’intento di dare a questa Camera il compito di rappresentare l’eterogeneità delle realtà locali, cosa che all’indomani dell’istituzione delle Regioni  ,avvenuta  nel 1970,  il Senato nei fatti ha disatteso. La Riforma contempla proprio questo:  ridare al Senato le funzioni proprie di Camera dei rappresentanti delle peculiarità del territorio . Va da sè che se a rappresentarle siano proprio i  membri eletti in quelle realtà territoriali non costituisce alcuno strappo alla democrazia rappresentativa. Se poi a paventare questo grave attentato alla costituzione sono i 5 Stelle, il paradosso si fa evidente, visto che invocano a gran voce il “vincolo di mandato” per i rappresentanti eletti. Sulla abolizione del  CNEL non mi soffermo, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

 No, non voglio prestarmi a questo utilitaristico e machiavellico gioco politico fatto sulla pelle degli Italiani, nè per abbattere Renzi nè per rafforzarlo. Le mie competenze di analisi sulle questioni istituzionali e costituzionali potranno sembrare limitate, criticabili, riduttive, ma la mia coscienza di cittadino e membro di questa comunità, ancorchè con una propria coscienza politica,  mi porta a entrare nel merito della Riforma che si prospetta, valutandone i vantaggi o meno.

Come si dice in quel di Potenza: “ per un si ti impicci, per un no ti spicci”.

Il livore di mia moglie, del mio collega, della signora delle pulizie e persino la propensione a dire sempre no di mia figlia, li posso comprendere. Non comprendo invece perché trasformare questo malcontento in una micidiale arma che, affossando il referendum punirebbe a dovere Renzi (reo a dire il vero, di averlo reso abbastanza indigesto per l’associazione infelice al destino del suo mandato).

Soprassedete dunque , avrete tempo e modo di presentare il conto in altri contesti e sedi, per ora limitatevi a dare voce alla vostra coscienza critica di cittadini .

                                                                                                       

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