Bagnoli 1955, confronto politico sul canone annuo per i terreni dissodati
23.09.2016, Documento storico (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2016, Anno X, n.3)
Su gentile concessione dell’Ing. Aniello Memoli pubblichiamo due manifesti murali apparsi sulle cantonate comunali del nostro paese nel lontano 1955. L’oggetto del contendere è il canone annuo per i terreni dissodati a Laceno e a carico dei contadini quotisti. I democristiani della locale sezione, guidati dal capogruppo di minoranza Alfonso Meloro, accusano l’amministrazione socialcomunista di aver previsto nel bilancio tale somma, senza però provvedere alla riscossione, salvo poi non esitare a riversare le colpe sulla locale sezione della Democrazia Cristiana, quando il Prefetto ha rilevato al Comune di Bagnoli la mancata riscossione del tributo. Le sezioni del P.C.I e del P.S.I che sostengono la maggioranza in consiglio comunale non esitano a rispondere per le rime alla D.C. Per i partiti di maggioranza, quelle dei democristiani bagnolesi sono lacrime di coccodrillo. Per anni hanno auspicato i controlli da parte degli organi di prefettura salvo poi rendersi conto di essersi buttati la zappa sui piedi. Fingono di essere dispiaciuti per le suddette ispezioni ma in realtà si compiacciono per l’accaduto. Due scritti interessanti che rispecchiano appieno i contrasti, fra la D.C. locale e il Fronte Popolare, composto dai socialisti e comunisti, guidato dal Sindaco Tommaso Aulisa, nell’immediato dopoguerra. (G.T.)
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DEMOCRAZIA CRISTIANA, SEZIONE DI BAGNOLI IRPINO
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Bagnolesi, nelle piazze, nei pubblici locali, nelle case private si accusa la D.C. Si accusa la minoranza consiliare. La D. C. locale, i consiglieri di minoranza, ancora una volta, starebbero contro il popolo, contro i lavoratori, contro i contadini bagnolesi! In altre parole, noi vorremmo che voi pagaste di persona gli errori commessi dagli amministratori.
TUTTO QUESTO E’ FALSO
la colpa è della giunta comunale, la quale prevedeva in bilancio, per il triennio 1952-1954, la somma di lire 800.000 annue, quale canone per i terreni dissodati sul Laceno, ma non ha mai provveduto alla riscossione.
La giunta, come è a tutti noto, è formata di socialcomunisti.
Se i socialcomunisti, come vanno dicendo per le piazze, difendono i diritti e gli interessi della classe lavoratrice, questa è la prova più lampante della loro faziosità.
Come amministratori, era loro diritto non includere nel bilancio la somma di cui sopra.
L’hanno inclusa, e, quando l’autorità tutoria ha rilevato la mancata riscossione, hanno riversato sulla Democrazia Cristiana la responsabilità di atti da loro, ed esclusivamente da loro, voluti.
Perché i socialcomunisti hanno incluso questa somma in bilancio?
La loro malafede è evidente. Oggi, sapendosi responsabili, cercano di intorbidare le acque. La cittadinanza, però, sa da che parte sta il torto.
La Giunta di è riunita per stabilire i ruoli di riscossione.
La Democrazia Cristiana, consapevole dell’ingiustizia perpetrata ancora una volta contro la classe più povera, ha presentato al Sindaco, tramite il suo rappresentante Alfonso Meloro, la seguente mozione:
Il sottoscritto in qualità di Capo Gruppo della Minoranza consiliare, chiede alla S.V. La convocazione, in via di urgenza, del Consiglio Comunale per la discussione della seguente mozione:
IL CONSIGLIO
avendo appresso che la Giunta Comunale è pervenuta nella determinazione di procedere alla compilazione dei ruoli di riscossione dei canoni per l’occupazione delle aree del Lago Laceno, relativamente al triennio 1952-1954.
RILEVATO
che detto provvedimento si appalesa inopportuno né giustificato eventualmente dal pretesto degli addebiti mossi in proposito dal Consiglio di Prefettura, in considerazione del fatto che detto organo ha identificato la responsabilità della Giunta nell’aver previsto in bilancio una entrata in effetti non riscossa e non ha inteso invece sottrarre alla discrezionalità del Consiglio Comunale l’eventuale esenzione o determinazione dei canoni;
CONSIDERATO
che, se pur poteva essere giustificata ed equa la determinazione da parte del Consiglio di un canone annuo, attualmente si appalesa insostenibile da parte dei contadini quotisti la corresponsione in unica soluzione delle quote arretrate di un triennio;
DELIBERA
esentare dal pagamento delle quote i contadini quotisti del Lago Laceno, facoltà esclusivamente attribuibile ai poteri discrezionali del consiglio comunale.
Alfonso Meloro
BAGNOLESI
Alla finezza della vostra intelligenza il dedurre di chi il torto e di chi la ragione. Noi, come sempre, serbiamo intatta la fiducia nel vostro buon senso!
IL DIRETTIVO SEZIONALE
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Il pianto del Coccodrillo
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Voi, o amici concittadini, conoscete molto bene il coccodrillo, questa lucertola gigante, famosa agli uomini per le sue lacrime.
Riteniamo che la posizione assunta in questi quattro anni dai dirigenti locali della democrazia cristiana e compari per nulla si discosta dalle abitudini di questa bestia.
Per quattro anni infatti, questi signori si sono sempre gloriati della loro capacità di saper combattere l’amministrazione comunale con ogni mezzo, di chiedere delle ispezioni addirittura con articoli sui giornali, per quattro anni nulla hanno trascurato nel tentare di abbattere dal Comune di Bagnoli la bandiera del progresso e della libertà issata dalla classe lavoratrice.
“Questa mattina è partita per Avellino tutta la squadra”riferiva qualcuno. “Vanno dicendo che fra una quindicina di giorni sarà sciolta l’amministrazione” riferiva qualche altro. Ed in questo modo sono andati innanzi per quattro lunghi anni, senza nulla trascurare e chiedendo persino la decadenza di un consigliere collega di minoranza. Era sufficiente che un commesso viaggiatore fermasse la sua macchina innanzi al Comune che un gruppetto di irrequieti, di uomini panciuti o mingherlini, col naso alla cicerone o alla dantesca, assumesse l’aria compiaciuta, convinto già di una ispezione prefettizia.
Quanto però, a seguito d’ispezioni, son fioccati veramente da parte del Consiglio di Prefettura certi addebiti, come la mancata riscossione della tassa cani o l’imposta licenza, la mancata riscossione del fitto dei terreni comunali la mancata applicazione della tassa sulle macchine di caffè espresso, entrate queste previste anche dalle amministrazioni commissariali ed egualmente non riscosse, ecco che succede il finimondo. Gli stessi che avevano attesa con tanta ansia gli addebiti alla amministrazione si accorgono d’essersi buttata la zappa sui propri piedi.. occorre correre allora ai ripari. Fare insomma come il gatto che da qualunque altezza cade si trova sempre con i piedi per terra. Ecco allora che un bel mattino, a cura della locale democrazia cristiana appare un manifesto murale col quale si cerca di accusare la Giunta Comunale, asserendo che, essendo la Giunta composta di socialcomunisti, questi sono sempre contro la classe contadina perché potevano non portare in bilancio la somma di lire 800 mila quale entrata fitto terreni comunali ed in questo modo i contadini non avrebbero pagato.
E non vi pare che anche in tutto questo non manchi tanta maligna falsità?
Non era forse la stessa somma prevista nel bilancio del 1951 deliberata da un commissario prefettizio con deliberazione n. 73 del 12-10-51?
Non era forse la stessa somma prevista nel bilancio del 1952, deliberata dal commissario prefettizio, Alfonso Meloro, attuale capo gruppo di minoranza, con deliberazione n.22 del 24-3-1952 e precisamente prevista al titolo 1 capitolo 1 categoria 1 art. 3?
e proseguendo di questo passo, auguriamoci, amici concittadini, che un bel giorno non vedremo la democrazia cristiana e compari organizzare uno sciopero di alunni ed insegnanti per protestare contro il Sindaco e la Giunta “Socialcomunista” per la mancata costruzione dell’edificio scolastico.
Molto significativo appare, poi, il contenuto della delibera consiliare n. 9 del 6 giugno 1955 a proposito di addebiti, che riteniamo opportuno qui trascriverla integralmente.
“il presidente fa dare lettura dal segretario dei rilievi fatti dalla Prefettura di Avellino con foglio n.31706 in data 12-5-1955, a seguito di ispezione. Dopo la lettura, il presidente precisa che risponderà ai rilievi formulati dalla prefettura nel termine assegnato e che ogni consigliere potrà prendere visione della risposta presso la segreteria del Comune.
Il consigliere Meloro Alfonso, parlando a nome della minoranza, si riserva di confermare, ed eventualmente ampliare gli addebiti per iscritto a S. E. il Prefetto. L Sindaco risponde: gli addebiti sono stati fatti a noi e noi risponderemo. Il presidente ritiene opportuno leggere meglio i rilievi della Prefettura, perché anche il pubblico possa rendersi conto esatto del contenuto di essi. Il consigliere Meloro si oppone a che il presidente rilegga i rilievi per fare dei commenti altrimenti anche la minoranza si ritiene autorizzata a prendere la parola. Alle parole del Meloro, il consigliere Rogata Agnello, con tono alterato, risponde che la minoranza vuole ad ogni costo far applicare la tassa cane ed altre. Seguono vivaci discussioni al termine delle quali il Consiglio prende atto dei rilievi formulati dalla Prefettura.
È FORSE FALSO TUTTO QUESTO?
Perché allora strombazzare ai quattro venti con manifesti murali e manifestini volanti?
Per quattro lunghi anni?
Questi nostri bravi concittadini, per quattro lunghi anni di beghe e di menzogne si son ben pasciuti, con la speranza e la grande illusione di abbattere dal comune la bandiera del progresso e della libertà.
“È CADUTA” si affannavano a dire. Oppure “FRA POCO CADRÀ” continuavano. Neppure oggi si sono accorti che quattro anni di amministrazione popolare sono ormai un breve anno alla vigilia di San Silvestro.
Pensiamo ormai ai prossimi quattro anni, giacché di lacrime di coccodrillo i Bagnolesi non sapranno che farsene.
A CURA DELLE SEZIONI del P. C. I. / del P. S. I.