Un brand già l’abbiamo: #Irpinia1980 “quanto riceviamo, tanto sperperiamo”
31.08.2016, Il commento (di Federico Lenzi)
Considerazioni a margine dell’articolo di Memoli “Creiamo il brand Alta Valla del Calore”
Mi perdoni l`ironia, ma se non sono mai stati raggiunti i punti 2,3 e 4 evidenziati nel suo articolo non poteva intitolarlo semplicemente “bruciamo altri fondi europei”. In fin dei conti, un brand già l`abbiamo: #Irpinia1980 “quanto riceviamo, tanto sperperiamo”.
Ad esempio lei parla di target del turista medio, approssimativamente, eppure con tutti i soggetti interessati si può creare su un cloud un database comune con informazioni ancora più dettagliate da utilizzare per discriminazioni di prezzo, vendite abbinate, marketing e investimenti focalizzati sulle reali esigenze. In secondo luogo ci si lamenta sempre di come vanno le cose, quindi le chiedo: se vengono fissati degli obiettivi e puntualmente sono disattesi, non è forse utile all`economia cambiare le figure responsabili? Certamente ora scriverà un`altra epistola al sindaco, ma stia attento perché i sindaci passano e ci sono tanti ruoli chiave da lustri a veglia di questo declino. Se viene meno il ricambio, se viene meno l`iniziativa privata con la tendenza ad associarsi su ogni obbiettivo strategico (dove troppo galli cantano..) è naturale che questa economia perda dinamicità e ristagni su sé stessa. Stiamo arrivando al punto di sacrificare il ricambio delle attività poco vincenti nell’economia, auspicando quell’assistenzialismo pubblico che danneggia implicitamente le attività sane e toglie spazio a nuove iniziative. Spesso ci si lamenta degli investimenti privati, lì ci vedo un semplice gioco di Nash in un equilibrio subottimale “non investo, perché anche altri si arricchiranno a mie spese” quindi nessuno investe e a fine giornata stanno tutti peggio. Su questo non ci sono colpe, è semplicemente la razionalità umana a deciderlo ed è giusto comportarsi così con i propri soldi. Dov’è il problema? Non si è ancora vista un`iniziativa con basi scientifiche per spostare quest`equilibrio su un livello ottimale. Da ultimo un paese che non spende/punta su figure professionali, ottiene sempre risultati proporzionali a ciò a cui si affida. I progetti e le infrastrutture non risollevano un`economia (a parte quella di chi le fa), se non c`è un capitale umano e un fine comune di lungo termine alle spalle.
Naturalmente questa non voleva essere una classica polemica bagnolese, ma un semplice scambio d`idee su un articolo che ha colto la mia attenzione. Mi spiace se qualcuno potrebbe essersi offeso, ma volevo semplicemente esporre una situazione in maniera asettica cercando di non entrare nel merito. Non è proprio la discussione e il mettersi in discussione a guidare il progresso? (Vedasi discussione nel significato italiano, quella bagnolese è mera polemica). Le auguro un buon proseguimento di giornata e mi raccomando continuiamo a portare in alto il nome del brand #Irpinia1980.
Email di Angelo Capone:
L’Ing. Aniello MEMOLI esprime un bisogno di VISIONE COMUNE delle Tematiche Economiche dei PAESI DELL’ALTA VALLE DEL CALORE Irpino, visto che la VALLE DELL’OFANTO tende a cercare visione propria.
Esigenza di STRUTTURE ANTROPICHE COMUNI e Gestione di FATTORI interconnessi e interdipendenti :
Deflussi fluviali, Depuratori,Castanicoltura, IRRIGAZIONE con DIGA/Invaso dell’ACERA/Mezzane, Trasformazione del LATTE LOCALE dei NOSTRI Pascoli diversamente legalizzata rispetto a quelli importati e qui solo TRASFORMATI, TURISMO VALLIVO e MONTANO in aree CARSICHE, STUDIO VOCAZIONE di ZONE diverse del territorio, RICERCA di AGRO-SILVO-PASTORALE e di BASE IDRO-GEO-MORFO-PEDOLOGICA, TURISMO RELIGIOSO e SULLA VIA DELLE ACQUE SORGIVE e incanalate, INNEVAZIONE, PIOVOSITA’ e CAMBIAMENTI CLIMATICI, INVASI MONTANI di RITENUTA e/o a PERDERE per RIMPINGUAMENTO Falde acquifere di base e in quota, e per MITIGARE alluvioni a VALLE e al PIANO, anche con razionalizzazione dei deflussi subaerei, INCENDI, PASCOLI, REGOLAMENTAZIONE di TRATTAMENTI FITOTERAPICI, VIABILITA’ Interna(intramontana) ed ESTERNA di raccordo, Industria ESTRATTIVA da REGOLAMENTARE per CONSERVAZIONE IMMAGINE TERRITORIO INTERCOMUNALE, Rapporti con PAESI LIMITROFI sottesi a BACINI IMBRIFERI COMUNI, AREE COMMERCIALI e in particolare INDUSTRIAL, SALVAGUADIA DELLE FALDE ACQUIFERE ecc , ecc.
Tutto questo, credo che doveva almeno essere ipotizzato contestualmente alla gestione del territorio del dopo terremoto del 23nov. 80; voglio pensare che non sia mai troppo tardi mentre si sente parlare FINANZIAMENTI/ ESIGENZE DI BASE ( GAL) di Territori con bisogni spesso molto diversi e disomogenei.
Così, a braccio, d’istinto volevo lasciare un commento all’art. di Aniello MEMOLI. Mi rendo conto che le tematiche poste sono di difficile attuazione in contesti dove il CAMPANILE e la propria AGORA’ sono TUTTO o quasi.