Avellino-Rocchetta, una storia che torna a vivere
23.08.2016, La rubrica di Francesco Celli (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2016, Anno X, n.3)
Il 22 agosto è ripartito il treno, un pezzo fondamentale della nostra identità.
Il 22 maggio 2016 è stata una data storica per questa terra. Dopo 6 anni di abbandono istituzionale quei binari tornano ad avere una speranza concreta attraverso un atteso protocollo di intesa fra Regione, Stato, Fondazione FS ed RFI. Un riscatto di territorio da cui potrebbe ripartire non solo il treno, ma una profonda rivoluzione culturale.
La tratta di 119 km che da Avellino arriva fino a Rocchetta Sant’Antonio, comune situato oggi in Puglia ma fino ad un centinaio di anni fa ancora provincia di Avellino, è stata fortemente voluta da personaggi illustri di questa terra, a partire da Francesco De Sanctis, Michele Lenzi, Michele Capozzi e tanti altri. L’obiettivo era quello di rompere l’isolamento delle zone interne e fornire un possibile sviluppo a questa terra. Una lungimiranza forte, quasi inconcepibile oggi nell’era del velocismo e delle opere pubbliche esclusivamente speculative, dove non conta più manco il loro completamento ma solo la spartizione del finanziamento.
La ferrovia ha rappresentato per anni l’unica possibilità di spostamento per il nostro territorio, è stata tristemente anche la ferrovia dell’emigrazione, qualche volta dei ritorni, e dei nostri straordinari vini che attraverso essa arrivavano fino in Francia. Sicuramente è stata la ferrovia delle emozioni: qualcosa che ha segnato la storia della nostra terra e della nostra essenza. Tutto ciò con alti e bassi e mai attuando una concreta programmazione di interscambio ferro/gomma per il trasporto pubblico su base provinciale fino al 12 dicembre 2010 quando la giunta regionale, scelleratamente, decise di “sospenderla”: anche il termine è stato infame perché in realtà si puntava chiaramente ad ucciderla.
Da allora in poi, ma anche prima in realtà, ci sono state innumerevoli manifestazioni, organizzate soprattutto dall’Ass. In_loco_motivi, che hanno rimesso al centro del dibattito pubblico il trasporto, la ferrovia e tutto un possibile sviluppo che vi si sarebbe potuto legare.
Info Irpinia da quando nasce – nel 2013 diviene associazione – ha da subito sostenuto questa lotta perché rappresenta una battaglia di civiltà: un luogo senza la ferrovia non è civile. Ed a furia di percorrerla a piedi, di farla conoscere, di fotografarla, di raccontarla, di riprenderla, di pulirla e di amarla è arrivato il giorno della rinascita, proprio durante la prima tappa di Estate in Irpinia 2016, il 22 maggio scorso: tappa iniziale dedicata, non a caso, proprio alla nostra ferrovia, in cui abbiamo camminato sui binari dalla Stazione di Montella a quella di Bagnoli Irpino, visitando poi il magnifico borgo insieme proprio all’ Ass. Palazzo Tenta 39. Alla manifestazione ha partecipato anche il vicegovernatore della regione Campania, Fulvio Bonavitacola, portando con sé il protocollo d’intesa che è stato poi firmato il 14 giugno da Regione, Fondazione FS, RFI, Mibact e ministero per i trasporti, per la riapertura a fini turistici. Una notizia davvero sensazionale ed inaspettata solo fino a poco tempo fa. Una vittoria del territorio che restituisce nuova speranza alla nostra gente poiché dopo tanti soprusi riusciamo, tutti insieme, a riprenderci qualcosa. Non servono più i tromboni, i reucci o i millantatori: gli Irpini il territorio se lo stanno riprendendo da soli.
Proviamo ad immaginare che cosa potrebbe essere uno sviluppo turistico legato alla ferrovia con i nostri paesaggi, i nostri vini, i nostri borghi e castelli: la possibilità reale di un domani. Proviamo ad immaginare le stazioni come centri culturali di aggregazione con bici a pedalata assistita e mezzi elettrici per visitare il territorio. Proviamo ad immaginare innumerevoli percorsi per tutte le tipologie di turisti in un sistema unico e condiviso di territorio: in Irpinia si riesce a riscoprire se stessi ed oggi è la cosa più difficile.
Il treno ripartirà finalmente: ci saliremo tutti e non ci fermeremo più.
Francesco Celli,Presidente di Info Irpinia
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IL MATTINO del 23.08.2016