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Allarme Blue Tongue a Bagnoli Irpino

15.07.2016, Avellino.zon.it

Allarme lingua blu a Bagnoli Irpino

Il virus della lingua blu si è manifestato in modo cruento, causando la morte di centinaia di ovini e bovini nelle campagne di Bagnoli Irpino.

pecora-bagnolese-1La Blue Tongue (lingua blu)terribile malattia emorragica che colpisce le pecore, sta mettendo in ginocchio gli allevamenti di Bagnoli Irpino. 

Sono centinaia i capi morti e il contagio sembra inarrestabile. 

A portare il virus è una via di mezzo fra un moscerino ed una zanzara che pizzicano gli animali indifesi, colpendone le vie respiratorie, impedendogli di nutrirsi e di muoversi e bloccando completamente l’apparato digerente, inducendoli alla morte.

La Coldiretti ha lanciato l’allarme, sollecitando le Asl ed il servizio veterinario a procedere alle dovute vaccinazioni per evitare il rischio del micidiale contagio ed aggravare ulteriormente la situazione già fortemente compromessa. La Regione Campania ha acquistato 4.000 dosi destinate ad un elevato numero di ovini e bovini, ma a causa della mancanza di dialogo e dei fraintendimenti esistenti tra gli enti, le dosi non sono state somministrate agli animali, lasciandoli allo sbando ed in balia degli insetti portatori del virus.

L’epidemia causa danni economici impressionanti: calo della produzione di formaggi, tipici della zona e delle vendite di bestiame da parte degli affranti allevatori.

Fortunatamente, non ci sono rischi di contagio per l’uomo in quanto la malattia infettiva è trasmissibile solo tra bestie. 

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15.07.2016, Il Quotidian del Sud (di Giancarlo Manzi)

Blue tongue: “Segnalare i casi”

IL CASO – L’appello dell’Istituto Zooprofilattico ad allevatori ed aziende. “Unico modo per attivare la macchina sanitaria”. Asl e associazioni già al lavoro.

pecora-bagnolese-malavizzaSul problema blue tongue, malattia che colpisce in particolare le pecore, c’è solo una cosa da fare per mettere in moto la macchina sanitaria nazionale e regionale: segnalare casi ed eventuali morti. L’appello arriva dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno (Izsm). Il commissario Antonio Limone dichiara: «Siamo già attivi per limitarne il più possibile la diffusione e ridurre i danni ad allevatori e produzioni».

In effetti, la febbre catarrale non è trasmissibile all’uomo, ma soltanto tra gli animali (quindi non pericolosa) attraverso le punture di alcuni moscerini. Quindi nessun problema nemmeno sui derivati. Il rischio è sulla possibile decimazione delle greggi. Come spiega il veterinario dell’Izsm Giovanna Fusco, nel 2016 tutto è partito dalla Sicilia. Poi Calabria. Primo focolaio campano in provincia di Salerno. Infine Irpinia: casi già registrati in provincia, come vi abbiamo raccontato la settimana scorsa. Anche se, spiega la dottoressa, «sono ancora troppo pochi».

Ad esempio, le morti: quelle ufficiali in tutto il territorio regionale risultano meno di 50. Un quadro che sembrerebbe poco corrispondente alla realtà. La Fusco ci illumina anche sulle procedure: se c’è un sospetto caso clinico, viene avvertito il veterinario aziendale. Che allerta l’Asl. Si preleva un campione, mandato a Teramo. Intanto il servizio veterinario locale definisce l’episodio ‘focolaio sospetto’. L’informazione viene caricata su una piattaforma informatica specifica per la blue tongue in diretto contatto con i ministeri competenti, che così possono avere contezza quasi in tempo reale dei nuovi focolai. Dell’eventuale diffusione della malattia. Del numero dei capi morti. Così alla conferma della presenza della malattia, sempre da Teramo.

Informazioni tutte funzionali a mettere in atto una strategia specifica per ciascun territorio. Da qui l’appello della dottoressa agli allevatori: «Non abbiate paura a segnalare». Al contrario, la macchina non parte. Gli ingranaggi su monitoraggi e azioni specifiche infatti si muovono solo facendo emergere il problema.

Capitolo vaccini. La Fusco è netta: «Nella nostra regione i sierotipi sono 1 e 4 (in uno spettro di 24 ndr). La regione li ha già a disposizione. Per il quarto ci siamo anche mossi per vedercene autorizzato uno proveniente dalla Spagna». E la Campania è anche ‘virtuosa’, perchè compra ‘l’antidoto’ attraverso il sistema sanitario. In altre infatti, sono allevatori e associazioni di categoria a farsene carico. Insomma, i vaccini ci sono.

I pastori poi, in Irpinia, sono preoccupati soprattutto su due fronti: diffusione naturalmente. E l’eventuale somma da impegnare per la termo-distruzione dei capi in caso di morte, come imposto dalle normative. Su questo, politica e associazioni di categoria si stanno muovendo per cercare di garantire una copertura al 60% della spesa. E non si esclude che alcune amministrazioni locali vengano incontro ai pastori garantendo la copertura del rimanente: «Se fosse così, sarebbe un’iniziativa lodevole» rimarca la Fusco.

Ma, almeno in Irpinia, siamo ancora ai primi palpiti della macchina. Occorre accelerare per evitare un’eventuale diffusione che può mettere in pericolo un pezzo importante della nostra economia.

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14.07.2016, Irpinianews

Allarme Blue Tongue in Irpinia, secondo Coldiretti centinaia di ovini morti. Loffreda: “Vaccini subito”

pecora-bagnolese-malavizza-2E’ Bagnoli Irpino il comune della provincia di Avellino dove, al momento, si registra il numero maggiore di casi di blue tongue, la febbre catarrale degli ovini.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti che chiede un intervento immediato delle Asl e del servizio veterinario per la vaccinazione dei capi. Sono diverse centinaia gli animali morti in irpinia e la situazione comincia a preoccupare per le gravi ripercussioni al patrimonio zootecnico.

“Dopo aver sollevato il problema – spiega il direttore di Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda – e dopo aver avuto dalla Regione ampia disponibilità alla collaborazione, scopriamo oggi che le unità veterinarie delle ASL non sono a conoscenza della disponibilità dei vaccini. Già da giugno la Regione aveva acquistato circa 4.000 dosi, mentre gli allevatori si sono sentiti rispondere dalle ASL che non vi era disponibilità. Siamo costretti purtroppo a verificare che la campagna di vaccinazione preventiva è saltata per mancanza di dialogo tra Enti. Una situazione intollerabile che mette in ginocchio l’intero comparto zootecnico”.

Oltre alla morte degli animali, la mancata vaccinazione crea gravissime restrizioni commerciali, ovvero il blocco della movimentazione degli animali, ennesima batosta alle già dissestate economie delle imprese zootecniche campane.

“Speriamo – conclude Loffreda – che la situazione vaccini venga sbloccata in tempi brevi”. La Blue Tongue è una febbre catarrale che colpisce bovini, ovini e caprini, attraverso punture di insetti, è pericolosa per gli animali ma non per l’uomo.

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14.07.2016, Ottopagine.it

Irpinia, pecore decimate dal virus. Servono i vaccini

pecora-bagnoleseCentinaia di pecore morte in Irpinia, uccise dalla blue tongue, la febbre causata da punture di insetti, che debilita e poi uccide i bovini, gli ovini e i caprini che infetta.

L’allarme è stato lanciato da Coldiretti Campania che, attraverso il direttore Salvatore Loffreda, ha puntato il dito contro le unità veterinarie dell’Asl. Loffreda afferma che gli uffici preposti hanno affermato di non avere i vaccini per la blue tongue, quando a giugno hanno ricevuto quattromila dosi dalla regione. Intanto i pastori, in particolare a Bagnoli irpino, comune più colpito, continuano a lamentarsi perché non possono dare il via nemmeno agli spostamenti degli animali.

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