«Nunc demum redit animus»: il nuovo Progetto Pilota di Ciriaco De Mita
12.07.2016, Articolo di Giuseppe Pagnotta (dal sito www.orticalab.it)
Ora si torna a respirare, afferma De Mita dopo aver conquistato, direttamente o per interposte persone e sempre grazie ad accordi a geometria variabile, la gran parte delle amministrazioni altirpine. Quindi, ora si può tranquillamente parlare di Progetto Pilota, le rivolte sono state sedate, tutta la Gallia è stata di nuovo placata.
Qualche giorno fa si è volto a Bisaccia l’ennesimo incontro tra i Sindaci dei 25 paesi del Progetto Pilota. Tante deleghe, volti nuovi, equilibri politico-amministrativi fortemente mutati. Tanto da far dire al Presidente del tavolo: «Mi pare che siano state finalmente superate oggettive prevenzioni che finora avevano caratterizzato questo tavolo. Ora le amministrazioni hanno capito che bisogna lavorare insieme».
«Nunc demum redit animus», scriveva Tacito alla morte di Diocleziano. Ora si torna a respirare, afferma De Mita dopo aver conquistato, direttamente o per interposte persone e sempre grazie ad accordi a geometria variabile, la gran parte delle amministrazioni altirpine. Quindi, ora si può tranquillamente parlare di Progetto Pilota, dal momento che ora e solo ora le amministrazioni hanno capito di dover lavorare assieme, senza inutili dissensi: le rivolte sono state sedate, tutta la Gallia è stata di nuovo placata.
In ogni caso, visto che il Progetto rimane ancora un’occasione da non perdere per sperare di poter consegnare un futuro meno fosco ai Comuni dell’Area Pilota Alta Irpinia, è doveroso pensare positivo e credere che i protagonisti abbiano veramente a cuore le sorti delle loro comunità e, collegialmente, lavorino per dare un senso ad una strategia percepita dai più ancora come qualcosa di astratto, senza alcuna ricaduta concreta. Quindi, è necessario che ogni rappresentante di ciascuna amministrazione faccia parte di un gruppo con una comune visione di sviluppo, possibilmente non calata dall’alto, e con un presidente del tavolo che sia semplicemente un «primus inter pares».
Di argomenti ce ne sono abbastanza, dal potenziamento della sanità (intesa come salvaguardia dei presidi esistenti e creazione di servizi territoriali innovativi), delle infrastrutture e dei trasporti (senza strade percorribili ed in buone condizioni difficilmente si potrà pensare a dei collegamenti efficienti e, quindi, alla garanzia della mobilità) e dell’istruzione, passando per l’accesso a reti telematiche tali da poter essere giudicate quantomeno decenti. Quindi, di carne a cuocere ce ne sta già tanta come si suol dire, la sfida è ambiziosa, la posta in palio è la sopravvivenza stessa di comunità che, strette tra impoverimento generalizzato, de-industrializzazione, crisi demografica e spopolamento, rischiano seriamente l’estinzione.
Eppure, nonostante ciò, non si è riusciti a resistere alla tentazione di andare fuori traccia. Come leggere sennò la sortita del presidente dei 25 sindaci dell’Area Pilota Alta Irpinia che, proprio durante la discussione a Bisaccia, ha affermato che realtà come Gesualdo e Mirabella Eclano dovrebbero rientrare pur se esterne al Progetto Pilota. Ma che ci azzecca!! Ma è tanto necessario allargare il campo a temi del tutto estranei alla discussione? Ma perché?
Intendiamoci, il Progetto Pilota non è né dovrebbe essere una conventio ad excludendum, lo prevede lo stesso preliminare di strategia. Ma perché Gesualdo e Mirabella Eclano? E se per il primo si potrebbe obiettare che l’inclusione è naturale dal momento che Villamaina è confinante, qualcuno di grazia saprebbe spiegare il motivo dell’inclusione di Mirabella Eclano in una strategia di sviluppo dell’Alta Irpinia? Quali sono le affinità con Monteverde? E soprattutto, perché non coinvolgere realtà come Frigento o Sturno o Ariano Irpino o, che ne so, Volturara Irpina?
La continua esigenza avvertita da qualcuno di riperimetrare il recinto dell’Area Pilota (operazione già fatta inizialmente per includere alcuni paesi del Terminio-Cervialto) rischia seriamente di snaturare le finalità e gli obiettivi già sin troppo ambiziosi del progetto, ma soprattutto dà voce a tutti i malevoli che vedono nel progetto solo un’altra grande occasione per distribuire incarichi. In ogni caso, tutti o quasi tutti – visto che di voci fuori dal coro se ne sentono davvero poche oggi giorno – leggono nelle esternazioni un preciso disegno, una strategia, dal momento che per il fautore nulla è lasciato al caso.
E il PD (che i sondaggi più recenti danno in caduta libera) cosa fa? Vi ricordate l’esilarante imitazione che Guzzanti faceva di Prodi? Sta fermo, come un semaforo! O peggio ancora, non disturba il manovratore.