Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » Articoli

Il recupero di San Lorenzo: intervista all’architetto Nappa

24.06.2016, A cura di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Maggio 2016, Anno X, n. 2)

gerardo-nappaQuale luogo è l’alfa e l’omega della comunità bagnolese se non il sacrato della chiesa di San Lorenzo? Metafora della buona e della cattiva sorte della comunità, si erge da secoli nell’ormai sempre più spopolata campagna a veglia del paese sovrastante. I vanti di Bagnoli sono ormai solo nelle memorie storiche del Sanduzzi e anche la chiesa di S. Lorenzo col suo sacrato invaso dalla selva sembra mostrare il decadimento di una comunità.
Distrutta dal terremoto del 1980 e caduta nell’oblio, la chiesetta del martire sulla graticola è tornata ad essere ritrovo della comunità con la reintroduzione delle celebrazioni religiose da parte di don Stefano dell’Angelo. Come tutti sanno si è ripresa la tradizionale processione dalla chiesa madre fino alle rovine, dove si svolge la celebrazione e riparte la fiaccolata di chiusura. Prima con don Stefano Dell’Angelo, ora con la curia e l’architetto Nappa ci sembra di vedere il luogo più bagnolese che ci sia, dimenticato dalla comunità e riscoperto dai non bagnolesi. Sarà uno scherzo della sorte, o una mera casualità?
Lo scorso anno una delibera comunale aveva annunciato il venturo recupero della struttura grazie ai fondi dell’”8x1000” della “Chiesa cattolica”. I fondi dell’”8x1000” passano spesso inosservati (non rientrando nel dibattito politico); ma ricordiamo come negli ultimi anni abbiano permesso la ricostruzione della canonica in via Amendola e il progetto di cui parliamo in quest’intervista. Per un paese ricco d’arte sacra questi finanziamenti possono realmente essere un’alternativa alle lungaggini della politica. Pertanto, abbiamo deciso di volerne sapere di più intervistando il “deus ex-macchina” del recupero della chiesa di San Lorenzo: l’architetto Gerardo Nappa. Prima di lasciarvi all’intervista ringraziamo l’architetto per la disponibilità e per aver fornito gratuitamente le sue competenze nella realizzazione del progetto. E’ davvero difficile trovare figure professionali così dedite alla promozione e alla riscoperta del territorio irpino.
Per cominciare ci farebbe piacere sapere come e quando nasce questo progetto?
Il progetto è nato nel 2015 per conto della “Diocesi di S. Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia”. Successivamente è stato realizzato un protocollo d’intesa con il comune di Bagnoli Irpino proprietario della struttura. I lavori saranno finanziati dai fondi dell’”8x1000” della “CEI”.
Venendo ora al progetto: cosa sarà conservato e cosa sarà modificato della struttura esistente?
Il progetto prevede il recupero di quanto è ancora in piedi.
Quindi siamo portati a dedurre che l’esito finale sarà simile a quello dell’abbazia del Goleto?
Non esattamente, il progetto prevede la realizzazione di una copertura con travi in legno lamellare, il consolidamento di tutti i resti in pietra ancora esistenti e il restauro del portale del 1500.
Sarà recuperato anche il blocco superiore del portale oggi distrutto?
Certamente, il progetto prevede il recupero e la ricostruzione di quanto crollato secondo i canoni dell’architettura del tempo. Sono stati effettuati particolari studi sull’opera per risalire all’esatta tecnica di costruzione utilizzata. Verranno ricostruite le parti mancanti, ma saranno messi in evidenza i nuovi interventi rispetto all’antico.
Ci stiamo riferendo allo stesso criterio usato nella ricostruzione della chiesa madre di Lioni dopo il sisma del 1980?
Si, nella carta del restauro è fondamentale evidenziare finanche la patina del tempo. Quindi è importante l’evidenziazione di quanto era esistente e di quanto è stato realizzato. Saranno messe ripristinate le preesistenze, restaurati i conci e i coppi. Infine, verranno consolidate tutte le opere previste. Questo primo intervento recupererà quanto ancora esiste della chiesa: si ripristineranno e consolideranno le mura esistenti, successivamente si concluderà il primo lotto dei lavori con la realizzazione della copertura.
Progetto-consolidamento-restauro-San-Lorenzo-Bagnoli-IrpinoLa struttura non sarà completata con un solo intervento?
Stiamo progettando un secondo intervento mirato al completamento della struttura. Questo secondo lotto dei lavori dovrà essere completato a breve, una volta iniziati i lavori bisogna completarli. In questo secondo intervento si prevede il completamento degli arredi sacri, con occhio particolare alla ricostruzione degli altari. Si provvederà a ricostruire dalle fotografie storiche in nostro possesso gli interni originari della struttura. Sarà anche completato l’annesso romitaggio. Infine, un’altra idea è quella di procedere con un eventuale terzo lotto a ripristinare il piazzale antistante in cui si tenevano le fiere. Questa è la nostra idea progettuale: vogliamo ridare importanza a questo luogo, che nel corso degli anni è andato in rovina.
Per quanto concerne le pitture sopravvissute sulle pareti in questi anni, quale sarà la loro sorte?
Venendo dalla scuola di Roma, per me è fondamentale recuperare tutto quanto è possibile salvare con interventi di ripristino degli intonaci, degli stucchi e naturalmente anche degli affreschi. Questo è nel mio interesse in qualità di progettista.
Approssimativamente quando saranno ultimati i lavori?
Per il momento sarà realizzato il primo lotto e siamo in attesa dei finanziamenti della “CEI”. In un secondo intervento vedremo di riuscire a completare i lavori con i fondi comunitari. In genere la prima fase dei lavori sarà completata con il recupero di quanto esiste in sei/otto mesi, dovendo rispettare le tempistiche dei fondi dell’”8x1000”.
Le mura esistenti saranno in grado di sopportare questi lavori, senza subire eventuali crolli?
Ho previsto un intervento di consolidamento totale partendo dalle fondazioni. Nei mesi passati ho provveduto ad effettuare numerosi sopralluoghi all’interno della struttura ed effettivamente è necessario un intervento massiccio. Prima di parlare delle mura dobbiamo intervenire sulle fondamenta. Passo dopo passo riusciremo a salvare l’intera struttura.
In conclusione, vogliamo ricordare la statua di S. Lorenzo conservata presso la chiesa di S. Giuseppe. Quest’opera senza essere stata esplicitamente mostrata al critico d’arte Sgarbi (durante la sua visita ad ottobre), ha colpito la sua attenzione. Dopo un’attenta analisi ne ha evidenziato la fattura trecentesca dai lineamenti del volto e biasimato la pesante pittura sotto cui è stato celato il pregio originario. Al completamento dei lavori ci auguriamo che la comunità provveda a complementare il recupero di questo simbolo della nostra comunità con il ricollocamento di questa statua e delle lapidi romane originariamente sulla facciata della chiesa. Inoltre nell’eventualità di un recupero del piazzale antistante, perché non spostarvi le manifestazioni del “Laceno estate” nei giorni dell’antica fiera? In allegato all’articolo, per quanti ne avessero la curiosità, inseriamo le ricerche storiche sulla struttura del prof. Gildo Parenti.
***
CENNI STORICI SULLA CHIESA DI SAN LORENZO ERRATA CORRIGE:
Il brano di seguito riportato è tratto dal libro “Bagnoli e le sue radici cristiane” dei prof. Gildo Parenti e Giuseppe Dell’Angelo. La dizione “a cura” pubblicata sul giornalino non volevasi intendere “scritto da”. L’arch. Nappa precisa come le notizie storiche sono state raccolte da varie fonti ivi compreso la gentile collaborazione di Tobia Chieffo che ha gentilmente inviato tantissimo materiale sull’argomento. Pertanto coglie l’occasione per ringraziare tutti per il lavoro svolto e per la collaborazione.
Chiesa di San Lorenzo (disegno di Angelo Labbiento)La Chiesa campestre di San Lorenzo, il più antico protettore di Bagnoli, sorse per opera di S.Amato primo vescovo di Nusco, verso il 1070, poco lontano dal luogo dove è attualmente, e dove allora esisteva il Casale omonimo, i cui abitanti qualche secolo dopo si trasferirono con quelli di altri piccoli casali sparsi nel territorio circostante, nel luogo ove già preesisteva, come si dirà in seguito, un locus chiamato baniolum, cioè Bagnoli. Caduta l’antica chiesetta venne subito riedificata, unitamente all’eremitaggio annesso, nel 1224, dai cittadini bagnolesi. Nella prima metà del seicento venne poi ingrandita come ora si vede. Sulla facciata della Chiesa e dello eremitaggio erano murate due lapidi, che per la loro importanza per la storia di qui si trascrivono: B. LAVRENTIO / OBSEQVENTIBVS / DOMUS / ALBO. BALNEOL. LAPILLO / DEVOTOQVE / ANIMO / ABSOLVTA / CIↄCCXXIV. Questa lapide, abbattuta e frantumata nel 1940, venne ricomposta accuratamente ed è ora conservata nel palazzo comunale. Nella seconda, che è ancora sul posto, si legge: D.O.M. / AC B. LAVRENTIO MARTIRI / EREMITICA DOMVS / CIVIVM BALNEOL / AERE / CONSTRVCTA ET ABSOLVTA / A. CIↄCCXXIV. Fonte: Belisario Bucci – Ispettore Onorario dei Monumenti Tratto dal libro – Bagnoli Irpino e le sue opere d’arte 1947 CHIESA DI SAN LORENZO La piccola chiesa di San Lorenzo, situata nella zona della Lombara, con la sua storia plurisecolare rappresenta forse più di ogni altro santuario della zona l’unità e la memoria autentica del popolo Bagnolese. In origine l’antica chiesetta si trovava presso la sorgente detta Moliniello, poco lontano dal luogo dove è attualmente e dove a quel tempo esisteva il casale omonimo. Sorse tra il 1070 e il decennio successivo per opera di Sant’Amato vescovo di Nusco ed era uno dei due edifici sacri che egli eresse in quest’area prima di morire. L’importanza del Santo per le origini e la storia di Bagnoli è sottolineata con chiarezza dal Sanduzzi, il quale narra la formazione dei casali bagnolesi partendo proprio dall’opera civilizzatrice del Vescovo: «Vedendo gli abitanti di questo rialto irpino sparsi qua e là per la campagna, e non sempre con dimora fissa, e considerando come non riusciva facile far sentire a tutti i dettami della religione cristiana […] cercò di raggrupparli intorno ad una Chiesa, che egli fece edificare dove non esisteva, ed al governo di essa pose un Rettore o Parroco […] così cominciarono a sorgere nell’agro Bagnolese intorno alle Chiese dei casali, che presero il nome del Santo cui esse erano dedicate ». dall’ “Ottavio” (o “Legenda”) di Francesco De Ponte, opera riportata da Pasquale Astrominica, sappiamo che Sant’Amato edificò due chiese sul territorio di Bagnoli, una dedicata a Santa Maria prope Lacenum flumen e l’altra in onore di San Lorenzo, intorno alla quale scorse subito il casale omonimo. Nel XII secolo il nuovo casale aveva già una certa importanza in tutta l’area circostante tanto da suscitare l’interesse dei Verginiani, desiderosi di penetrare nel territorio della diocesi di Nusco. Per raggiungere il loro scopo i monaci di Montevergine si rivolsero a Riccardo D’Aquino conte di Acerra e titolare del feudo di Montella appartenente ad una famiglia ostile ai Benedettini Cassinesi di Fontigliano. Il feudatario, pur di danneggiare i confinanti monaci benedettini, nel 1171 decise di cedere ai Verginiani la Chiesa di San Lorenzo, il casale e gli uomini lì residenti. Quando, tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII, per le mutate condizioni sociali ed economiche i casali presenti nel territorio bagnolese si raccolsero sulla Giudecca intorno alla primitiva cappella di Santa Maria, i primi a spostarsi furono proprio gli abitanti del vicus di San Lorenzo. Abbandonata a se stessa, l’antica chiesetta campestre andò in rovina e crollò ma la popolazione del nuovo borgo bagnolese, che in effetti aveva scelto come patrono il Santo bruciato sulla graticola, dimostrò di non aver dimenticato le proprie origini. Così già nel 1224 la cappella caduta di San Lorenzo venne riedificata con l’annesso eremitaggio, poco lontano dal sito primitivo, nel luogo dove tutt’ora si ammira. Questo evento importantissimo per la storia di Bagnoli è testimoniato da due lapidi in latino, le quali inizialmente erano murate sulla facciata della chiesa e del romitorio. Sulla prima lapide, frantumatasi nel 1940 ma poi ricomposta e conservata nel palazzo comunale, si legge: : B. LAVRENTIO / OBSEQVENTIBVS / DOMUS / ALBO. BALNEOL. LAPILLO / DEVOTOQVE / ANIMO / ABSOLVTA / MCCXXIV. Sulla seconda, andata perduta, erano incise le parole. D.O.M. / AC B. LAVRENTIO MARTIRI / EREMITICA DOMVS / CIVIVM BALNEOL / AERE / CONSTRVCTA ET ABSOLVTA / A. MCCXXIV. In particolare dalla frase Balneolano lapillo traspare evidente il grande orgoglio della popolazione per avere riedificato la chiesa con “pietre” di Bagnoli, cioè con il lavoro di tutti i cittadini o forse l’utilizzo di materiale locale. Ma le notizie sull’antica chiesa di San Lorenzo non si esauriscono qui. Nel 1235 l’Università bagnolese si assunse l’obbligo della manutenzione del fabbricato e del compenso da corrispondere ad un eremita fisso. Nel 1604 la cappella venne ampliata ad opera di Fabio Gargano detto “Lo Zoppo”, come risulta da un’altra lapide trovata dopo il terremoto del 1980 nel doppio muro della facciata. Con il precedente sisma del 1694, infatti, la chiesetta rimase danneggiata e per non abbattere il muro centrale ne fu addossato un secondo di sostegno, per cui la lapide rimase incassata tra le due pareti. Più tardi, intorno al 1662, sempre la famiglia Gargano fece eseguire dei lavori di restauro e depositò quattro ducati annui per la celebrazione di una messa mensile in suffragio di una certa Giustina Pallante. Nel 1742 vennero costruiti due pilastri in pietra paesana su cui fu poggiata la tribuna dell’organo. L’intera comunità dei fedeli si occupò della spesa, come testimoniava l’iscrizione fidelium eleemosynis, visibile fino al sisma del 1980. E grazie agli studi del professor Giuseppe Passaro che ancora oggi abbiamo notizie dell’antica struttura interna della chiesa verso la metà del Settecento erano in funzione tre altari: il centrale, con una statua in legno di San Lorenzo; il laterale in cornu evangelii, con una tela su cui erano effigiati Sant’Amato e San Lorenzo; il terzo, in cornu epistolae con una statua raffigurante il martirio di San Lorenzo. Sulla parete dietro l’altare fu sistemata una tela rappresentante San Filippo Neri. Nel 1810 l’intendente francese Giacomo Mazas, su ordine di Gioachino Murà, istituì la famosa “Fiera di San Lorenzo”, che si svolgeva ogni anno dal 4 agosto al 10 agosto, giorno della morte del Santo, avvenuta nel 258 durante la persecuzione voluta dall’imperatore Valeriano. Fu martorizzato, come la tradizione ha tramandato su una graticola infuocata e questo simbolo è scolpito sul portale dell’antica Chiesa. Col passare degli anni la fiera divenne importante e conosciuta in tutte le regioni circostanti e venduti numerosi prodotti, venivano esperti dai beni agricoli alle mercanzie dell’industria: lana, seta, calzature e dolci a base di miele. Celebri erano le gare con i cavalli che accompagnavano la fiera, tanto è vero che una località nelle vicinanze è ancora nota come “Corsa dei Cavalli”. La festa era sempre preceduta da un triduo in onore del Santo, il quale veniva portato nella chiesetta tre giorni prima dell’inizio dei festeggiamenti. La cerimonia sacra si concludeva con una sentita processione che si snodava per le vie del paese. Questa fiera ha continuato a svolgersi fino al 1933 sebbene nei calendari fieristici viene ancora riportata come esistente. Con il sisma del 23 novembre 1980 la chiesetta è crollata nuovamente ed ancora non è stata ricostruita. Si è salvato solo il portale, di grande valore artistico, architettonico e storico, risalente al XVI secolo. La storia e l’origine di Bagnoli sono legati indissolubilmente alla chiesa di San Lorenzo. Per tutti i bagnolesi essa è il simbolo di care memorie e tanti sacrifici, compiuti attraverso i secoli dai nostri antenati. Lasciare che anche questo santuario così antico cada nell’oblio, come tante chiese del passato, sarebbe una colpa che difficilmente i posteri ci perdonerebbero.
IL VIDEO

                                                                                                       

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.