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La questione Laceno sta tornando calda o meglio stracotta

18.06.2016, Email di Pietro Pagnini

La replica alle dichiarazioni del Presidente di Federalberghi Gerardo Stabile.

PIetro-Pagnini-1Siamo ormai andati oltre! Sono passati i tempi delle considerazioni, delle opinioni proprie e del io penso che… Le molteplici questioni, sono state affrontate, sviscerate e le carte disponibili sono state giocate. Tutte le opportunità sono state buttate a mare, proprio tutte, compresa la più importante, il finanziamento per l’ammodernamento impianti e l’ultima, quella di ricompattare gli operatori turistici nel Consorzio Laceno.

Per questa operazione era sufficiente recuperare gli assenti, con proposte progettuali e programmatiche credibili, la verità è che non si è voluto recuperare niente.

Se ciò è vero, ed è vero, qualcuno sta giocando sporco, oppure la mente che sta giocando brutti scherzi. Perché ? Perché chi oggi denuncia la dispersione di risorse aveva il potere decisionale di evitare la divisione, ma come al solito, alla Bagnolese maniera, si è voluto parlare di tutto, per non arrivare a niente.

D’altronde, visto che il sig. Gerardo Stabile, ogni giorno “sfruculia”, è il caso di ripassare un po’ la storia del Laceno, quella vera, cercando anche di non essere volgare per non solleticare altre sensibilità.

Il signor Stabile Gerardo, iniziò a rompere le scatole al concessionario, fin da quando intraprese l’attività di albergatore, precisamente dalla divisione con il socio, nei primi anni di attività.

Siamo nei fine anni novanta e già, il signor Stabile, muoveva azioni di disturbo al concessionario, operando sul sociale Bagnolese, unitamente al Tartaglia, al Di Capua e compagnia cantante. In quegli anni il sottoscritto, direttore del Consorzio Laceno, dopo numerosi tentativi, anche con l’intento di svelenire i toni sulla battaglia intrapresa contro il concessionario, convinse il signor Stabile ad aderire al Consorzio. Manco a farlo a posta, dopo circa due anni, il signor Stabile inizia a coinvolgere alcuni operatori e minacciare la costituzione di un altro consorzio! Si avete sentito bene, un altro consorzio! Appresa quella volontà, il sottoscritto con l’allora presidente del Consorzio, l’ing. Marzio Giannoni, decidemmo di dimetterci per agevolare l’abbandono della costituenda iniziativa.

Liberato il Consorzio Laceno, ci chiedemmo: adesso ci lasceranno operare in santa pace?. Manco per niente! Il signor Stabile, con i compagni di merenda, oltre ad appoggiare e agevolare le procedure avviate dalle Amministrazioni dell’epoca, Meloro anno 2000 e Di Mauro anno 2002, iniziarono a montare variegate azioni di disturbo. Propagande elettorali, articoli, manifesti e denunce, avanzate su tutte le opere progettate dal concessionario e in via di realizzazione, affiancandosi di volta in volta, i personaggi maggiormente interessati alle questioni da trattare.

Iniziarono cosi a contrariare la realizzazione del parco giochi di montagna, poi passarono al progetto per la messa in sicurezza delle piste da sci, per continuare con l’impianto d’innevamento programmato. Casualmente, nel 2005, il giorno tredici del mese di Agosto, il concessionario subisce un grave danno alla fune portante traente della seggiovia Settevalli. Altri dispetti e atti vandalici si susseguirono negli anni successivi, fino ai giorni d’oggi.

Certo i fatti non sono computabili a qualcuno in particolare e non vuole essere un’accusa, ma il clima avvelenato, che alcuni personaggi hanno contribuito a far crescere, aveva svolto la sua parte.

Strada facendo, si arriva all’Amministrazione Chieffo, c’è in pentola il finanziamento per l’ammodernamento degli impianti del Laceno. Il Sindaco, per liberare le aree oggetto d’intervento, valutò di cedere in cambio alla Giannoni sas, la concessione di una struttura da realizzare, la cosiddetta SPA.

Apriti cielo! Il signor Stabile si preoccupò e si adoperò a coinvolgere chiunque, operatori e cittadini, tutti insieme a fronteggiare l’iniziativa.

Arriva l’Amministrazione Nigro e lo stesso sindaco, sempre con l’intento di riappropriarsi anticipatamente delle aree, per aver decretato il finanziamento, chiede e raggiunge con il concessionario, un accordo transattivo, nel quale, in cambio del rilascio anticipato dei beni, prevede di liquidare il valore al concessionario, anche in anni di gestione della struttura da realizzare.

Spalancati terra! Il signor Stabile, nuovamente, coinvolge e convince operatori e cittadini, che sulla questione, è meglio perdere il finanziamento se lo stesso non è ripartito su tutte le attività dell’Altopiano.

Il Pluripresidente Stabile, insieme ad altri, quelli con attività collegate direttamente al concessionario, hanno iniziato a tirare la giacchetta al Sindaco, agevolati dall’Assessore al turismo, sono riusciti a far desistere il Sindaco dall’accordo.

Bene, siamo arrivati ai giorni d’oggi, e si è presentata la questione consorzio. Alcuni imprenditori, per ovvi motivi di opportunità, hanno chiesto, al concessionario, di riavviare nuove collaborazioni tra operatori, ormai assenti da troppi anni, dovute anche alle scelte, mai condivise, con la precedente presidenza del Consorzio. Fin dai primi incontri, il sottoscritto ha rappresentato al vicepresidente, signor Stabile, l’utilità e la necessità di operare insieme, tutti riuniti nell’esistente consorzio, a condizione di ripetere le elezioni degli organi consortili e rivedere le attuali cariche rappresentative. Giungono notizie che, nonostante alcuni membri condividano la proposta, il sig. Stabile decide di non avere motivo per dimettersi.

Caro Pluripresidente, è per questo che l’attività intrapresa negli ultimi giorni, ci lascia perplessi. Con il suo trascorso, non può pretendere affidabilità, sopratutto quando gli è chiesto di farsi da parte, ovviamente per il bene del Laceno.

Se desidera tanto non disperdere energie e risorse, con la nascita di nuovi raggruppamenti, così come urla ai quattro venti, perché non accetta la proposta avanzatagli dai costituendi operatori?

Che cosa pensa di ottenere, montando l’opinione pubblica un giorno sì e l’altro pure, con pubblicazioni che da una parte denunciano la grave stazione in cui versa l’Altopiano, dall’altra invocando aiuto alle istituzioni preposte alle sorti turistiche di questa località? Chiude la stalla quando ha fatto scappare i buoi? Chi l’ha visto operare in questi anni cosa può pensare di questa sua “lodevole” iniziativa? Quale candidatura nutre nel retroscena? Oppure, dopo anni di indisturbata operatività, si è convinto di avere a che fare con incapaci di mettere a fuoco chi hanno al loro fianco?

Il predicare bene è auspicabile, ma è il razzolare quello che conta e oggi, guardandosi in torno, si notano solo MACERIE.

                                                                                                       

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