Aiutati che Dio ti aiuta
14.06.2016, Rubrica di Giovanni Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Maggio 2016, Anno X, n. 2)
C’è chi dice …
… che il proverbio aiutati che dio ti aiuta è il fulcro di queste terre interne, di un’Alta Irpinia senza tanti guerrieri, ma con tanti padroni inventati dalla politica risalente alla prima Repubblica. Da allora e dal Terremoto dell’80 che si combatte con i colletti bianchi e non con un filo logico e strategico, tipico di zone ad alta intensità turistica. Qui no, qui il SISTEMA ha insabbiato il senso del vivere comune, ha iniziato i più alla rivolta verso chi non comandava e non verso chi li governava dall’alto del trono. Qui l’obiettivo non è comune, non si da importanza a quello di cui si ha bisogno se non per mangiare un giorno si e l’altro pure.
Le battaglie combattute prima, quelle che avevano impresso nei libri e nella mente delle persone alcune idee, oggi restano stampate, ma non imparate. Quel sistema alimentato dal voto di scambio ha distolto per molto tempo e continua a farlo il popolo dai veri problemi, come se avesse cambiato canale e invece di parlare della crisi, si focalizzasse sulla “farfallina” di Belen. L’aiuto a questo SISTEMA l’ha dato il susseguirsi di eventi a sfavore di queste terre che prima a Palazzo Santa Lucia contavano, anche senza l’appoggio di politicanti con il colletto bianco. Qualcuno aveva capito il potenziale di una terra e di tutta la gente, ma non era chi voleva essere: un ciabattino del Napolicentrismo, che è pure giusto, ma la questione è un’altra: abbiamo idolatrato leader sbagliati e combattuto lotte sbagliate in questa terra.
Nessuno si è posto il problema di fare l’outsider, di porsi di traverso a quelli che collaboravano anche se erano di idee diverse; quello che sta facendo Grillo a livello nazionale, ma con una linea troppo fuori dal quello che dovrebbe essere il bene del paese. Nessuno si è concentrato su una classe di popolazione se non per racimolare voti e platee gremite. Questo è il punto: non siamo considerati perché abbiamo sbagliato battaglie o per così dire abbiamo sbagliato il senso di quelle battaglie distolti dalla “farfallina” e non dalle parole di chi non interessava quella trasmissione e continuava a cambiare canale. Ad ogni modo il senso del proverbio è impresso anche sulle magliette di chi non sa nemmeno di cosa stiamo parlando, ma questo è il mondo dei Social Network e del grande momento di crisi di identità della classe dirigente, anche in Irpinia. “Aiutati che dio ti aiuta” sta all’Irpinia e quindi anche a Bagnoli, come il marchio Dop, Doc sta al Parmigiano Reggiano. Tralasciando il fatto di dio che è opinabile ora come ora, ci si può focalizzare sulla parte iniziale: “Aiutati”.
Cosa vuol dire aiutarsi, cosa vuol dire datti da fare e come si può fare? Forse è scritto da qualche parte come fare per darsi da fare anche se non sempre si può, anche perché oggi 2 ragazzi su 3 sono convinti che per lavorare, per fare una visita, per far passare le proprie idee serve una raccomandazione. Non solo i 2 su 3 hanno la convinzione che è così e non cambiano idea anche perché hanno ragione guardandosi attorno. Così vogliono e così ci fanno credere, perché le persone possono essere numeri ad un certo punto e quando vai a fare un colloquio ti sembra di entrare nella Germania di Hitler.
Però senza troppi giri di parola, forse quell’unico ragazzo su tre è quello che sarà felice di non essere raccomandato e sarà, perché no, il portavoce del verbo che si deve diffondere con questo proverbio con la speranza. Detto e ridetto che la speranza qui è il turismo e allora seguendo quell’”Aiutati” detto finora si può pensare a varie soluzioni. Fare squadra e allontanare dalla stanza chi dice: “aspetta io conosco tizio e caio”, perché quel conoscere non è gratis, ma si pagherà se non ora nel futuro e saranno bollette salatissime che non potremo pagare se non vendendo il Laceno.
Quindi, una delle soluzioni è quella di aiutarsi con un Ufficio Turistico 2.0 e, scusate il francesismo, con le “palle” sotto che deve portare turisti, anche per far capire l’importanza di un posto dimenticato da chi porta la cravatta. Poi si potrà pensare alla “farfallina” di Belen, che tutto sommato non è male, ma potrà mai risolvere il problema dell’Irpinia, soprattutto di Bagnoli Irpino e Laceno?