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Chi può dare lezione di moralità?

31.05.2016, Editoriale di Michele Gatta (da “Fuori dalla Rete” – Maggio 2016, Anno X, n. 2)

Tra ingerenze politiche della Magistratura, l’autolesionismo del popolo bagnolese e la “folgorazione” del sindaco di Bagnoli Irpino.

michele-gattaNel corso degli ultimi anni è cambiato, e di molto, il rapporto tra cittadini e istituzioni. Si avverte un crescente distacco della gente dalla politica e dai suoi rappresentanti. Chi però accusa i nostri politici di scarso senso dello stato è legittimato a farlo? Chi li elegge (noi) è moralmente inattaccabile? Io penso di no, o quantomeno non tutti, e proverò a chiarire meglio il mio pensiero.

Già in età giovanile molte azioni che accompagnano la vita quotidiana di ciascuno di noi si possono definire poco qualificanti. Si comincia con la scuola. L’innato senso di copiare un compito, maltrattare arredi, imbrattare di scritte i bagni, scrivere e disegnare a piacere sui muri dell’edificio scolastico (nella consapevolezza di non incorrere in sanzioni) evidenziano comportamenti poco educativi e moralmente deprecabili. Quando gli insegnanti denunciano tali comportamenti, a differenza di un tempo, i genitori non trovano di meglio che correre a difendere i figli, anche quando sono palesemente in difetto. E chi frequenta l’università come primo atto cosa fa? Il furbo! Cerca il modo per eludere il pagamento delle tasse o addirittura accedere al beneficio delle borse di studio. Famiglie benestanti, magari anche ottimi professionisti, proprietari di case o villette al mare, si trovano nelle condizioni di avere, con il fisco connivente o distratto, agevolazioni che in realtà non spetterebbero. Per fortuna non tutti i giovani agiscono in questa maniera. Molti di essi, con decisioni anche sofferte ma inevitabili, sono costretti ad emigrare all’estero o trovare fortuna lontano dal proprio paese. Fra coloro che restano ci sono quelli più “fortunati” che trovano una buona sistemazione grazie alla raccomandazione procurata dai propri genitori. Quante volte assistiamo a studenti che hanno riportato risultati eccellenti e che si vedono scavalcati da altri che non si sono mai segnalati per meriti e capacità?

Sempre in merito alla moralità trovo ancora più grave l’atteggiamento dei media. Si nota, soprattutto in una parte della carta stampata, una evidente faziosità e strumentalizzazione. Spesso si affrontano temi e questioni, senza il dovuto approfondimento. In sostanza subiamo una informazione palesemente fuorviante e surreale, oltre che moralmente e deontologicamente scorretta.

Qualche considerazione in più riteniamo vada fatta anche in ordine al comportamento assunto da una parte della Magistratura che di recente ha accusato di «scarsa moralità» la classe politica italiana. Non ci troviamo d’accordo rispetto a questa presa di posizione. Soprattutto quando si colpisce indistintamente una intera classe dirigente. Ma siamo sicuri che il potere giudiziario (o parte di esso) sia legittimato ad avanzare tali accuse? Più di un episodio mi fa sorgere qualche perplessità.

In diverse occasioni, alla vigilia di eventi politici, si sono denunciati gravi episodi di corruzione che hanno coinvolto anche personaggi politici di rilievo. La tempistica di tali provvedimenti è apparsa a molti quantomeno sospetta. In più, il palese schieramento di una parte di essa – più evidente nella corrente di “Magistratura Democratica” – sul referendum costituzionale del prossimo ottobre appare a molti come una inopportuna ingerenza. A riguardo non è assolutamente vietato esprimere il proprio pensiero, ma su una materia così complessa e delicata era e sarebbe auspicabile una maggiore cautela. Diversi magistrati sostengono che la nuova riforma della Costituzione possa rafforzare i governi in carica. Ma se così fosse, non è che si teme, proprio da parte della Magistratura, che tale rafforzamento possa indebolire la posizione di preminenza che ha nell’attuale sistema politico-istituzionale? Come giudicare, inoltre, l’orientamento di quei giudici che diversi anni fa, in maniera quantomeno sprovveduta, hanno invaso campi che non rientravano nelle loro competenze? Come non ricordare la netta posizione presa da parte di “Magistratura Democratica” sull’eventuale abolizione dell’art.18? O quando nel lontano 1994 protestò veementemente contro la riforma delle pensioni? Che dire di quando cercò d’intervenire addirittura sul referendum alla Fiat di Pomigliano d’Arco?

Alla luce di tutto quanto sopra esposto, ci troviamo di fronte a tentativi di interferenze politiche da parte delle “toghe”? Verosimilmente sì!

Sarebbe meglio che i nostri benemeriti magistrati, con il varo di qualche legge ad hoc,  anziché distrarsi su temi e questioni importanti ma non di loro pertinenza, si adoperino invece di più per far rispettare il principio “della ragionevole durata dei processi, al fine di arrivare a sentenze definitive in tempi brevi. Non dimentichiamoci che la lentezza dei processi è una delle cause che non favorisce investimenti nel nostro paese.

Se nella realtà nazionale assistiamo a comportamenti discutibili e controversi, anche nella nostra piccola comunità bagnolese dobbiamo segnalare atteggiamenti alquanto deprecabili. L’aspetto che più mi colpisce, e nello stesso tempo mi rattrista, è come la società bagnolese si pone rispetto alle tante attività sociali e culturali che vengono svolte con continuità sul territorio. Le persone impegnate nel sociale spesse volte non solo non vengono apprezzate per quel che fanno,  ma addirittura devono subire aggressioni verbali e giudizi sommari che fanno parte di un mal costume sempre più radicato nella nostra comunità. L’innato spirito distruttivo, unito ad una generale mediocrità politica, fanno di Bagnoli un paese dove diventa sempre più difficile quel cambio di passo indispensabile per favorire quell’auspicabile e duratura crescita sociale ed economica. Per fortuna che le suddette associazioni si son fatte per così dire “gli anticorpi” e attraverso le proprie iniziative continuano a favorire l’aggregazione sociale dando nuova linfa alle attività sportive, ricreative e culturali del paese, creando una “ricchezza” inestimabile che va assolutamente preservata.

***

P.S. Diverse settimane fa abbiamo avuto modo di leggere sul sito dell’associazione Palazzotenta39 articoli del sindaco di Bagnoli. Alcuni di essi ci sono sembrati alquanto ripetitivi e caotici, volti per lo più a ricercare lo scontro con cittadini che sollecitavano semplicemente la risoluzione di problematiche riguardanti il nostro paese. Nello stesso tempo apparivano del tutto fuori luogo e strumentali alcune richieste fatte alla nostra associazione. La disponibilità del sindaco di Bagnoli verso il nostro circolo è un dato di fatto, e questo a seguito della “folgorazione” che l’ha colpito, improvvisamente, diverso tempo fa. Ci aspettiamo, però, da parte sua, un ulteriore passo avanti, al fine di non incorrere in quelle inutili e inopportune provocazioni che non possiamo che rispedire al mittente. Il suo tentativo, ad esempio, di voler condizionare o modificare l’iter finora seguito per le interviste ai sindaci dei paesi limitrofi non ci sembra una felice idea. La linea editoriale del giornalino “Fuori della Rete” non cambia, il sindaco di Bagnoli se ne faccia una ragione!!!

                                                                                                       

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