Caro Filippo il tuo è un lapsus freudiano
15.03.2016, Email di Nello Memoli (Iscritto al PD di Bagnoli Irpino)
La replica all’articolo del sindaco Nigro “No …Nello” tratto dal giornalino dell’UDC (Marzo 2016).
Sono trascorsi tre anni dal tuo insediamento e anche tu, come altri sindaci, ti sei ammalato della sindrome di “sofaresoloio“. Che io sappia abiti ancora a Bagnoli, da quello che scrivi però mi sembri uno che abita sulla luna.
Nel tuo articolo del giornalino di famiglia (famiglia UDC intendo) hai fatto una strenua difesa dei finanziamenti di lavori pubblici in corso rivendicando, con un certo orgoglio, i nuovi canali di finanziamento e le alte amicizie. Addirittura nel caso dell’efficientamento energetico dell’edificio comunale hai tirato in ballo un ministro della repubblica UDC del governo Letta per suffragare una tesi pericolosa: il finanziamento si è avuto perché c’era il ministro amico.
Questa tesi è pericolosa per due ordini di motivi: da una parte, visto l’amico ministro, si sarebbe potuto far finanziare un qualsiasi progetto. Ma perché proprio quello? Era l’unico progetto collegato all’ambiente? In secondo, questa tua tesi contrasta in maniera evidente con la tua lettura della perdita del finanziamento per le seggiovie. Quando sei diventato sindaco, se non erro, l’assessore al turismo della regione Campania nonché vicepresidente della stessa, era un autorevole dirigente del tuo partito. Se fossi stato io sindaco con le tue conoscenze politiche mi sarei giocato, anche con l’aiuto di un ministro, il progetto delle nuove seggiovie, molto più strategico delle opere dell’isolamento termico in copertura dell’edificio comunale. Avremo potuto dire che l’amministrazione Nigro avesse fatto finanziare l’ammodernamento delle seggiovie, aldilà della bontà e della necessità del progetto ma per la bravura e l’autorevolezza del suo sindaco.
Mi hai ricordato che quasi tutte le opere pubbliche in corso sono state finanziate per tuo interessamento: bene sono contento. Ti vorrei però ricordare che le opere vengono finanziate dopo le delibere di incarico, l’approvazione dei progetti e magari dopo la loro revisione, in quanto quasi sempre dalla redazione al finanziamento necessita operare degli aggiornamenti (variazione degli importi, revisione dei prezzi ecc. ).
Per quanto attiene alla sconcertante vicenda dei dehors, nel tuo articolo si palesa un evidente lapsus freudiano. Infatti tu nell’articolo hai detto di aver voluto regolamentare <<….. un problema che si trascinava da anni puntualmente rinviato con permessi temporanei …>>. Ma guarda che il regolamento dei dehors riguarda appunto permessi temporanei (sulla carta) ma che stai cercando di rendere definitivi visto che questi permessi possono essere reiterati per 5 + 5 anni. Mi hai quindi intrinsecamente confessato che il problema è risolto per sempre e questo rafforza la mia tesi di un provvedimento che sulla carta dovrebbe gestire situazioni momentanee ma che con il tuo regolamento diventa una vera e propria variante urbanistica con un indiscriminato ed inammissibile aumento di volumetria e superficie coperta in completa disattenzione di qualsiasi strumento urbanistico.
Quanto poi ai legali e professori universitari che ti hanno consigliato voglio ricordare loro che il problema è lungi da essere risolto. Come ti ho comunicato ufficialmente in data 15 marzo, in qualità di componente della Commissione Paesaggistica, il regolamento sui dehors non potrà essere applicabile agli amici di turno perché lo stesso prevede che gli interventi siano realizzabili su aree pubbliche o ad uso pubblico. Ebbene se fai una piccola riflessione anche tu, che sei un ottimo medico, potrai capire che un’area ad uso pubblico deve avere determinate caratteristiche. Cito ad esempio la Sentenza del Consiglio di Stato sez. IV del 2012 che dice : <<Affinché un’area possa ritenersi sottoposta ad un uso pubblico è necessario oltreché l’intrinseca idoneità del bene, che l’uso avvenga ad opera di una collettività indeterminata di persone e per soddisfare un pubblico, generale interesse>>.
Ebbene caro sindaco un’area privata posta all’interno di una proprietà privata se pure accessibile quando i cancelli non lo impediscano, non può considerarsi un’area ad uso pubblico perché questa qualità deve essere intrinseca al bene e, nello stesso tempo, deve soddisfare un pubblico interesse generale. L’esempio è quello di un porticato privato ad uso pubblico, di un marciapiede, di una strada. Nel caso del regolamento dei dehors l’approssimazione con cui si tenta di occultare un evidente scempio urbanistico con un semplice regolamento comunale dimostra la scarsa lungimiranza di una amministrazione che pensa ad accontentare i suoi votanti più che a risolvere problemi di interesse generale.
La dimostrazione di ciò è che lo strumento urbanistico principale (il PUC) è, dopo tre anni di amministrazione Nigro, ancora argomento tabù .
Auguri per Pasqua.
Cortesemente: dopo tutte le problematiche tecniche e burocratiche, quando avrete intenzione di ridarci le nostre aree?(Largo Castello e Largo Fosso).
Grazie
Marzo Pascal
Nella giornata odierna ho avuto modo di leggere vari articoli proposti dal sito dell’associazione “Palazzotenta39”. A uno di questi ho anche apportato un mio umile contributo. La sensazione che ho colto nel leggere i suddetti articoli, con relativi ed importanti commenti, è la seguente:
Il servizio pubblico, che da circa otto anni Palazzotenta39 fa pervenire nelle case di tanti cittadini bagnolesi, sparsi un pò in tutto il mondo, è diventato un riferimento di grande spessore.
Per noi tutti, che abbiamo costruito tale associazione, è un motivo di grande soddisfazione.
Oggi tanta gente, molto legata al suo paese, è partecipe di tante cose che succedono e si sviluppano nella loro comunità. Esserne informate, sempre tempestivamente, pongono agli stessi qualche riflessione che potrebbe essere sintetizzata in poche parole:
“Siamo orgogliosi di avere un’associazione che da quanto è nata, permette di farci sentire ancora più bagnolesi”.
E di questi tempi,dove si vive di poche certezze, e con problematiche sempre più nebulose in cui il nostro paese sembrerebbe imprigionato,il sito dell’associazione “Palazzotenta39” resta la vera e inaspettata conquista per una comunità che spesse volte in passato è riuscita solo a denigrare iniziative costrette a chiudere i battenti.