20.02.2016, Il Quotidiano del Sud

L’idea: un progetto complessivo nei nuovi fondi UE.

«Ora è arrivato il tempo di guardare avanti». È il messaggio che il sindaco Filippo Nigro vuole lanciare al paese, dopo le polemiche e le accuse ricevute dai consiglieri di minoranza Aniello Chieffo e Dario Di Mauro in merito alla questione seggiovie.

In primis, quindi, al di là della ‘storia del finanziamento ‘ adesso via a un progetto complessivo di sviluppo per il Laceno: «Del tavolo regionale se ne è già parlato. Abbiamo in mento un pacchetto su cui già esistono studi di fattibilità del passato che intenderemo riprendere e attualizzare. Non solo seggiovie, ma tutto il complesso, compreso le Grotte e il Lago Laceno. Abbiamo inoltre portato l’argomento anche all’attenzione del Progetto Pilota. Tutto per intercettare la nuova finestra di fondi UE 2014-2020».

Poi, la replica alle accuse di poca trasparenza e ‘approssimazione’ che avrebbe portato alla perdita dei 15 milioni. Nigro vede un consigliere Dario Di Mauro «troppo appiattito sulle posizioni di Aniello Chieffo». Primo, la sentenza TAR del 2008. Nel 2002 l’amministrazione avverte il gestore Giannone, che, per l’ente, la concessione delle aree sarebbe scaduta a 29 anni. Poi, la delibera che cita proprio questa lettera. Il gestore la impugna, ma nel 2008 il TAR dice: non è ammissibile, dovevate impugnare il primo atto.

Per Nigro, se allora l’amministrazione avesse fatto valere questo primo pronunciamento, le aree sarebbero state ‘liberate’. Ora, tutto è in mano al Consiglio di Stato, da cui ancora si attende un verdetto. In questo modo però «la candidatura del finanziamento nel’accelerazione della spesa non avrebbe avuto nessun problema», con i terreni di nuovo nella disponibilità del comune.

La minoranza ha sostenuto che si doveva procedere con lo stesso meccanismo del primo ok, ovvero con i fondi FAS: «problema è che la regione ha preso tutto l’APQ Sesto atto integrativo e l’ha caricato nell’accelerazione. E, tra questi, c’era appunto il progetto seggiovie».

Per Nigro senza quella candidatura nel ‘calderone’ caldoriano, «non ne avremmo nemmeno più parlato. I FAS, a quanto pare, sarebbero stati spesi per altro». Due seggiovie, e non tre per 15 anzichè 12 milioni, «perché per il terzo impianto non c’era la VIA VAS necessaria. Quello presentato, quindi, non era un progetto alla fase embrionale, anzi, era basato su uno del 2010, definitivo».

A Chieffo il sindaco chiede conto dell’ufficio FAS, chiuso qualche settimana fa, «che aveva previsto incarichi per 200mila euro a tecnici non di Bagnoli». Su questo sarebbero in atto dei contenziosi. Tutto da vedere.
Bollate come «ridicole», invece,le accuse all’Udc sulla presunta sospensione sollecitata dalla sezione locale al deliberato di Bassolino nel 2010: «Se avessimo avuto questo potere per fermare il progetto, lo avremmo utilizzato per ottenerlo una volta insediati».

Infine, accordo transattivo giudicato inutile e non passato al vaglio del consiglio dalla minoranza. Nigro è chiaro: «Avevamo avuto rassicurazione su una piena e incontestabile disponibilità delle aree una volta sottoscritto». Ma così non è stato. Forse che, lascia intendere il primo cittadino, per qualche manovra politica in contesto elettorale? Ma, ormai, questa è storia.