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Seggiovie, la minoranza insorge

19.02.2016, Il Quotidiano del Sud

Chieffo e Di Mauro: «Ora un tavolo tecnico con la Regione. La sospensione da parte di Caldoro? Sollecitata dall’Udc locale».

Bagnoli-Irpino-Minoranza-Consiliare-Dario-Di-Mauro-Nello-Chieffo-1Le seggiovie? Una questione regionale. Altro che botta e risposta tra sindaco e gestori. Intervengono, e duramente, sulla questione i due consiglieri di minoranza Aniello Chieffo e Dario Di Mauro.

La proposta: al più presto un tavolo tecnico con palazzo Santa Lucia. Il Laceno, le sue piste da sci, insieme alle grotte del Caliendo e la Chiesa di San Domenico «sono espressione di un piolo turistico di livello regionale. Attrattori unici, come Ischia e Capri. Così vanno trattate, con una delibera ad hoc».

L’imperativo, quindi, è ricominciare da capo «al di là delle chiacchiere stucchevoli. Oggi Laceno o lo salviamo o lo chiudiamo. Serve un vestito su misura, ivi compresa la questione con i gestori. La Campania ce lo dica con chiarezza».

Da qui mini-storia del finanziamento. Secondo i consiglieri, esempio di una poco felice gestione tipica meridionale. Si parte dalla sospensione, da parte di Caldoro, della delibera del 2010 della Giunta Bassolino sul finanziamento per un progetto candidato nei FAS con la tipologia dell’appalto integrato. La nuova amministrazione, guidata da Filippo Nigro, opta per la strada dell’accelerazione della spesa: «Abbiamo sempre sostenuto che, in questo modo, il finanziamento era a forte rischio».

La scelta dell’appalto integrato? Un modo per garantire al massimo il controllo dell’amministrazione sulla realizzazione: «Chi si sarebbe aggiudicato la gara avrebbe anche dovuto approntare progetto definitivo, convenzione, oltre i lavori. Così c’era anche al soluzione per la gestione. Invece, a Bagnoli, nonostante il grosso pericolo di perdere, come poi è stato, il finanziamento, si è preferito proporre un progetto, alla sola fase embrionale (e non in realtà esecutivo cantierabile), per favorire e mantenere in piedi un sistema lobbystico secondo il ragionamento: ‘o accontentano il sistema, o i soldi non arrivano’ senza considerare la perdita per il territorio, convinti che la politica potesse ‘aggiustare’ a proprio piacimento le norme. Dopo la revoca della sospensione, tutto si sarebbe dovuto rimettere in moto con lo stesso meccanismo di prima».

L’accusa qui si fa molto pesante: «Questa sospensione di caldoriano memoria è stata sollecitata dall’UDC di Bagnoli. Uno, evidentemente, per non farci attribuire, a suo tempo, il merito. Due, per la sola colpa di aver scelto una strada che garantisse al massimo l’ente».

Sbagliato insistere anche sull’accordo transattivo con Giannoni, gestore degli impianti, altro punto su cui i due hanno dato battaglia,  «tra l’altro mai presentato in Giunta e in consiglio. Sulle seggiovie non esiste alcun deliberato ufficiale».

La regione a gennaio 2015 ha sentenziato: così com’è si confugura come aiuto di Stato, e non si può finanziare. Senza contare che, visionando i verbali dei consigli, viene fuori che Chieffo e Di Mauro hanno più volte sollecitato il sindaco a pretendere dalla regione atti e non solo rassicurazioni informali: «Poca trasparenza. Ogni passo che ha portato alla delibera del 2010 è stata condivisa con la regione. Con Nigro invece non si è mai capito bene. Di spiegazioni ne abbiamo viste più sui giornali che in consiglio. Si dia conto del proprio operato nelle sedi opportune».

                                                                                                       

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