Il cinghiale è innocente ma …
06.02.2016, L’Amaca di Michele Serra (La Repubblica)
L’emergenza cnghiali in tutta Itaia.
Il CINGHIALE è innocente. Fino a una trentina d’anni fa trottignava sparuto nei nostri boschi, a rischio di estinzione. Faceva un paio di figlioli per volta, la cinghiala indigena (nostrale, dicono i toscani).
Poi associazioni venatorie non meglio specificate, e molto imprevidenti, importarono dall’Est bestiole molto prolifiche, cucciolate di dieci o dodici, raffiche di porcelli che hanno invaso prima i campi incolti poi quelli coltivati, e oggi frequentano, come bruschi avventori, anche i cassonetti delle periferie urbane, grufolando tra le nostre porcherie.
Non è colpa del cinghiale. Ma la popolazione stimata (un milione di grugni) è insostenibile: se avete qualcosa da obiettare vi porto a vedere il mio campo di frumento ribaltato quasi per metà. Poche cose come la natura, che è pragmaticissima, rendono insulse le ideologie.
Voglio un gran bene al cinghiale e lo considero incolpevole, ma solo l’uomo, ormai, può rimediare allo squilibrio provocato dall’uomo, il governo della natura è al tempo stesso nostro obbligo e nostra condanna. O li si convince a parole, i cinghiali, che devono lasciar perdere i coltivi, o sono senza alternativa le battute di caccia.
Magari – questo sì- destinando la carne non al commercio (c’è chi ci specula, e sono gli stessi che hanno provocato il disastro) ma alle mense dei poveri.