Un nuovo inizio
18.11.2015, Articolo di Ernesto Di Mauro ’94 (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2015, Anno IX, n. 6)
In primavera, quando di castagne poco se ne sente parlare, scrissi un testo sulla crisi della castanicoltura, attività regina dell’economia di Bagnoli. Sono passati alcuni mesi e sembra che finalmente qualcosa sia cambiato. Sono stati anni durissimi: la mancanza di lavoro, la crisi economica nazionale e poi quella delle castagne hanno messo in ginocchio le famiglie Bagnolesi, da sempre abituate ad attendere il periodo autunnale per fare cassa e successivamente investire.
Responsabile della crisi, ormai gettonato argomento di discussione, é il Cinipide Galligeno. Una vespa che si riproduce una volta ogni 12 mesi ed avanza con un raggio di 10-20 chilometri l’anno. Scoperto per la prima volta in Italia (primo caso europeo) nel 2003, a Bagnoli abbiamo avuto le prima galle, alloggio delle larve del parassita, nel 2009.
Da quel momento, nel giro di un paio d’anni, si è azzerata la produzione. I piccoli produttori hanno abbandonato i castagneti a se stessi, i grandi si sono visti costretti a comprare e trattare castagne provenienti dall’estero: Cile,Perù,Turchia, Portogallo. Finalmente però quest’anno si è avuta un’inversione di tendenza. In alcune zone dei castagneti bagnolesi la produzione è ripresa e si va verso un recupero di circa il 60% di essa. Un ottimo risultato, viste le produzioni minime degli ultimi anni. Un risultato da tutelare e incrementare.
Ci sono varie ipotesi sul come questa ripresa sia avvenuta: il tempo, la reazione del castagno al parassita, il Torymus. Sembra che la natura abbia avuto un sussulto d’orgoglio e che miracolosamente la pianta abbia riacquisito forza. Infatti ciò che si nota non é solo la prosperosa quantità di castagne , ma anche la buona qualità di esse. Sicuramente l’azione del Ministero delle politiche agricole con il lancio del Torymus, antagonista specifico del Cinipide, ha influito positivamente sulla ripresa. Sul sito possono essere visualizzate le quantità di lanci dell’antagonista e,specificatamente,si può vedere che la maggior parte di essi è stata fatta in Campania, grazie all’impegno delle associazioni e della politica.
Purtroppo però c’è stato chi inconsapevolmente ha adottato metodi più invasivi e pericolosi per l’ambiente, con scarsi risultati, pur di cercare di incrementare i propri profitti. Un comportamento del tutto incosciente e ignorante, che effettivamente andrebbe punito. É ovvio che sto parlando degli agenti chimici antiparassitari. Prima di ottenere questi risultati, quando ancora effettivamente la produzione, nonostante i lanci, rimaneva scarsa, avremmo potuto porci la domanda: vale la pena inquinare l’ambiente, essere menefreghisti nei confronti della flora e della fauna, al solo scopo di riprendere la produzione di castagne ed incrementare la propria economia? Oggi possiamo affermare: No, assolutamente no! Questi risultati hanno dimostrato che l’unica via da perseguire e tutelare è la lotta biologica.
Tuttavia è una strada e una lotta che va perfezionata. Infatti si é avuta una ripresa a zone, in alcune la produzione arriva al 60%, in altre si è tenuta più bassa. È un fattore importante da valutare, per cercare di andare a fondo della questione e debellare del tutto il problema. Bisognerebbe invitare esperti del settore che potranno mettere in risalto le differenze fra le zone e mettere a punto un programma di lotta particolare per ognuna di essa. Ovviamente se ce n’è davvero bisogno e se questa ripresa a macchie non è frutto di una pura casualità.
Sarebbe un grande sospiro di sollievo dell’economia bagnolese, ma non solo. Anche una grande spinta di armonia per la società, che in questo periodo ha sempre messo in risalto volti molto stanchi, ma estremamente soddisfatti. Un elogio va fatto alle associazioni, a quei cittadini che hanno messo a disposizione i propri fondi, alla politica. A tutti coloro che si sono impegnati affinché siano pervenuti questi risultati. Tutto ciò a dimostrazione che non tutta la società e chi la governa ha del marcio, come qualcuno ci vuol far credere. Ma é importante non far mancare l’impegno proprio ora che abbiamo trovato un punto di ripartenza.