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Sgarbi: “Per il Marco Pino da Siena contatterò il Ministero”

02.11.2015, Comunicato stampa

Si conclude “Il Nero di Bagnoli” con l’inaugurazione della Pinacoteca del Lenzi alla presenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Visita-di-Vittorio-Sgarbi-a-Bagnoi-Inaugurazione-Pinacoteca-1-Novembre-2015Dopo tre settimane di sagra e ben trecentomila visitatori si conclude in grande “Il nero di Bagnoli” con la visita al patrimonio artistico bagnolese del prof. Vittorio Sgarbi. Tra selfie e degustazioni nei vari stand il pomeriggio è trascorso alla scoperta dei tesori bagnolesi, spingendo Sgarbi a promettere il suo personale interessamento per la salvaguardia delle opere del complesso domenicano.

Accompagnato dal primo cittadino dott. Filippo Nigro, dall’assessore alla cultura dott.ssa Grazia Maria Lepore, dall’architetto Gerardo Nappa, dal prof. Tobia Chieffo presidente dell’associazione “Bagnoli è amore” e da Federico Lenzi dell’associazione “PalazzoTenta39 nella veste di guida turisrtica, il tour del critico d’arte Sgarbi è iniziato partendo dalla chiesa di Santa Margherita. Edificio costruito sul finire del quattrocento dai bagnolesi per ingraziarsi la contessa Margherita Orsini e sede di “Il Museo che non c’è”: quadri e statue provenienti dai depositi parrocchiali. Si tratta di prezzi di gran pregio del seicento napoletano, ad eccezione di un Cristo cinquecentesco del fiorentino Giovanni Balducci, tra cui il prof. Sgarbi ha individuato un “Cristo” attribuito al Pacecco che da una sua attenta analisi dovrebbe essere invece dello Spinelli. Sgarbi ha anche apprezzato la tela ottocentesca del Michele Lenzi che raffigura la processione dell’immacolata e una tela seicentesca del
Ricciardi.

La visita è poi continuata alla volta del monastero domenicano dove ad attenderlo c’era una vecchia conoscenza di Sgarbi: la “Madonna del Rosario” di Marco Pino da Siena, un’opera monumentale del 1576 per commemorare la potenza di Ambrogio Salvio, confessore dell’imperatore Carlo V, e delle famiglie bagnolesi che combatterono la battaglia di Lepanto. Un’opera vittima di pessimi restauri, come spiegato da una delle restauratrici che ha lavorato ai primi interventi conservativi sull’opera, e conservata a pezzi sul pavimento di un monastero: senza deumidificazione e messa in pericolo da frequenti infiltrazioni d’acqua. “Servirebbe un altro terremoto per rimediare ai danni di
questi restauri”, è stato il commento di Sgarbi dinanzi a tale scempio.

Si è continuato, poi, visitando le rovine della cappella di San Domenico, della sagrestia, del chiostro e del magnifico soffitto a cassettoni. Il dottor Creta, direttore generale dei musei in Campania, si è detto particolarmente colpito dalla fattura del pavimento
maiolicato del sagrato: smontato e conservato in delle cassette sul retro.

Successivamente ci si è diretti presso la collegiata insigne di Santa Maria Assunta dove è stato illustrato un bellissimo vestito in fili d’oro cinquecentesco appartenente a una Madonna del Rosario, un dipinto del D’Asti che riprende fedelmente la “Pietà” del Carracci, il “Cristo Morto” del Domenico De Venuta della scuola di Giovanni Colombo, i vari dipinti del D’Asti e del Cestaro allievi dei Solimena che adornano la volta, il coro ligneo seicentesco monumento nazionale, i resti del coro quattrocentesco e le spoglie di S. Onorio martire arrivate nel 1688 dalle catacombe di San Callisto.

In ultimo, è stato visitato il museo con le sculture lignee della scuola d’intaglio bagnolese nella chiesa di San Giuseppe. Tra decine di opere Sgarbi ha notato un San Lorenzo in legno del quattrocento di elevata fattura (una testa importante: donatellesca), ma rovinato nel suo eccezionale panneggio da un orripilante colorazione.

Il momento clou della giornata è stata l’inaugurazione della pinacoteca comunale del pittore macchiaiolo irpino per eccellenza: Michele Lenzi. Alla presenza del sindaco Nigro, dell’assessore alla cultura Lepore (che ha fortemente voluto la riapertura), del parroco Don Stefano Dell’Angelo e degli eredi del Lenzi, Vittorio Sgarbi ha tagliato il nastro tricolore a uno dei più bei musei irpini che annovera anche opere del Grassi, del Martelli e del D’Asti. La storia del risorgimento, gli scorci dell’Irpinia ottocentesca, le scene di vita quotidiana dei tempi che furono in centoventi opere degli allievi del Mancinelli, nonché seguaci del Panizzi, sono state illustrate ai presenti. In particolar modo, grande attenzione hanno attirato i piattini dipinti dal Lenzi e dal Martelli per le principali esposizioni d’arte nazionali dell’epoca. A detta di Sgarbi un museo raccolto come quello di Bagnoli è davvero un’eccellenza e un simbolo d’amore per l’arte a dispetto degli immensi spazi vuoti dei classici musei.

In serata presso la sala Caterina ha preso il via il convegno organizzato dall’amministrazione comunale di Bagnoli Irpino sui tesori di quella che fu definita “la piccola Firenze d’Irpinia”. L’architetto Nappa in una presentazione ha illustrato le mille risorse del comprensorio Bagnoli-Laceno, mentre l’assessore alla cultura Grazia Maria Lepore ha sottolineato l’importanza della pinacoteca Lenzi per Bagnoli e l’impegno dei volontari per il suo riallestimento. Il sindaco Filippo Nigro ha sottolineato più volte nel corso della conferenza che “Il nero di Bagnoli” non è solo food: è un percorso culturale e naturalistico nel nome del prezioso tubero del Laceno. Oltre alla escursioni e alle visite guidate, grandi convegni hanno dato lustro a “Il nero di Bagnoli”: si è andato dal regista Assanti con il film “Ultima fermata” al convegno con Giuseppe De Mita e Rosetta D’Amelio, fino alla chiusura in grande con Vittorio Sgarbi.

Per ultimo ha preso la parola un Vittorio Sgarbi raggiante per la splendida giornata passata a Bagnoli, collegando la sua presenza alla chiusura dell’Expo poche ore prime alla sagra bagnolese, per dichiarare che “l’Expo ha chiuso a Milano, ma è continuata a Bagnoli irpino (con le sue eccellenze agro-alimentari)”. Il fattore culturale che è mancato all’Expo è stato, invece, presente nella kermesse bagnolese. Nell’enunciazione di quanto visto nel pomeriggio un’uscita sull’amico di Nusco e della sua banda di deficienti che hanno tappezzato l’Italia di villini in cemento armato ha scatenato il panico in sala. Subito dopo Sgarbi ha precisato che a suo parere il vero esempio di democrazia cristiana è quello che ha trovato in questo paese, che non rinnega le sue origini e che s’impegna nella salvaguardia dell’identità della comunità attraverso l’arte. A colpire il professore è stata anche l’opera dello storico locale Gildo Parenti, sulle radici cristiane di Bagnoli attraverso una trentina di chiese esistenti o scomparse presenti nel paese.

Sgarbi ha inoltre auspicato che venisse reso effettivo il museo delle tele (S. Margherita), il museo delle statue (S. Giuseppe) e l`auspicato museo dei paramenti sacri. Ha poi ricordato con affetto l`amico don Remigio Maria Iandoli,  portando via con se alcune opere del precedente parroco di Bagnoli.”

Sul finale, dinanzi alle pressioni dei presenti, ha pubblicamente promesso di chiamare al più presto il ministero per rimontare l’opera del Marco Pino e ha anche preso a cuore la causa del complesso di San Domenico che da anni attende finanziamenti per tornare all’antico splendore. E ha dato la sua disponibilità ai volontari locali per ritrovare la “Trinità” di Mattia Preti sparita a fine ottocento dalla chiesa madre.

Sgarbi si è congedato esortando la comunità a non piangersi addosso e di operarsi attivamente per il recupero del suo patrimonio artistico.

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LA NOTIZIA SUI GIORNALI:

IRPINIANEWSIRPINIATV.IT

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LE FOTO DELLA VISITA DI SGARBI A BAGNOLI

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IL VIDEO/ SGARBI ALLA SCOPERTA DEI TESORI DI BAGNOLI IRPINO

di Giovanni Nigro (dal sito www.avellinozon.it).

Il Comune di Bagnoli Irpino ha voluto la presenza di Vittorio Sgarbi, critico d’arte e personaggio televisivo, per inaugurare la Pinacoteca Comunale “Michele Lenzi”. Sgarbi è arrivato intorno alle 16:30 e, appena arrivato si è immerso in quella che era l’ultima giornata de “Il Nero di Bagnoli”: un evento strutturato in treDSC_0243 week end che ha portato nel paese altirpino turisti da ogni parte d’Italia che hanno potuto assaporare e prendere visione di quello che è la Sagra della Castagna e del Tartufo di Bagnoli. Si chiude quindi con la cultura Il Nero di Bagnoli, una cultura che si incastra bene negli eventi organizzati in questo mese di ottobre: basti pensare alle visite guidate e ai musei aperti proprio per l’evento.

A chiudere questo evento di grossa portata irpina e campana è stato proprio Vittorio Sgarbi che, dopo aver girovagato tra gli stand è ritornato a vedere il dipinto di Marco Pino da Siena che è custodito dalla popolazione bagnolese nel Convento di San Domenico. Qui il critico ha dichiarato: «sono luoghi notevoli, in parte recuperati dopo il terremoto che hanno perso un po’ della loro aurea in restauri approssimativi…». Poi si sbilancia nel dichiarare la sua volontà di vedere l’opera di Marco Pino in un luogo degno. Poi continua: «occorre fare un terremoto nuovo, perché quello che è stato fatto dopo il terremoto è legato a una dimensione di sufficiente rispetto del patrimonio artistico».

La visita continua alle opere ed i tesori di Bagnoli Irpino con l’inaugurazione della Pinacoteca Comunale e con la visita alle altre chiese del borgo irpino, fino ad arrivare all’incontro-dibattito nella Sala Consiliare del comune in cui hanno preso parola il sindaco Filippo Nigro che ha raccontato la voglia di svolta del paese, non solo visto come eccellenza di enogastronomia, ma anche un paese pieno di cultura. L’assessore alla cultura Grazia Maria Lepore ha introdotto un tema importante che è quello del Laceno d’oro che è partito da Bagnoli ospitando grandi volti e menti del cinema neorealista come Pier Paolo Pasolini. L’architetto Gerardo Nappa che è un cultore dell’arte ha mostrato le bellezze bagnolesi in foto alla platea, molto gremita per l’evento ed infine Sgarbi.

Vittorio Sgarbi nel suo intervento, oltre a raccontare al pubblico il suo apprezzamento ai cibi e ai vini che ha assaggiato, non ha rinunciato alla critica all’Expo di Milano. Conducendo così al discorso di Irpinia che è statoDSC_0308 tra Emilia Romagna e Toscana, uno dei primi padiglioni presenti. Una Irpinia condizionata anche dalla politica, non manca infatti la stoccata al sindaco di Nusco Ciriaco De Mita che fa parte, secondo Sgarbi di una generazione di amministratori incuranti della cultura. «L’Italia democristiana era un cesso, piena di villette e pale eoliche», dice Sgarbi. In conclusione ha espresso la stima per gli abitanti e per la cura dei tesori, dicendo: «Bagnoli è un presidio naturale di Slow Food, in un senso non solo legato al cibo, ma anche legato alla civiltà artistica».

                                                                                                       

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