Che senso ha parlare di Irpinia e di turismo quando accade quel che è accaduto a Montella?
04.10.2015, Il caso (di Lara Tomasetta, da www.orticalab.it)
Il Museo della Castagna di Montella resta chiuso a poche settimane dalla più nota Sagra:una sconfitta che colpisce tutti e che racconta di una realtà ancora lontana dalle logiche dello sviluppo.
Era il 7 novembre 2014 quando veniva inaugurato, nel Comune di Montella, l’eco Museo della Castagna: un piccolo gioiellino di innovazione strutturato su sei ambienti ricchi di contenuti multimediali che giocano sui cinque sensi. Tavoli interattivi, diffusori olfattivi, il meglio della tecnologia per avvicinare ed incuriosire i visitatori ad uno dei frutti più pregiati della nostra terra.
Il progetto, patrocinato dal Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo Rurale, dal Ministero delle Politiche Agricole, dalla Regione Campania, dal PSR Campania e dal Parco Regionale dei Monti Picentini, veniva inaugurato in occasione dalla Sagra della Castagna.
Quel museo – a soltanto un anno dalla sua apertura – è chiuso ed è difficile capire per quanto tempo sia rimasto effettivamente aperto.
Settimane? Mesi? Non è dato saperlo.
Cattiva gestione? Mancanza di fondi? Incapacità di renderlo capace di autofinanziarsi?
Quel che è noto è che delle tante buone intenzioni racchiuse tra le mura di questo tentativo mal riuscito di sviluppo territoriale oggi ci è rimasta solo la sua veste virtuale: un sito web fortemente emblematico del fallimento cui si è andati incontro.
Un sito non aggiornato in cui, al posto dei contenuti reali per le varie sezioni, sono rimaste – ancora oggi – le diciture di rito inserite dagli informatici in fase di programmazione: un divertente navigare tra “Voluptatem accusantium dolorem laudantium, totam rem aperiam..”. Diciture valide sia per le sezioni relative alle sale, sia per “chi siamo” , “cosa facciamo” e così via.
A poche settimane dall’inizio dell’edizione 2015 della Sagra della Castagna e del Tartufo – sbarcata quest’anno finanche su quotidiano nazionale “La Repubblica” – siamo a domandarci se, in concomitanza dell’evento, per contentino quel museo verrà riaperto o resterà chiuso, per buona pace delle migliaia di visitatori attesi che ogni anno affollano le stradine della bella Bagnoli. Per buona pace degli amministratori, degli investitori, delle aziende, degli artigiani e degli agricoltori che pure tanto fanno per il territorio e che potevano rivedere in quel museo un baluardo, una conquista, una testimonianza di sviluppo targato Irpinia.
Quesiti che andrebbero rivolti a chi in quel progetto ci ha creduto, lo ha sostenuto, lo ha finanziato e lo ha promosso e che, oggi, per ragioni varie, si ritrova con una scatola non funzionante.
Una vicenda come tante che non trova compimento in sé stessa, ma assume i contorni di un ragionamento più ampio specie se calato nella realtà che ci affanniamo a descrivere.
Una realtà, quella giornalmente raccontata, fatta di tanti progetti di sviluppo, di pianificazione strategica, di programmazione europea e di concertazioni su area vasta e piani integrati.
Ma questa stessa realtà, al cospetto di vicende come quella poc’anzi raccontata, perde di senso e di significato perché dimostra come sia indissolubilmente legata alle scelte ed alla gestione della piccola amministrazione che può determinarne – per buona parte – il successo o l’insuccesso.
Non è oggi che si scopre che quel museo – che doveva finanche dare la possibilità ai suoi avventori di acquistare i nostri prodotti e farli recapitare direttamente a domicilio – sia attualmente chiuso. Non lo scopriamo noi e non lo scoprono le amministrazioni che hanno taciuto una simile sconfitta.
Una sconfitta che, appunto, colpisce tutti, indistintamente, e dinanzi alla quale molto c’era da dire e per la quale molto c’era da protestare, soprattutto se misurata con l’enorme potenziale di cui la Sagra della Castagna di Bagnoli è ormai da anni testimone.
Il momento storico ed i prossimi appuntamenti politici ci fanno presente che per certe scelte non è più possibile adottare simili atteggiamenti, ed ogni area o Comune che sarà portatore di interessi per lo sviluppo del territorio dovrà farsi carico di una responsabilità per la quale rispondere – innanzitutto – con chi sta costruendo la vera forza dell’Irpinia.
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I COMMENTI A MARGINE …
Antonio Ziviello scrive:
Si rimane sbigottiti di fronte a cotanta conoscenza del territorio da parte di chi probabilmente non vive stabilmente sul territorio stesso, non conosce la realtà quotidiana della terra montellese e non appartiene al tessuto sociale locale.
Non avendo conoscenza (né diretta né per sentito dire) dell’autrice dell’articolo, dalle colonne dello stesso si può evincere chiaramente che ella sarà docente di scienze del turismo o titoli equipollenti di livello internazionale per affrontare tematiche di questo tipo, entrando nel merito di questioni tanto dettagliate. Sembrerebbe, tuttavia, che tali questioni e tali problematiche non siano conosciute e/o riportate per quelle che sono. Non a caso è notizia di qualche giorno fa la delibera della giunta comunale montellese che assegna parte di quei locali per un progetto di turismo e certificazione del territorio: Sigillo Informatico, marchio HI dei prodotti agroalimentari altoirpini, progetti di sviluppo del territorio. Oltre ad altri due progetti di fruizione e arricchimento dell’offerta della struttura. Ma chiaramente ci si è fermati al sito web, con ogni probabilità senza schiodarsi dalla scrivania (reale o virtuale) dalla quale si pretendono di dare lezioni di turismo e di territorio senza calarsi nelle realtà del territorio stesso e senza conoscerlo per quello che è realmente.
Altrettanto evidente risulta la confusione tra Montella e Bagnoli Irpino che ricordiamo essere due comuni distinti: l’EcoMuseo è sito in territorio montellese, la Sagra del Tartufo è una realtà bagnolese. Basterebbe usare google maps o una banale cartina geografica per notarlo.
In estrema sintesi si è utilizzata un’occasione per dimostrare buone doti di docenza universitaria di 13° livello, ottima sintassi periodale, ripasso generalizzato delle fonti di finanziamento, ma scarsa conoscenza dei contenuti. Peccato.
Con ogni riguardo.
IL VICESINDACO DI MONTELLA – Ing. Antonio Ziviello
Lara Tomasetta scrive:
Signor vicesindaco, non ho il piacere di conoscerLa nella stessa misura in cui Lei non conosce me. Mi lasci in primo luogo informarLa che a mia firma, su questa testata, sono stati pubblicati forse centinaia di articoli, interviste ed approfondimenti sull’Alta Irpinia e sui territori di questa provincia. E non dalla scrivania, potrei farle diversi nomi di personalità che operano fuori e dentro le istituzioni, imprenditori ed associazioni, che potrebbero ben confermarle questa verità. Ciò detto, entriamo nel merito. Cominciamo col dire che il solo stato in cui versa il sito del museo sarebbe elemento più che sufficiente sul quale ragionare. Ma il punto, fermo restando il vergognoso spettacolo che quella pagina web ci consegna, è che Lei non entra nel merito di quel che è contestato in questo articolo. In primo luogo, il museo è stato aperto al massimo tre settimane ed è tutt’oggi chiuso. Questo è un fatto e i fatti sono testardi. Di più, nel momento in cui Lei distingue tra Montella e Bagnoli confessa, al mondo e non certamente a noi, di essere prigioniero di una visione municipalista del territorio che confligge con le fondamenta del marketing territoriale e di una qualsiasi visione di sviluppo organico dei territori. E questo è grave, non solo per i cittadini di Montella ma per l’intera Alta Irpinia, posta l’importanza, la storia e le ricchezze di cui Montella è vetrina. Ancora, volendo rimanere al merito, io ho posto solo una serie di domande aperte sulla base di fatti oggettivi che Lei, tra l’altro, neanche contesta. Domande di una giornalista, domande che potrebbero essere poste da qualsiasi cittadino e persino da qualsiasi turista interessato a prendere visione del museo. Domande che certo non esigono di essere poste da esperti o da accademici, posto che un curriculum lo abbiamo anche noi. Infine, prendiamo atto con favore della delibera da Lei citata, come delle buone intenzioni che Lei ha snocciolato nel suo garbato commento. Speriamo in bene e coraggio.
Antonio Ziviello scrive:
La distinzione era nel merito del suo articolo, ma non certo si può essere accusati di visione municipalistica quando proprio il progetto di cui Le parlavo riguarda 21 Comuni dell’Alta Irpinia riuniti nell’Associazione Temporanea di Scopo Montella-Calitri che, unitamente alla Città dell’Alta Irpinia, sta portando avanti politiche di sviluppo comune del territorio. Tanto c’è da fare ha ragione, non tutti gli obiettivi possono risolversi in un battito di ali, ma non permetto che si possa descrivere una versione tanto pessimistica e catastrofica della situazione. Quando vuole, La invito a Montella così potremo parlare personalmente e le illustrerò tutti i progetti di sviluppo sostenibile che ha in campo la nostra cittadina. Saluti.