Tartufo nero di Bagnoli: pessima reputazione tra gli “addetti ai lavori”
20.11.2010, Notizia
Su molte riviste e siti web che trattano di cucina, ricette, prodotti tipici, eventi e guide itineranti, spesso ci si esercita a scrivere articoli di approfondimento sul “TARTUFO”, prodotto del sottobosco italico considerato in assoluto il più pregiato e desiderato al mondo. Ebbene ogni qualvolta (raramente …) si parla del nostro tuber mesentericum, il tartufo nero di Bagnoli, i giudizi non sono quasi mai lusinghieri. Scarsa è la considerazione del prodotto, negative le valutazioni sulle proprietà organolettiche e sul sapore-odore del tubero nostrano.
Un esempio? In questi giorni sul sito www.dissapore.com, il sig. Massimo Bernardi, editore del portale, si è divertito ad elaborare, con il prezioso suggerimento degli internauti (solo 35 commenti!!!), la prima enciclopedia multimediale del tartufo: “Tartufedia 2.0″. Al nostro prodotto di eccellenza sono state dedicate soltanto due “sprezzanti” righe:
«Tartufo nero di Bagnoli Irpino. Il tartufo campano non spicca per le doti organolettiche, l’odore di catrame è decisamente sgradevole. Arriva a maturazione nel periodo che va da settembre a gennaio».
Ancora meglio (o peggio, a secondo del punto di vista) ha fatto la sig.ra Barbara Mei sul sito www.spigoloso.com con l’articolo «Tutto ciò che volevate sapere sul tartufo», dove dalla elencazione dei tartufi d’Italia manca, inspiegabilmente, il Mesentericum bagnolese.
Occorre a questo punto intervenire – e prontamente – per salvaguardare la secolare reputazione del nostro “oro nero”. L’Associazione Tartufai dei Monti Picentini, ente istituzionale a ciò preposto, faccia la voce grossa: chieda spazio e visibilità a questi siti web (e non solo); sventoli ai 4 venti le migliori recensioni del prodotto, acceleri l’iter per la creazione di un marchio protetto, programmi una mirata campagna di marketing per meglio far conoscere, promuovere e valorizzare il tanto bistrattato tartufo nero di Bagnoli. (m.n.)
Riportiamo il commento all’articolo di M.Bernardi sul sito “dissapore.com” da parte di Luca Branca, Vice presidente Associazione Tartufai dei Monti Picentini.
“Siamo alle solite. Sapete parlare solo del tartufo di Alba (ovvero del Molise, della Campania e della Basilicata – perchè oramai viene soprattutto da qui), e nemmeno bene, mi riferisco ai giornalisti (?) di questa rivista web, senza conoscere nemmeno lontanamente quello che scrivete. Vi chiedo, gentilmente, di togliere dal sito le ingiurie che avete scritto a proposito del Tartufo nero di Bagnoli Irpino e vi dico pure il perchè.
1. Il nero di Bagnoli era conosciuto e apprezzato dal 1700;
2. E’ riportato tra i prodotti tipici del Regno delle 2 Sicilie;
3. Ogni anno 150.000 persone partecipano alla oramai trentennale sagra di questo prodotto che si svolge l’ultima settimana di ottobre a Bagnoli Irpino (Av);
4. Il nero di Bagnoli lo mangiate quando comprate il nero di Norcia e Spoleto (e da ignoranti quale siete lo pagate fior di quattrini e non dite niente);
5. Mi piacerebbe conoscere chi ha scritto quelle baggianate a proposito del sapore di catrame e al gusto sgradevole, l’insalata di tartufo alla bagnolese ha vinto 5 o 6 anni fa il primo premio tra i piatti a base di tartufo in Emilia Romagna;
6. Non è la prima volta che siamo costretti ad intervenire contro campagne denigratorie fatte da testate “strane” nei confronti il NOSTRO TARTUFO e ci piacerebbe sapere chi c’è dietro (chi è Massimo Bernardi?);
7. Il nostro tartufo ha tanti estimatori, ha prezzi ridotti (80-100 a volte 200 euro/Kg) ma non per questo è da disprezzare come avete fatto;
8. il nostro tartufo ci consente di avere un integrazione di reddito che per una realtà montana è molto, molto importante;
Pertanto vi invitiamo a Bagnoli Irpino (Av) per venire ad apprezzare dei deliziosi piatti a base di T. mesentericum ovvero tartufo nero ordinario di Bagnoli.
Ma, soprattutto, vi diciamo informatevi prima di scrivere delle solenni cazzate.
Grazie.”
Grande risposta di Luca. Leggevo proprio in questi giorni sul web i pessimi commenti sul Tuber Mesentericum e ne ero rimasto anche io disgustato. Tra l’altro , non sono un esperto, ma in questi anni ho assaggiato tutti i tipi di tartufo e il “nostro” tartufo nero non è assolutamente secondo a nessuno (saranno gusti, ma l’ho preferito al bianco mangiato a Bra “Ristorante Il battaglino”) . P.s. anche ad Alba ho parlato con tantissimi che ormai prendono anche il bianco da Montevergine e dall’irpinia e salernitano in generale e poi ne fanno un marchio “locale” settentrionale….
p.s. 2 In un ristorante di Fabro “sgamai” letteralmente il propietario che usava tuber mesentericum al posto di tuber melanosporum…e tutti facevano i falsi intenditori del nero pregiato
Massimo Bernardi dal sito “dissapore.com”, in modo laconico ed irridente (dal nostro punto di vista), ha così risposto alla “incazzatura” di Luca Branca:
“Calma. Siete seriamente interessati a dimostrare che abbiamo scritto “solenni cazzate”? Organizzate una cena a base di tartufo nero di Bagnoli, e invitate 5 lettori di Dissapore che vivono in zona. Poi ne riparliamo.”
Riportiamo la piccata controreplica alla risposta di M.Bernardi sul sito “dissapore.com” da parte di Giuseppe Caputo, già presidente dell’Associazione Tartufai dei Monti Picentini, oggi componente influente dell’Ente.
“Ognuno può scrivere quello che vuole, sono convinto che il sig. Bernardi non ha mai assaggiato il nostro tartufo. Dall’alto della sua sarcastica arroganza ci ordina di invitare a Bagnoli 5 lettori del sito “dissapore “(fa tutto cio’ per fare publicita’ al suo sito scalcagnato) come se questi suoi 5 lettori fossero Vissani, Bistarelli, Cracco, Ricciardi e Cella, chef di fama internazionale. Comunque non abbiamo bisogno di “dissapore” per commerciare il nostro amato tartufo.Bye bye”
Ulteriore commento di Luca Branca:
“Signor Bernardi
sinceramente non abbiamo niente da dimostrare. Deve dimostrare lei dove ha preso quelle notizie a proposito del tartufo di Bagnoli, noi le abbiamo già dimostrato quello che dovevamo. Poi la sua richiesta è pressochè assurda. 5 persone della zona? Ci fornisca lei i nominativi, noi non ne conosciamo. Comunque se vuole un giudizio imparziale chieda a Pisaniello chef della “Locanda di Bu” a Nusco, le saprà dire qualcosa a proposito dell’insalata di tartufo alla bagnolese. Comunque questa storia è molto triste e credo che lei invece di invocare la calma dovrebbe dare le scuse ad un intero territorio. Grazie.”
La proposta della “Locanda di bu“:
“Salve, sono Jenny della Locanda di bu mi piacerebbe avere il sig. Bernardi con i suoi ospiti e il sig. Branca per un’attenta degustazione del nostro tartufo nero di Bagnoli Irpino con la speranza che si ricreda.. A presto!”
Con l’intervento della “Locanda di Bu”, il tutto finisce a … “taralluccio e vino”, pardon a “tartufo e nocillo” (lo diciamo per sdrammatizzare, sperando che nessuno si offenda).
Questa battuta ci è scappata con l’intento soltanto di stemperare gli animi. Ci scusiamo se qualcuno l’ha fraintesa.
Cio’ detto riteniamo invece lodevole, di buon senso e degna di attenzione, la proposta lanciata da Jenny per conto della Locanda di bu.
Commento da parte del sig.“Ubaldo” sul sito dissapore.com :
“Sono pienamente d’accordo con lei signor Branca, ogni tartufo ha le proprie qualità e il tartufo di Bagnoli non deve essere classificato “sgradevole” perchè non lo è assolutamente e ci sono un mare di ricette che possono confermarlo.”