La Pinacoteca Comunale di Bagnoli si arricchisce di altri due quadri
25.08.2015, La notizia (di Federico Lenzi)
E’ Domenico Caruso (nella foto a destra) il benefattore di questo 2015 per la comunità bagnolese. Il concittadino emigrato negli Stati Uniti d’America e tornato per le vacanze estive, dopo aver parlato col primo cittadino del riallestimento della pinacoteca comunale non ha esitato a concedere per esposizione due opere di famiglia conservate nella sua casa di Bagnoli.
Si tratta di due dipinti di dimensioni medio-grandi. Il primo è opera del Trillo, che nel 1890 imitò fedelmente su quella tela una precedente bozza di Michele Lenzi (morto nel 1886). E’ una raffigurazione della Bagnoli ottocentesca alla vigilia dell’avvento della fotografia. L’olio su tela in questione è in un ottimo stato di conservazione e mostra colori brillanti, a differenza di molte delle opere bisognose di restauro appartenenti al municipio. Si vede una Bagnoli inquadrata dalle campagne dell’odierno rione San Vito, su tutto spicca la chiesa madre con una pittoresca “iureca” arroccata sulla collina di Lafelia. Il paese sembra, poi, finire nella zona dell’odierna piazza circondata da un castello ancora abitato, dalle abitazioni del “tarraturo” e dalle ultime case dell’”anisi”. Trillo ci svela anche un’inedita rappresentazione della località “torre”: senza abitazioni e con l’edificio d’avvistamento medievale in ottime condizioni e un rudere adiacente. Sullo sfondo una maestosa Acellica domina la scena di questo mondo incantato, che molto si richiama alle più celebri vallate svizzere.
L’altra opera è sempre un olio su tela ottocentesco, ma di autore anonimo. Potrebbe essere stata realizzata proprio dal Lenzi o da uno dei suoi allievi, viste le forti somiglianze alle opere del più celebre pittore bagnolese. Si tratta di una scena di vita quotidiana: una giovane donna e un pastore con le pecore al pascolo sul rione Sorbo di Montella (ai piedi di Verteglia) e lascia intravedere il “monte” e il santuario del SS. Salvatore. Sullo sfondo il classico stile dei macchiaioli, a cui si rifecero questi artisti bagnolesi ottocenteschi, non lascia distinguere bene Bagnoli dove le montagne sfumano nel cielo azzurro. La prospettiva e la messa a fuoco dell’opera lasciano pensare a un pittore che ben conosceva l’alta irpinia, tanto da raggiungere un posto fuori dalle grandi vie di comunicazione.
Le due opere sono esposte su dei piedistalli nella pinacoteca comunale, in attesa di una sistemazione definitiva con l’inaugurazione ufficiale di ottobre.
I QUADRI