Quale futuro per il Circolo?
24.08.2015, Articolo di Michele Gatta e Mimmo Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2015, Anno IX, n. 5)
Leggendo l’articolo di Rocco Dell’Osso (“Continuous Improvement” …), inviato alla redazione “Fuori dalla Rete” e puntualmente pubblicato in questo numero del giornale, ci corre l’obbligo di fare delle precisazioni che riguardano alcuni aspetti da lui evidenziati, e non solo. Ci sembra che emerga nell’autore dell’editoriale uno stato d’animo poco sereno che va ad inficiare, almeno in parte, le tante interessanti questioni sollevate, per alcune delle quali è auspicabile anche una immediata realizzazione (vedasi attivazione area soci, invio via email ed in formato PDF del giornalino).
Il circolo, nato nell’ottobre 2007, aveva come finalità quella di mettere al centro delle proprie attività «la cultura», intesa nella sua più ampia accezione. Obiettivo sicuramente ambizioso e non facile da perseguire in un paese dove la guerra tra guelfi e ghibellini non è mai terminata. Bene sono andati i primi due anni. Successivamente, anche a seguito dell’ «emigrazione» in altri lidi di alcuni dei suoi principali interpreti, l’associazione ha perso un po’ del suo smalto iniziale. E questo era anche fisiologico.
La domanda da porsi a questo punto è la seguente: chi ha gestito il Circolo in tutti questi anni non è stato all’altezza del compito assegnatogli? Può essere che i “dirigenti” attuali e passati non sono stati adeguati al ruolo. Per la verità, però, non si sono viste tante alternative. Ma non è questo l’aspetto che, da solo, può giustificare l’attuale fase “declinante” (almeno questa è la percezione).
Potrebbe, invece, essere interessante porsi un ulteriore interrogativo: non è che l’idea del circolo di “area”, bocciata nella fase costituente e tenacemente tenuta ai margini in tutti questi anni, vuol essere riposta al centro del dibattito interno al Circolo? È questa un’interessante domanda alla quale ci auguriamo si possa rispondere in modo chiaro e trasparente, possibilmente nelle sedi opportune e dandone conto innanzitutto ai soci e poi, perché no, anche alla popolazione bagnolese che da anni segue con interesse le dinamiche dell’associazione.
PalazzoTenta39 è in vita da circa otto anni e qualcuno dovrà, prima o poi, rendersi conto e magari farsene anche una ragione, che operare a Bagnoli Irpino in questo “campo minato” per così tanto tempo, e fare anche qualche buona iniziativa, nonostante gli attacchi e le imboscate subite, è veramente qualcosa che ha dell’incredibile e dell’eccezionale. Per far meglio, ci mancherebbe, c’è sempre spazio e tempo, magari con nuovi protagonisti.
Tanti sono stati i “gufi” e le “civette” che hanno tifato contro questa sperimentazione associativa, con scarsi risultati per la verità. Le persone invece più disinteressate, ma non per questo disattente, i tanti concittadini che quotidianamente ci seguono attraverso il sito web (abbiamo raggiunto la soglia dei 700.000 contatti, e lo diciamo con un pizzico d’orgoglio), non si capacitano su cotanto autolesionismo e spronano, incitano, l’associazione a proseguire questa esperienza, che rappresenta un “unicum” nell’intera provincia di Avellino. Sfidiamo chiunque a segnalarci, tra i comuni dell’area, un sito web così ben strutturato ed aggiornato come quello di PT39, che è diventato un po’ la memoria storica di questo paese nell’ultimo decennio (oltre 4000 gli articoli finora archiviati). Senza dimenticare la periodica pubblicazione del giornalino “Fuori dalla Rete” (negli ultimi tre anni sono state realizzate oltre 20 edizioni) che, attraverso i suoi qualificanti editoriali, le interviste, gli approfondimenti e le rubriche tematiche arricchisce il sito web e alimenta costantemente il confronto e la dialettica interna al paese.
Nonostante questo, in maniera improvvisa ma non inaspettata, arriva l’ennesima “denuncia” (dal «fuoco amico», mai completamente spentosi in questi anni) che rivela le “nefandezze” che sarebbero state messe maldestramente in piedi da alcuni componenti del circolo. Il tutto allo scopo di determinare e magari condizionare la “guida” stessa dell’ associazione. Si respingono con forza tali accuse che ci appaiono del tutto prive di fondamenta oltreché ridicole, atteso che nel caso specifico non si tratta di guidare un gregge, come qualcuno invece si ostina a pensare.
Si sente dire, da qualche parte, che il paese avrebbe bisogno di una nuova associazione culturale, una sorta di “Palazzo Tenta 39” versione 2.0. Una “intuizione” – tardiva per la verità, visto che di questo ne ha parlato Federico Lenzi già 2 anni addietro – venuta fuori, chissà perché, all’indomani di uno dei momenti topici della vita sociale e politica di Bagnoli. Saremmo curiosi di capire come si svilupperebbe questo nuovo progetto e quali obiettivi e programmi intenderebbe perseguire. Se fosse a carattere esclusivamente culturale, con nuovi interpreti che degnamente rappresentassero l’iniziativa, saremmo lusingati e pronti ad applaudire. Se così non fosse, non solo non saremmo interessati, ma immaginiamo, e per una volta facciamo noi le Cassandre, che possa avere vita breve, come sta inesorabilmente accadendo (sembra) ad un altro ambizioso progetto politico locale «ancora in culla».
Ma ritorniamo all’editoriale dell’amico Dell’Osso. Come non essere d’accordo con lui quando denuncia il mancato rinnovo delle cariche dei Probiviri? Una cosa da non far dormire la notte! (lo diciamo per sdrammatizzare). Anche se, nel rispetto dello Statuto e verso gli associati, va risolta quanto prima questa annosa questione risalente, se non ricordiamo male, al 2010/2011. Chi ricopriva a quel tempo cariche elettive?
Poca autocritica dei dirigenti dell’associazione? La facciamo quotidianamente, forse non a sufficienza (senza fustigarci però), ma restando coerentemente ed umilmente aggrappati all’idea di voler contribuire a cambiare le cose in questa comunità; e mai “dileguandoci”, senza lasciare alcuna traccia di sé, come qualcuno ha fatto quando è stato chiamato a ricoprire un ruolo “apicale” nel Circolo.
Permalosità? Può essere, ma sicuramente molto di meno rispetto a chi immagina che le conferenze possano avere un loro interesse solo quando si è personalmente investiti a co-presenziarle. Altrimenti, ed è successo, le si snobbano o boicottano.
Democrazia interna, elezioni, deleghe e arbitri? Meraviglia che certe critiche vengano da chi, più di altri, sa che in democrazia contano sempre i numeri, e su quelli non si può discutere. Anche se all’interno di un Circolo culturale, come fregiamo di definirci, vi è ampia libertà di movimento, a prescindere dal ruolo. Sorprende che certe affermazioni le faccia chi ha partecipato attivamente ad alcune assemblee del Circolo, nelle quali si è tentato, invano, di proporre liste di candidati alle elezioni; dove è stata bocciata, anche se a posteriori e dopo le ultime turbolenti elezioni, la proposta di eliminare lo strumento della delega (la questione, comunque, può essere sempre riproposta nelle prossime riunioni); e dove per coinvolgere qualche associato a presidiare i seggi si è dovuto fare i salti mortali. La morale sui giocatori in campo e sugli arbitri appare quindi stucchevole oltreché fuori luogo.
Ci auguriamo, comunque, che l’amico Rocco, di recente subentrato nel Consiglio Direttivo e al quale auguriamo buon lavoro, persona seria e competente e di grande sensibilità sociale, possa con lucidità contribuire a migliorare le attività del Circolo. Ne abbiamo davvero bisogno. Avrà tutto il nostro sostegno ed incoraggiamento.
Voglio innanzitutto tranquillizzare gli interlocutori sulla serenità del mio stato d’animo; il mio scritto è frutto di attenta meditazione, supportato dalla profonda conoscenza delle dinamiche in seno all’associazione.
Devo altresì ringraziare gli autori della risposta al mio articolo; risposta pressoché immediata, a testimonianza della sensibilità e rilevanza delle questioni evidenziate.
Devo ringraziarli anche perché con la loro risposta hanno avallato e confermato (inconsciamente), punto per punto, l’analisi da me esposta. Difatti circa i 2/3 dell’articolo sta li a declamare i meriti del circolo con tutte le attività positive e ben fatte (mai messe in dubbio e alle quali probabilmente ho contribuito, magari in minima parte), senza però entrare minimamente nel merito delle problematiche evidenziate. In aggiunta, nel restante 1/4, pur avendoli esortati a non scendere su sterili polemiche personali, non sono riusciti a far altro che “attaccare” la persona con argomenti puerili, con evidente caduta di stile, e comunque sempre evitando di entrare nel merito dei problemi posti.
Più di tutto li ringrazio perché, in verità, alcuni punti sembrano essere stati prontamente recepiti (vedi elezione probiviri, attivazione area soci, pubblicazione verbali assemblee e direttivo, trasmissione/pubblicazione area soci del giornalino); solo non capisco perché le stesse cose ripetute per anni nelle varie riunioni non sono mai state fatte, ed oggi appare così banale dargli seguito.
Infine, rimetto candidamente ai mittenti le attestazioni di stima finali, le quali, viste le dissertazioni precedenti, sono a dir poco fuori luogo, per non dire una volgare presa in giro.
Saluti e alla prossima.
Rocco Dell’Osso
P.S. – il lettore attento avrà notato che la somma algebrica delle porzioni di articolo considerate non corrisponde all’unità. Non è un errore; semplicemente alcuni passaggi (forse dietrologia spiccia) proprio non sono riuscito a capirli in maniera compiuta, restano quindi per me incertae sedis.