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Esportare Bagnoli nel mondo: l’azienda “Cappetta Castagne”

22.07.2015, L’intervista di Federico Lenzi (da Fuori dalla Rete – Giugno 2015, Anno IX, n.4)

Azienda-agricola-Cappetta-Bagnoli-IrpinoA sette anni dalla comparsa del cinipide e del crollo dell’economia castanicola che da secoli sosteneva l’economia di queste terre, facciamo il punto della situazione con “Castagne Cappetta”. “Cappetta Castagne” rappresenta uno dei principali imprenditori del settore per quanto riguarda l’import e l’export di castagne a livello internazionale. Ci siamo recati pertanto presso il suo impianto nel suggestivo scenario della località Caliendo, per scoprire come le nostre castagne vengano lavorate e da un piccolo paesino della Campania finiscano sulle tavole di mezzo mondo. Una storia di lavoro e impegno che ha portato una piccola realtà ad espandersi da Bagnoli Irpino ad altri continenti, dopo anni di duro lavoro. Un’esperienza decennale che ha visto tonnellate e tonnellate di castagne passare dai sacchi dei nostri castagneti ai container frigoriferi in giro nei principali hub commerciali del pianeta.

In fondo all’articolo troverete un approfondimento sulla crisi della castanicoltura oltre il cinipide, alcune statistiche a livello regionale e nazionale, e il punto sulla situazione bagnolese emerso dal dialogo con “Cappetta” e alcuni produttori locali.

1)  Come nasce e si sviluppa questa realtà imprenditoriale? Qual è la sua dimensione occupazionale al momento?

Nasce agli inizi degli anni 70, grazie a mio padre Michele Picariello che dedicandosi a tempo pieno alla cura dei fondi castagnali e investendo tempo e denaro ha acquisito sempre più fiducia tra i produttori e commercianti. Il tempo ha premiato la sua passione e dedizione consolidando una realtà che oggi, nonostante le tante problematiche, riesce ad essere presente sul territorio e a competere nei mercati. Adesso la dimensione occupazionale aziendale è di 30 operatori che svolgono la mansione di carico, scarico, selezione, confezionamento e trasporto del prodotto.

2)   Quali sono le vostre produzioni e il tradizionale procedimento di lavorazione della castagna?

Siamo un’azienda trasformatrice che produce Castagne Secche Sgusciate, Castagne Del Prete e Farina di castagne, il nostro metodo di essiccazione sono il “tradizionale” e il “moderno” metodi attuati in base all’esigenze di mercato, il tradizionale consiste nell’essiccazione delle castagne in appositi locali con l’ausilio della legna di castagno, un processo di affumicatura antico che dura circa 20 giorni, ottenendo frutti con una tonalità più scura e con un sapore intenso, con  quello moderno si effettua un essiccazione semi-industriale, un impianto alimentato con una caldaia a biomassa (bucce di castagne) un processo che dura 4 giorni ottenendo frutti con tonalità chiara e un sapore delicato , in pratica un prodotto artigianale industrializzato.

3) Come’è strutturata la filiera produttiva sparsa sul territorio di Bagnoli che rifornisce la vostra azienda?

S’inizia con l’approvvigionamento delle castagne fresche acquistate da produttori, commercianti, mediatori, giunte al nostro sito si da inizio ad una rapida setacciatura, calibratura, e disposizione sui locali di essiccazione, il prodotto sgusciato, risetacciato e selezionato segue una linea automatizzata di confezionamento per poi essere catalogato, lottizzato e stoccato in celle frigo per un ottimale stato di conservazione prima di essere consegnato agli acquirenti

4) Per quanto riguarda l’export su quali mercati e in che modalità viene ad operare la vostra ditta?

Il 90% della produzione è orientato sul mercato asiatico, nord americano ed europeo, la merce etichettata e bancalizzata su pallet viene spedita via mare con container o via terra con autoarticolati, solitamente ad aziende grossiste.

5) Il cinipide è comparso nel 2008 nei nostri castagneti, come ha subito la vostra impresa quest’epidemia nel corso degli anni? Quali concorrenti stranieri si sono giovati della situazione?

Per via della scarsa produzione legata all’epidemia del cinipide, abbiamo avuto un rilevante calo , basti pensare che fino a qualche anno fa riuscivamo a trasformare 1500 tonnellate di prodotto fresco in prodotto finito in 7 mesi, siamo in attesa di una svolta riguardo al contenimento del cinipide e ai miglioramenti climatici per riprendere ritmi abituali sul nostro territorio. I paesi che giovano della situazione sono la Turchia, Spagna, Portogallo,Albania, Grecia, Montenegro. Invasi da fornitori esteri perdiamo anno per anno ingenti fette di mercato che ci costringono a sopravvivere nella speranza che il tutto possa ritornare al suo posto, recuperando una delle principali fonti economiche del nostro paese.

6) Al momento qual è la situazione della produzione castanicola locale e le stime future? Riuscite ancora a garantire la produzione o dovete importare castagne dall’estero?

La produzione locale è molto vicina allo 0% e la misera quantità ottenuta nei castagneti non risulta nemmeno qualitativamente commerciabile, un durissimo colpo per tutta la filiera.

In questo periodo siamo obbligati ad importare e a processare castagne dalla Spagna, Cile, Turchia e Portogallo per sopperire alle esigenze dei clienti. Fino a pochi anni fa Montella, Bagnoli Irpino e comuni limitrofi detenevano una storica superiorità, di una qualità ineguagliabile, Castagne fresche , Secche e Farina ricercate da paesi oltreoceano per la loro caratteristica organolettica. Dati i molteplici fattori negativi è impossibile poter prevedere l’andamento futuro della produzione castanicola.

                                                                                                       

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