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Angelo Memoli, l’artista che scava nel cuore del legno

28.05.2015, Il personaggio (di Incoronata Vivolo, dalla pagina facebook lacenobellonaturale)

Anche se proviene da oltre i confini dell’ Irpinia, Angelo ha legato le sue radice tra i meravigliosi monti dell’entroterra della costa amalfitana e il Laceno, unendo la personale passione per la montagna alla lavorazione scultorea del legno.

La sua è una vita semplice, ama gli spazi liberi, stare a contatto con la natura che ama e considera amica. Uomo mite, generoso, di indole creativa, schivo da ogni forma di pubblicità, che non ama oziare, considera la sua attività un agevole e genuino passatempo nel cuore del Laceno, dove abitualmente lavora nel suo piccolo laboratorio.Ritengo, tuttavia, che egli rappresenti, in linea con le prospettive della pagina facebook di manifestare le bellezze invisibili di Laceno, una risorsa non trascurabile e meritevole di attenzione.

Giunge giovanissimo a Bagnoli Irpino nel 1959 da Cava dei Tirreni per realizzare un suo progetto: dedicarsi alla panificazione. Progetto che in seguito concretizza, divenendo un artigiano affermato. In quel periodo la tecnologia non aveva ancora segnato il passo e la panificazione veniva esercitata con la forza delle braccia, con il lievito madre e farine di qualità; lungo le stradine del paese e nelle antiche mura del quartiere si avvertiva quel profumo più antico al mondo: il profumo del pane appena cotto. Era una delizia! Nasce, così, nella spontaneità di un gesto, nell’attesa della lievitazione dell’impasto e la cottura al forno del pane, l’occasione per Angelo di guardare un pezzo di legno. Lo tocca, lo accarezza ed entra nel cuore di un’idea: dal legno materialità apre alla spiritualità, coniugando l’animo dell’artigiano all’innata e inconsapevole passione per la scultura lignea. Forse è anche un po’ per quell’antica abitudine, che egli conosceva, dei nostri pastori che, fin dai tempi più lontani, mentre badavano al pascolo del gregge, utilizzavano scarti di legno per intagliare pipe, bastoni, collari per legare i campanacci. Oppure, come egli stesso mi riferisce, mentre osservava il bagnolese (c.d. “tarramoto”) intagliare il legno per realizzare piccoli utensili, pensò di provare a realizzare un oggetto qualsiasi. Sostengo, invece, che Angelo possiede un dono divino, ricco di energie invisibili, sottili che conservava nel suo animo sensibile. Inizia, così, a guardare con le mani e a modellare con gli occhi ed il suo lavoro da quel momento si spinge sempre più avanti e attraversa la conoscenza fisica della materia legno che diventa arte. Trasforma cortecce, tronchi, radici, rami – che raccoglie nel corso delle sue passeggiate in montagna – in figure lignee di particolare rappresentatività in grado di sollecitare emozioni in chi li osserva attentamente.

Angelo legge e scava nel cuore del legno l’emozione di ciò che è insito e riesce, con straordinaria forza espressiva, a rappresentare ciò che è invisibile ai nostri occhi. Perché la raffigurazione è già nella corteccia, nel tronco, nella radice, nel ramo e la tira semplicemente fuori togliendo il di più. Realizza, così, temi figurativi unici ed originali eseguiti rigorosamente a mano: statue, mascheroni, volti, bassorilievi, forme di un animale. Volteggia da soggetti religiosi a soggetti della nostra quotidianità con sferzate di vitalità. Ogni pezzo risulta lavorato integralmente, senza assemblaggi, la cui caratteristica è la semplicità espressa in forme essenziali, forme pure e minime ma feconde e ricche di significazioni.

La maggior parte delle rappresentazioni, afferma Angelo, non nasce da un idea ex ante, ma da un improvviso e incontenibile impulso creativo proveniente dalla materialità del legno che gli suggerisce, in quel magico momento di ascolto, come interpretare il soggetto e liberarlo dalla materia che lo contiene.

Nel corso del nostro incontro Angelo continua a stupirmi, con rinnovata e sincera ammirazione, mostrandomi una sua foto da adolescente mentre interpreta Charlot in uno spettacolo al centro anziani del suo paese. Un sorprendente poliedrico artista! I bellissimi lavori di Angelo, dei quali pubblichiamo alcune foto, si possono ammirare al Ristorante Lo Spiedo a Laceno – già culla della gastronomia locale – in un ampio spazio dedicato alla cultura della montagna e agli oggetti ricordo della tradizione popolare.

                                                                                                       

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