Ghost Hotel: L’altra faccia del Laceno
18.05.2015, Articolo di Federico Lenzi (da Fuori dalla Rete – Maggio 2015, Anno IX, n.3)
Diversi mesi fa è stato pubblicato su Youtube il corto “Ghost-Hotel” di Martin Di Lucia (che trovate in fondo all’articolo), regista del recente mediometraggio irpino “Junction”. Essenzialmente si tratta di uno dei suoi lavori più maturi, riassumibile in tre parole: essenziale, diretto e professionale. Ragion per cui è passato per lo più inosservato in una società sempre più distratta dall’essenza delle cose.
Il tema di questo corto scorre in vari clip sulle note di una cupa melodia thriller. Una tipica atmosfera horror caratterizza quest’opera. Protagonista indiscusso è l’hotel “4Camini” a 1100metri sull’altopiano Laceno, o meglio quel che ne resta, nei cui immensi spazi abbandonati il regista va perdendosi.
La videocamera entra nel cuore di questo gigante di cemento armato e si avventura per i corridoi rimasti in un’atmosfera surreale, tra la vita e l’abbandono… tra il civile e il selvaggio. Mostra i segni del vandalismo con le ceramiche dei bagni sfondate e qualsivoglia arredo divelto. Inquietante, quasi simbolica, la coperta rimasta sul passamano di un pianerottolo delle scale. La precarietà incontra la calma e la staticità. Il silenzio profondo viene a convivere con il crepitio dell’acqua e dei calcinacci che vengono lentamente giù. Sembra vivere in sé stesso questo colosso di cemento nel cuore di una delle più belle località turistiche della Campania. Le immagini scorrono sui cubetti di carbone di quello che fu il legno della struttura, incontrano porte distrutte, vetri sfondati, stanze dirute, muffa e muschio. Raccontano alcuni dei misteri del “4Camini”. L’elemento più spettrale della struttura è dato da quelle scale fatiscenti che salgono su per metri e metri verso l’oscurità, quasi perdendosi in se stesse. Una vena di malinconia attraversa quei minuti, nostalgica è la scena della piscina: una palude verdastra che sbuca dal cemento. La scena esce poi da questo piccolo mondo abbandonato, e mostra la struttura tra gli alberi. Annessi al “4Camini” c’erano anche campi di calcio e basket ancora visibili nei loro lineamenti essenziali.
Il mercato del lavoro locale non offre figure con le competenze turistiche e manageriali di cui le strutture avrebbero realmente bisogno per crescere o almeno per stare davvero sul mercato turistico nazionale. Il riferimento è a figure che creino, promuovano e sappiano gestire un polo turistico. Si tratta di competenze che si vengono a formare unicamente con studi specifici e con esperienze in altre realtà. Eppure, i giovani locali non trovando il clima adatto per questo tipo di carriere sempre più spesso imboccano le vie dell’emigrazione. Ci sono varie università campane che hanno corsi concernenti il turismo e il management turistico, eppure sono le università straniere a venire a studiare la nostra terra.
Sciolta la neve il turismo diviene sporadico e occasionale. Stanno nascendo nuovi sport e nuovi modi di vivere la montagna, ma l’Irpina è lontana anni luce da tutto questo. A causa del surriscaldamento globale le giornate d’innevamento stanno diminuendo: da quando sono state costruite le piste da sci le temperature medie sono aumentate di due gradi nel mondo. Il bisogno di diversificare l’offerta turistica e l’utilizzo delle seggiovie in assenza di neve per altri sport è impellente. Sulle montagne irpine si potrebbe reagire a queste sfide con una Green Economy, ma per molti questo significa un ritorno al passato e non l’uso della tecnologia per uno sviluppo sostenibile. Mentre si parla di petrolio è ormai ufficiale che in regione Campania sono stati bruciati i finanziamenti per le nuove seggiovie del Laceno e che un altro pezzo d’Irpinia sta per essere distrutto da un “Palazzo Santa Lucia” sempre più lontano dalle nostre montagne.
La vita in questa periferia della periferia dell’Europa, per di più in una zona interna ostile all’uomo, si fa sempre più difficile. Ora più che mai abbiamo bisogno di scelte coraggiose e di capitale umano, di capitani di ventura che cavalchino i rotocalchi non ce ne facciamo nulla. Eppure, nei dibattiti in vista delle Regionali 2015 la questione Laceno e del conseguente sviluppo turistico delle aree interne della Campania latita. La frazione del comune di Bagnoli Irpino è un patrimonio della provincia e dell’intera regione. La politica e la cittadinanza tutta, non possono dimenticarsi di quest’angolo d’irpinia una volta tolti gli sci e imboccata l’Ofantina. Laciar morire il turismo quassù, nel “Parco Regionale dei Monti Picentini” significa lasciar morire una grande opportunità per questa terra. Laceno, località turistica per eccellenza dell’Irpinia, sta perdendo la sfida della globalizzazione e della digitalizzazione. Una terra che non sa cambiare in un mondo in transizione è destinata a morire. Adattarsi alle sfide del presente vuol dire non perdere la possibilità di vivere la nostra terra! Di questo passo l’unico modello di sviluppo per questa terra sarà quello del “4Camini”…
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RINASCITA DELL’HOTEL 4CAMINI: SPERANZA DI TANTI BAGNOLESI ….