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Aspettando Godot

15.05.2015, Articolo di Alejandro Di Giovanni (da Fuori dalla Rete – Maggio 2015, Anno IX, n.3)

Certo, avrei preferito arrivasse Godot, ma gli anni passano e sempre lo stesso albero indefesso e solitario rimane a farci compagnia sulla strada. Il suo silenzio sussurra l’assenza di Godot, l’orizzonte però scruto spesso, più per abitudine che per speranza oramai. Non arriverà, la frettolosa giovinezza che incede a grandi passi rende sempre più sfocata la visuale del mio fanatico attenderlo. Si ha sempre la sensazione di aspettare qualcuno o qualcosa, di una perpetua attesa continuamente disattesa. A vent’anni avevamo gli occhi sgranati, a trenta le palpebre si sono già arrese alla larga apertura.

Godot è la donna ideale mai apparsa sulla strada, è l’amico desiderato mai incontrato, è l’occasione mai sorta, è la società giusta mai intravista, è il mondo perfetto mai apparso. E’ un ideale bramato ma mai rincorso, lo si attendeva fatalmente a braccia conserte all’ombra del rinsecchito albero in compagnia di qualcuno che, a distanza di tempo, nemmeno più riusciamo a rammentare. Godot scivola via col tempo scandito dalle foglie disperse del nostro legnoso compagno di strada, il suo puntuale rifiorire invade il tratto di rinnovati e già noti palliativi. L’ attesa, consumata con doviziosa indolenza, ridimensiona le iniziali aspettative, così ad un certo punto speriamo di scorgere qualsiasi cosa, non necessariamente Godot.

Ci accontentiamo di finti o pseudo Godot, di qualsiasi cosa possa rassomigliargli, e più in là quel concetto ideale sarà sempre più sovvertito dalla rassegnazione della prolungata attesa. Rivendicavamo il diritto di riceverlo, ma non abbiamo nemmeno provato ad incamminarci per andargli incontro. Un popolo perennemente in attesa di un cambiamento e di un sano rinnovamento invecchierà accettando tutto ciò che gli si presenterà davanti: moglie, amici, lavoro, paese, politica, società, vita. Alla stregua del nostro albero, non si dovrebbe radicare in balia del vento e degli eventi, vivere di sola pioggia e di luce o buio, piuttosto recidere radici e improbabili e illusorie grazie divine dal cielo calate. Godot nemmeno esiste, è un’ idea perfetta e per questo irrealizzabile, allora alziamoci e sporchiamoci le scarpe e cominciamo a sudare, Dio non c’è e nemmeno si farà vedere, noi siamo qui e tutto quello che giungerà sulla strada lo farà per merito o demerito nostro.

Certo, chiudendo gli occhi, trascinati da brezze di stagioni consolatorie risuonanti tra le fronde del nostro vecchio amico arbusto, avremo la sensazione di udire dei passi procedere, allora apriremo gli occhi come i ventenni che eravamo, con la stessa smania di allora di rivedere Godot. Saranno questi gli attimi più intensi e piacevoli dell’intera nostra strada vissuta, dureranno il lasso di una folata, il tempo che basta per capire che, ancora una volta, siamo soli con un albero che ci sussurra. Sarà bellissimo, ma durerà sempre troppo poco.

La vita è una strada e la nostra sola coscienza ramificata. L’ inutilità dell’ attesa, così perniciosa e inconcludente, ci donerà allora effimere gioie incommensurabili, un fuoco ardente che verrà dilapidato dal tempo fino a ridursi in una fioca e timida fiammella, guai però a farla spegnere del tutto e a rimuovere Godot. Un uomo, ad un certo punto, deve alzarsi e andare incontro alle tanto attese ragioni che gli appartengono, prendere in mano il proprio destino, almeno provarci. L’ illusione del ventenne, ahimè, conduce dritta e spedita alla disillusione del trentenne, inevitabilmente ridimensiona tutto e tutti.

Non raggiungeremo Godot probabilmente… E poi chissà, magari sarebbe arrivato e sarebbe stato anche deludente. Però anche io, per essere del tutto sincero, dirò che avrei preferito arrivasse Godot.

                                                                                                       

2 Commenti »

  • bamico scrive:

    Segnalo, agli appassionati del tema trattato, di
    ascoltare : “Aspettando Godot” del prof. Claudio Lolli.

  • Alejandro scrive:

    “Però anche io, per essere del tutto sincero, dirò che avrei preferito arrivasse Godot” è un chiaro riferimento, nonché omaggio, al professore Lolli.

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