Nel 1954 giovani bagnolesi partivano per terre lontane
22.03.2015, La nota di Giovanni Labbiento
Era l’inizio degli anni cinquanta: la prima decade dopo la fine della seconda Guerra mondiale. Nell’Italia del Sud tutta una generazione di giovani singoli o freschi sposati partivano da soli per terre lontane (America del Sud in gran parte) in cerca di lavoro, in cerca di fortuna. Altri con famiglie intere.
Il Venezuela (“la Zzuèla” come era conosciuta in dialetto bagnolese) era una delle destinazioni. I giovani partivano a gruppi e i giovani sposati lasciavano moglie per anni interi (rendendole de facto vedove: le cosiddette vedove bianche!) e figli per anni interi in cerca di pane da mettere sul tavolo (alcuni, peró, dimenticando il passato, fondarono nuove famiglie in quelle zone e non fecero piú ritorno).
La maggioranza restó fedele e ritornava ogni tre o quattro anni in visita, portando bolivares venezuelani o dollari americani da investire nel paese, altri ritornavano nel nuovo pease adottivo con il resto delle famiglie.
Mio padre col cognato Michelu r’ Muscédda, fu uno di quei giovani che raggiunse il cognato Giuseppe Frasca (lu Gnuntu) che loro fece atto di richiamo. Altri cognate seguirono poco dopo: Antonio Nigro, detto Beccu, e Mario Nigro (Marionu).
Questa foto ritrae il gruppo di 15 paesani (era famosa l’immagine che restó nell’immaginario popolare: 15 casce so’ partute a p’ la Zzuèla!) che s’imbarcarono il 16 – 12 1954 a Napoli sul Castel Verde con destinazione La Guaira (porto di Caracas, Venezuela).
La seconda foto è un estratto dal diario lasciato da mio padre con una frase commovente: … il giorno di Natale lo passammo nell’Oceano Atlantico FU BELLO E QUELLA NOTTE O BEVUTO LA I (prima) COCA COLA …
IL DIARIO
LE FOTO
Ringrazio il sig. Giovanni Labbiento (carissimo amico di mio zio, maestro Donato Gatta, e anche della mia famiglia), per l’interessante documento. Veramente una bellissima pagina “storica” che ha fatto rivivere un periodo di Bagnoli mai dimenticato. Bellissime le foto allegate, nelle quali si riconoscono tanti nostri “paesani”, con alcuni dei quali ero legato da profonda amicizia. Sono sicuro che molti bagnolesi rivivranno, con un po’ di nostalgia, una pagina importante della storia bagnolese.
Grazie sig. Giovanni