L’ imprevedibile virtù della matita
07.03.2015, Articolo di Alejandro Di Giovanni (da Fuori dalla Rete – Marzo 2015, Anno IX, n.2)
Vignettisti, scribacchini ed elettori.
Quel pomeriggio avrebbe segnato per sempre il futuro del nostro ridente paesino. Le matite, passate con così tale leggerezza e incuranza decretavano, ad ogni segno di preferenza sul simbolo di quella sconclusionata e stonata lista numero 2, come armi letali dagli effetti devastanti, un colpo fatale per le sorti della comunità e del suo avvenire.
Una matita può fare tanto, l’inimmaginabile, può fare più danni di una palla di cannone, ma può parimenti essere uno strumento di presa di coscienza e di trasmissione di significati profondi, o di ironia e satira tanto salutari per una moderna, sana e brillante democrazia. Le matite di Charlie Hebdo, imperniate di libertà e progressismo, hanno contribuito a tracciare le linee e i contorni di una modernità svincolata dagli atavici precetti ideologici e religiosi.
Nel nostro tempo, io credo si possa e si debba prendere poco sul serio tutto ciò che l’umanità ha partorito, partendo proprio dai suoi pilastri portanti. Se le dottrine ereditate ci hanno portato fin qui, consegnandoci un mondo in guerra con se stesso e dilaniato da sproporzionate diseguaglianze e atroci disumanità, io credo che abbiamo il dovere di reinventare tutto il portato di saperi, o quantomeno di saperli rileggere in maniera differente.
Le matite dei vignettisti, caricate dai soli temperini, infliggono colpi su ritagli di carta tanto leggeri quanto poderosi, macchiando di grafite le nostre ottuse e vetuste tramandate convinzioni. La società abitata ci determina, ci inculca ciò che ritiene sia sensato essere recepito, tracciando una linea immaginaria netta tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Il fondamentalismo islamico ha determinato una formazione di fanatismo estremo che una persona cresciuta in quel contesto difficilmente potrà rinnegare, l’occidente ha formato invece le persone col mito e il vezzo del materialismo estremo e di un’ opulenza disumana che ha generato egoismo, ingordigia e protervia difficilmente ripudiabili. I mondi si scontrano non perché uno dei due sia sbagliato, ma perché è tutto il mondo ad essere sbagliato e malato. Una matita ferisce solo l’integralista, e non è colpa certo della pungente grafite se esistono ancora integralisti mussulmani o cattolici, o integralisti di qualsiasi altro ismo politico, essi sono semplicemente fuori dal tempo, ancorati solo ad uno spazio vecchio quanto il mondo.
La mia matita, sferzante e incontrollata, passa sui fogli e testimonia la mia assoluta libertà, svincolata da qualsiasi incombente gomma per cancellare, incurante dei dogmi, dei poteri e delle sue reazioni, mossa solo da un pensiero libero e privo di remore. La mia matita libera vale più dei vostri molteplici interessi politici e dei beni che partoriranno, essa è inestimabile nel suo valore proprio perché libera, ha la facoltà di colpire potenzialmente tutti con tocchi pungenti a seguito d’ una scrupolosa temperata.
In quel pomeriggio di un giorno da cani, ad ogni passaggio di matita riportato sulla funesta lista avversaria, il paese regrediva sotto i colpi ben assestati di queste matite non troppo libere, pressate, guidate e abbindolate da bizzarri e sedicenti politici di paese. Una matita allora può scegliere “Per una nuova fine”, purché libera e svincolata da ogni abbaglio o interesse, può scegliere di perdere finanziamenti e opportunità, purché consapevole e soprattutto responsabile delle conseguenze, proprio come la matita di Charlie Hebdo o la mia.
Le vostre matite oggi devono rispondere della situazione venutasi a creare a Bagnoli Irpino, prima di Filippo Nigro, prima di Maria Vivolo o di altri. Ognuno le usi come meglio crede, ma nessuna gomma potrà oramai cancellare quei passaggi e queste prevedibili conseguenze. Quel pomeriggio di un giorno da cani, seduto su uno scalino a Largo San Rocco, mentre un popolo ignaro ululava di gioia, meditavo sull’imprevedibile virtù della matita…