Buonanotte Bagnoli
02.03.2015, L’ editoriale di Federico Lenzi (da Fuori dalla Rete – Marzo 2015, Anno IX, n.2)
La mafia siamo noi e nessuno si senta escluso. La mafia è l’assenza di legalità e di onestà nel cittadino. Non è nient’altro che l’espletamento del suo vincere quotidianamente nella nostra società. La mafia è l’omertà e tutto ciò di malvagio che con essa va maturando. La mafia è abusare di potere, il delirio di onnipotenza del borghese frustato e le oculate dietrologie che questo clima va generando. Nella patrona parte la mafia, nella tradizione che è cosa loro di chi da generazioni ha il monopolio delle celebrazioni e nell’offerta economica che fa un baffo alla devozione nella selezione dei portatori. Tutto ciò si regge sul singolo che nel suo piccolo lo permette e inconsciamente lo pratica: in questo mondo la colpa è di tutti e di nessuno nel medesimo istante.
Ci comunicano che va ora in onda l’ultimo show, l’intera stampa provinciale si accalca per avere l’ultima miseria umana sulla prima pagina del giorno successivo. Va in scena l’ultimo atto, quello in cui si consuma l’agonia e la morte dell’intera politica bagnolese. Già, in questi ultimi gemiti non ci son né vincitori e né vinti, a perderci è un intero paese che non ha saputo crearsi una classe dirigente. E’ inutile ormai battersi il petto e strapparsi i capelli, non chiedete lo scalpo dei colpevoli da mostrare alla pubblica piazza: perché servirebbe una decapitazione di massa. Non esiste un capro espiatorio su cui scaricare tutti vostri risentimenti. A parlare son bravi tutti in fin dei conti.
Sulla piazza si aggirano ormai solo i fantasmi degli eroi del passato, ma in fondo lo sapevamo che non era l’abito a fare il monaco. La cruda realtà è che non esiste un solo partito, i cosiddetti politici urlano nel deserto dell’indifferenza.
La politica vede la luce dalle idee e dai valori da cui è composta e permeata, essi nascono necessariamente da un sostrato culturale. Ma qual è quest’humus culturale da cui dovrebbe originarsi la classe politica bagnolese?
Sinceramente non esiste cultura a Bagnoli Irpino, non esiste una linea di pensiero e un sano dibattito da cui possa svilupparsi. L’unica fonte d’informazione è questo giornalino con l’annesso sito, ma ciò che crea fermento nello stagno in cui viviamo è il mero gossip e i battibecchi personali. Non è la notizia, la problematica in se a creare dibattito, a creare un processo democratico di confronto; ma l’offesa all’altro, l’attacco personale. Si tratta di una risorsa non valorizzata e si suscita l’interesse di pochi; se invece tizio attacca caio abbiamo il boom di visualizzazioni. La nostra piazza più che a un’agora greca assomiglia a un becero mercato di provincia dell’età tardo imperiale. Servirebbe meritocrazia nella politica, ma in verità i cacciatori di teste dei circoli locali hanno ben poco: chiunque riesca è già scappato via da quest’anticamera dell’inferno. Ci sarà pur un motivo se chiunque può cerca di andare via con ogni mezzo da questo posto?
Oggi sono tutti profeti col senno di poi, sono tutti i salvatori della patria all’ultimo secondo. Basta solamente trovare un capro espiatorio da sacrificare dinanzi alla pubblica opinione e poi riprendere daccapo il gioco come se nulla fosse stato. Non prendiamoci in giro, Bagnoli non ha un ossatura politica fortemente presente e radicata sul territorio. Ha solo chiacchiericcio, ma si sa che le chiacchiere se le porta via il vento. Manca il coinvolgimento attivo dell’intera popolazione nella vita politica e manca la figura di un leader. Non abbiamo una figura carismatica che abbia una vera linea politica e che riesca a raccogliere consenso e ad unire il paese. Mancano intellettuali in grado di tracciare una linea politica duratura da perseguire, tutti i programmi e le liste sono fragili perché escono fuori dal nulla all’ultimo secondo.
Nessuno tra il popolo ha il coraggio o molto spesso l’interesse di pronunciarsi in un vero confronto, poi quando arriva lo scandalo ci s’indigna e ci si dissocia. La colpa invece è in primis del cittadino, la colpa è totalmente dei bagnolesi che tacitamente sostengono l’ordine vigente nel loro menefreghismo. Parliamoci chiaro il principale problema allo sviluppo del Laceno è il popolo bagnolese in se. Un ostacolo insormontabile fatto di pregiudizi, ignoranza, trame, cospirazioni, invidia e sete di potere. In questo frangente storico Bagnoli rispecchia in piccolo il macrosistema nazionale: la repubblica è una cosa bellissima, ma non è facile essere cittadini ci sono dei diritti e anche dei doveri a cui adempiere per far funzionare la macchina. Chiunque al lavoro e nella vita se non fa il suo dovere danneggia la società.
Qui, invece, ognuno è un esperto di fama mondiale nel giudicare l’operato dell’altro e che non sia mai violata la regola d’oro: lodare dinanzi ed infangare alle spalle. Quello di Bagnoli è un popolo alquanto predisposto ad angolazioni rette verso chi conta, ma si tiene sempre pronto a voltare le spalle appena cambi la direzione del vento e soprattutto, basta dargli una mano che si prende tutto il braccio. E’ il sistema del sopruso e del più forte che domina ogni singola sfaccettatura di questo paese. Alla fine è sempre lo stesso il gotha intorno a cui ruota la vita di questo paese, da qualsiasi angolazione lo si voglia guardare. Cambiano i volti, ma non le menti. Abbiamo dato via la libertà d’espressione per la libertà di spettegolare.
La componente più piccola del paese Davide contro golia, con l’ennesimo sassolino ha scoperchiato il vaso di pandora. Da un giorno all’altro la farsa, la calma apparente in cui ribollivano da tempo rancori e misfatti di questo paese si è dileguata. Eppure, nessuno fiatava perché lo status quo conveniva a tutti. Tutti stavano zitti in attesa di fregare il compagno, di ottenere qualcosa in più, magari la possibilità di arricchirsi alle spalle dell’altro. E’ in questo sistema così fragile, anonimo e avvelenato che l’unione viene ad essere una semplice farsa che va in frantumi al primo scoglio. E’ questo il groviglio di particolari e di egocentrismo che risucchia e annega al suo interno ogni speranza e ogni grande progetto di questo paese. Mi avevano chiesto perché non scrivevo sul tema da tempo, perché già avevo capito l’andazzo della situazione. Non c’era volontà, tralasciando la politica tutta, nel paese in generale: non c’era entusiasmo e voglia di sognare in grande un futuro migliore! La tempesta era dietro l’angolo e tutti tacevano, tutti aspettavano che fosse l’altro a fare il primo passo per non compromettersi. Se non ci s’impegna nel piccolo, si può mai aspettare sempre un aiuto esterno? Diciamoci la verità qui nessuno ha voglia di far niente.
Quindi, spiegatemi a che cavolo serve uscire fuori adesso a giochi chiusi per stracciarsi le vesti? Ormai al possibile fallimento delle attività dei singoli, ha fatto già da preludio il fallimento del paese nel senso pieno della parola.
Da sempre in questa comunità ci sono due poli politici, tra essi si muove a seconda del contesto storico-economico una massa liquida. Questa a volte invece di andare verso uno dei due poli, si orienta verso il qualunquismo e il conseguente astensionismo. Ora che questo sistema viene ad essere fragile, non esiste una mediazione tra gli interessi delle tre lobby del Laceno e ovviamente nulla è possibile. Anzi questo frangente porta all’emergere di tanti altri piccoli poteri, generando diffusi focolai d’anarchia.
Al momento è partito il grande gioco, il paese è un grande porto dove si assistono a sconcertanti performance di scaricabarile generale. Dai, diciamo la verità e facciamola finita: la colpa è degli ambulanti stranieri! Con che faccia tutta questa compagnia teatrale si presenterà alle prossime elezioni? Insomma nulla di eclatante si continua a vivere nello status quo, di rimpianti per il passato che fu e di piccole emerite cavolate che attraggono l’attenzione e le energie del bagnolese medio: recita, gossip, sondaggio, sagra… Cara Bagnoli hai dormito finora, torna a letto tranquilla non è successo nulla in fondo… Buonanotte!