Giornata della Memoria: Bagnoli si riscopre ebraica
26.01.2015, La ricorrenza
Storia locale e testimonianze per riscoprire la diaspora e il territorio commemorando l’olocausto.
In occasione delle celebrazioni per la Giornata della memoria, nel comune di Bagnoli irpino (AV), l’Istituto d’istruzione superiore Rinaldo D’Aquino organizzerà una manifestazione per commemorare le vittime dell’olocausto e far conoscere l’unica Giudecca d’Irpinia, seconda solo a quella di Venezia per importanza.
La manifestazione si aprirà il 27 gennaio presso l’Aula magna dell’ITIS locale con la conferenza “La Giudecca dalle origini ad oggi”. L’evento è stato curato dagli alunni delle classi quarte e quinte dell’ITIS, grazie a mesi di documentazione sulla storia e sugli influssi culturali giudaici del paese. Interverranno al convegno: Michelino Nigro, storico locale; Giulio Tammaro, presidente dell’Associazione Socio-Culturale Palazzo Tenta 39, da anni impegnata nelle ricerche e nella valorizzazione del quartiere ebraico; Tobia Chieffo, presidente dell’Associazione Culturale Bagnoli è Amore che ha allestito la mostra fotografica sul colonnello Vincenzo Cione, eroe bagnolese della Shoa, trucidato dai tedeschi nel 1943 per essersi rifiutato di consegnare gli ebrei del campo di Lucca e dimenticato dai libri di storia verrà tributata la meritata commemorazione. Infine, le classi prime e seconde dell’Istituto superiore di primo grado Michele Lenzi proporranno la lettura di alcune poesie.
La due giorni prosegue il 29 gennaio al Cinema comunale con Miriam Rebhun autrice del libro “Ho inciampato e non mi sono fatta male”. L’influente esponente della comunità ebraica napoletana racconterà la sua storia di testimone di seconda generazione: la memoria avuta dal ricordo dei genitori, il difficile rientro nella terra promessa, il ritorno in Italia e il viaggio alla riscoperta delle sue origini. Origini ebraiche riscoperte dalla comunità bagnolese, attraverso le nuove generazioni, grazie a questa manifestazione. Seguirà una piece teatrale tra ricordi, urla, silenzi e parole di donne deportate dal titolo “Racconta” a cura di Francesca Gatto. Dopo il successo al teatro “Vittoria” di Roma nel 2009, lo spettacolo, che ripercorre le storie e le paure delle donne ebraiche nel corso della shoah, continua il suo tour nelle scuole italiane facendo tappa al cinema di Bagnoli Irpino.
Centro dell’iniziativa è il quartiere ebraico medievale, chiamato dagli abitanti del posto “iureca” e realizzato presso la collina “Lafelia” sui resti di un precedente insediamento longobardo. Tra le viuzze a misura d’uomo, affossate tra le spettrali case in breccia locale, il tempo sembra essersi fermato e splendidi squarci si aprono sul paese sottostante, tra gatti e piccioni che ancora popolano la collina. Una iniziativa sentita e radicata sul territorio, per esaltare i lati dimenticati della sua storia e tradizioni e dare voce a chi dovrà tramandare ciò che fu ed impedire che si verifichi di nuovo.
Il progetto, ideato e curato dal Raffaele Ficetola, docente di storia, ha visto gli studenti tornare con entusiasmo tra le vie del quartiere ebraico per ricordare che Bagnoli è il paese irpino che conserva ancora le tracce di una forte e radicata presenza ebraica. Insomma, nel paese del Laceno e del tartufo quest’anno non andrà in scena la solita Shoah!
Email shoahbagnoli@libero.it
Riferimenti Prof Raffaele Ficetola 3381827488, Alunna Cinzia Frasca 3283318900
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LE FOTO
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LA LOCANDINA
IL PROGRAMMA
Riportiamo alcuni commenti all’articolo tratti da facebook:
Giovanni Corso: Iniziativa molto interessante. È possibile leggere documenti storici e certificati sulla presenza reale di una popolazione ebraica nella Giudecca o è solo frutto di una leggenda popolare magari associata a una storpiatura del nome ‘Giudecca’?
Alfonso Trillo: Non è facile trovare documentazione sulla presenza ebraica. Considerare la giudecca un quartiere ebraico fin dalle sue origini, credo sia una forzatura storica. Bisognerebbe fare un’indagine archivistica. La cosa più probabile, tuttavia, sempre che le informazioni in mio possesso siano affidabili, è che qualche ebreo sia arrivato in questi posti su invito delle autorità aragonesi. Ripeto: si tratta di ipotesi da verificare in sede di indagini archivistiche.
Giovanni Corso: Se non ci sono reali riscontri storici, non capisco il significato di questa manifestazione, sembrerebbe una forzatura, perdonatemi: una faziosita’. Tuttavia, se documenti storici rigorosi dimostrano la reale presenza di un quartiere ebraico a Bagnoli, ben venga la manifestazione.
Alfonso Trillo: Allo stato delle cose, riscontri certi non ce ne sono. Lo dico con cognizione di causa. Ovviamente, per riscontri certi si intende presenza di fonti d’archivio e documentali. È un difetto della storiografia nostrana trasformare ipotesi on certezze.
Alfonso Trillo: Mio malgrado, qualche tempo fa sono stato coinvolto in una inutile querelle sulle origini del castello. Hai voglia di dire “senza fonti non si va da nessuna parte” e continuare a citare documenti con la loro precisa localizzazione….
Alfonso Trillo: Quindi…..
Giovanni Corso: Grazie Alfonso. E allora la mia domanda è questa: senza un riscontro storico-scientifico qual è il senso di questa manifestazione?
Alfonso Trillo: Infatti! Io avrei proceduto in questo modo: in occasione delle giornata della memoria, inagurare un’indagine storica precisa sui legami della nostra piccola comunità e la cultura ebraica. A meno che non abbiano davvero trovato documenti d’archivio e li abbiano studiati, cosa a dir poco complessa vista la difficoltà materiale per l’accesso agli archivi, vista la dispersione di molti documenti dell’archivio di stato di napoli e, infine, la professionalità indispensabile nel decifrare la scrittura dei documenti antichi.
Federico Lenzi: la manifestazione è organizzata dai ragazzi dell`itis, ma in quanto a ricerche archivistiche non hanno accettato l`invito a procedere…. la presenza degli ebrei a Bagnoli è riportata dal Regio Decreto Del Regno Angioino del 30/04/1324 dove la contessa De Sus accusa Bagnoli di ospitare ebrei, lo storico Giannone in “Storia civica del regno di Napoli” sostiene che nel regno di Napoli i quartieri denominati Giudecca erano adibiti ad ospitare gli ebrei e infine il poeta Giulio Acciano in una sua poesia nel capitolo rivolto a Gregorio Messerio nel verso 24 si riferisce alla presenza ebraica a Bagnoli… ci sarebbe da svolgere una ricerca all`anagrafe e negli archivi parrocchiali per tentare di ricostruire qualche albero genealogico o bisogna intervistare i vari anziani che qualcosa hanno saputo dalla tradizione orale che si sta perdendo
Giovanni Corso: Grazie Federico
Federico Lenzi: di nulla, se partecipiamo è nostro dovere fornire chiarimenti… spero che quando avrò più tempo libero potrò dedicarmi a raccogliere queste informazioni dagli anziani e vedere i registri parrocchiali… altrimenti qui sono tutti professori, ma nessuno si degna di fare una ricerca seria e documentata
Mimmo Nigro: Bel confronto …. Di interesse per questo argomento le pagine 112-113 (con relative note a pagina 122 e 123) del libro scritto da Alfonso Sanduzzi.
Alfonso Trillo: Su queste cose bisogna essere precisi. E’ fondamentale contestualizzare i documenti e capirne il tenore. Sanduzzi avanza una serie di ipotesi legittime sulla presenza degli ebrei a Bagnoli. Ma attenzione, si tratta di ipotesi. Il discorso di Sanduzzi è di tipo deduttivo: poiché la De Sus accusa i bagnolesi di nascondere gente ebraica bandita dal regno, io avanzo l’ipotesi che una comunità ebraica doveva essere stata impiantata nel territorio bagnolese, o, almeno, posso rintracciare una pista di indagine utile al disvelamento della presenza ebraica a Bagnoli. Secondo lo storico nostrano, questa tesi sarebbe suffragata dalla floridezza delle attività economiche del posto e dall’esistenza di un rione chiamato Giudecca. La domanda che uno storico dovrebbe farsi è: sono sufficienti queste informazioni per affermare che a Bagnoli esisteva una comunità ebraica? Per Sanduzzi evidentemente lo sono. La sua posizione è legittima ma non assolutamente condivisibile. Quando la De Sus accusa i Bagnolesi di nascondere ebrei all’interno della sua comunità, mira a squalificare i propri sudditi moralmente al fine di piegarli ad accettare un tributo non previsto dagli statuti dell’Università, poiché, al tempo, gli ebrei non erano affatto accettati. La De Sus avrebbe potuto semplicemente avanzare un’accusa infamante per raggiungere i suoi scopi. La stessa argomentazione potrebbe essere utilizzata per spiegare le parole di Giulio Acciano: dare dell’ebreo a qualcuno al tempo rappresentava una delle peggiori offese e Acciano era, come tutti sanno, un poeta satirico, un po’ come dare del Marrano nella Spagna cinquecentesca. Tutto questo per dire che non sono informazioni sufficiente per dimostrare la presenza di una comunità ebraica a Bagnoli. Al massimo, potrebbero essere utilizzate come stimolo ad una ricerca storica.