“Laceno bello naturale” ci racconta l’avifauna dell’Altopiano
15.01.2015, L’intervista di Federico Lenzi (da Fuori dalla Rete – Gennaio 2015, Anno IX, n.1)
In continuità con le conferenze sulla montagna organizzate nel mese scorso, vi proponiamo un’intervista ad Incoronata Vivolo admin della pagina Facebook : “Laceno bello Naturale“. Pagina nata nel 2013 per promuovere la conoscenza dell’avifauna del Laceno, ma anche della fauna e di foto/documenti storici della località turistica altirpina.
Al momento la pagina conta circa 370 fans che seguono le uscite fotografiche della signora Vivolo. “Laceno bello Naturale” ha pubblicato più volte foto della biodiversità dell’altopiano sul sito “National Geographic Italia” e quest’estate ha partecipato alla mostra fotografica della nostra associazione.
Al momento questa pagina è l’unico presidio permanente di birdwatching a Laceno: una delle aree di osservazioni IWC (international waterbird census) a livello globale. Dopo anni di appostamenti e ricerche è la persona che meglio conosce l’avifauna del Laceno e le sue abitudini.
La biodiversità può essere un grande potenziale turistico della nostra località, quindi ci siamo assunti l’onere di promuoverne la conoscenza.
Com’è nata la passione per questa specifica branca della fotografia?
L’idea di allestire una pagina dedicata alle bellezze naturalistiche dell’altopiano Laceno nasce dall’amore per il mio paese e dalla passione per il mondo alato che contiene in se bellezze invisibili, sfuggenti a molti dei nostri visitatori. Bellezze impropriamente ritenute minori rispetto alle bellezze paesaggistiche di più facile e diretta osservazione, anzi di arricchimento del patrimonio naturalistico che fa di Laceno un luogo di vero incanto, capace di intrattenere il proprio visitatore con la sua autenticità.
La nostra pagina intende, così, comunicare un’idea di bellezza raccontata attraverso le immagini, un disegno che attraverso lo strumento della fotografia traccia un percorso di nuova conoscenza della nostra località. Parlare di bellezza per parlare di qualità del paesaggio di cui gli alati rappresentati fanno parte. Creature meravigliose che forse più dell’uomo sono legate al territorio, che con la loro assenza/presenza ci informano dello stato di salute del nostro ambiente di vita.
Con quale attrezzatura realizza fotografie così dettagliate ad animali selvatici? Oltre all’attrezzatura fotografia serve altro?
Utilizzo una fotocamera reflex e diversi obiettivi, come 170-500mm, 70-200mm, 650-1300mm e un binocolo 105-1000mm per osservare meglio gli spostamenti. Certamente dotarsi di un’adeguata attrezzatura non è sufficiente. È indispensabile una dose consistente di pazienza, poiché sono necessari prolungati appostamenti, ma aggiungerei una quantità di fortuna. A volte capita, di trovarmi al posto giusto e al momento giusto per cattura l’immagine dell’animale; quando da dietro un albero o a un cespuglio vedo spuntare quello che stavo aspettando quel momento diventa davvero magico.
Ci descrive una sua tipica uscita fotografica?
L’alba e il tramonto sono i momenti migliori per le uscite sul campo per cogliere al meglio il comportamento degli uccelli, solitamente più attivi durante queste ore. Scelgo, quale avventura giornaliera all’interno della natura, un’area di osservazione – che può essere un canale fangoso o un corso d’acqua, una zona arbustiva o un pianoro – dove concentrare l’appostamento e porre l’attrezzatura, monitorando di continuo, con il cannocchiale, lo spazio vicino. Da questo momento avvio un tempo di attesa e di ascolto, che può essere in parte intenso ma quasi mai infruttifero. Restando in silenzio nel profumo dell’erba montana, evitando movimenti bruschi, l’attesa, d’improvviso, mi ricompensa con l’avvicinarsi degli uccelli, che a volte sono così tanti da non riuscire a fotografare quanto ho a pochi metri. Con operazioni frenetiche scelgo l’obiettivo giusto, trattengo il respiro, per non spaventare l’animale e consentirgli di comportarsi nel modo più naturale, e attivo una serie di scatti con un’emozione che non si può superare, perché divento un tutt’uno con quello che mi circonda. E’ una sensazione fantastica dove le parole non trovano spazio. Sei spettatore e protagonista di tutte quelle emozioni che solo un animale selvatico libero nel suo ambiente naturale può trasmetterti.
Quante specie ha censito finora? Quale sono le specie interessanti avvistate al Laceno?
Sono state osservate, in due anni circa di attività, in tutte le stagioni e con appostamenti programmati in qualsiasi condizione atmosferica, settantasei specie tra anatidi, ardeidi, accipitridi, passeriformi, falconidi. Specie non tutti nidificanti, per mancanza di un habitat idoneo, come le specie acquatiche; rileviamo la presenza di specie stanziali, come la gazza, la cornacchia grigia, la poiana, il merlo, la ballerina bianca; i nidificanti, come il pettirosso, il codirosso spazzacamino, l’averla piccola, il verzellino, l’upupa, la passera d’italia; le specie di passo come, il combattente, il piro piro culbianco, il piro piro boschereccio, la pavoncella. Non ho ancora registrato particolari specie accidentali, se non la presenza di poche ore, nel 2013, del fagiano comune.
Quali sono i posti migliori per fotografare l’avifauna del Laceno?
L’altopiano Laceno, ma anche l’intera area del Parco, per la ricchezza di specie selvatiche che vi dimorano, rappresenta un luogo ideale per numerose osservazioni: dai cespugli ai boschi limitrofi, dall’area umida alle zone dei terreni coltivati. Ricerca, osservazione, attenzione e, soprattutto, lavoro; sempre nel rispetto degli animali che s’intende osservare. Bisogna studiare le abitudini delle specie, utilizzando anche le guide al riconoscimento di diffusa pubblicazione, ma anche osservandole direttamente nell’ambiente naturale: controllare gli spostamenti, i sentieri di preferenza, le aree di caccia, eventuali posatoi o zone per la pulizia del piumaggio e così via. Insomma, bisogna conoscere bene ogni specie. Solo dopo questo lavoro preliminare si possono fare belle foto. Posso assicurare che se tutto questo si fa con il cuore e con amore verso la natura e verso la specie che si vuole osservare, ogni fotografia racconterà da sola tutta la sua storia.
Gli portiamo i complimenti dell’ Asoim per la sua pagina e le chiediamo se ha mai pensato di espandere il suo progetto?
Molte delle specie presenti sul nostro territorio sono d’interesse comunitario e poiché si può tutelare soltanto ciò che si conosce, da qui l’idea di allestire, nei prossimi mesi in Piazzetta Residenze, uno spazio espositivo permanente dell’avifauna locale, corredato da un opuscolo fotografico illustrativo curato da Laceno Bello Naturale.
Oltre alla pagina è anche una delle ristoratrici del Laceno, crede davvero che possa esserci una svolta in senso naturalistico per l’altopiano? Qual’è il target dei suoi clienti terminata la stagione sciistica?
Bagnoli possiede una naturale predisposizione in campo turistico, accanto alle bellezze storico-monumentali ha un patrimonio naturalistico altrettanto pregevole: Laceno. Anche se non ancora sufficientemente conosciuto nell’aspetto delle risorse faunistiche. Per farlo conoscere occorre informare e educare, comunicare al visitatore forme di utilizzo compatibile con la tutela e il coretto uso delle risorse.
I finanziamenti europei rappresentano un’ottima occasione per predisporre un progetto e realizzare, così, un passo importante nella lotta alla perdita della biodiversità, con la creazione di corridoi ecologici e habitat per le specie selvatiche.
Ci sono tutte le premesse per immaginare di allestire un centro territoriale faunistico a Laceno, coordinato dagli enti preposti, dalle associazioni faunistiche, dalle università, per le esigenze scientifiche, ecologiche e culturali; un centro di recupero dell’avifauna in difficoltà; attività di educazione ambientale e turismo scolastico, anche con il sostegno del campo scuola “Zauli”; pratica del birdwatching con aree attrezzate; tour fotografico dedicato all’esplorazione dei monti picentini; workshop di fotografia naturalistica dedicato alla composizione e alle tecniche di ripresa di avifauna in volo; manutenzione dei sentieri e realizzazione di percorsi ornitologici; corsi per la guida naturalistica.
Gli uccelli hanno tanto raccontare. Conoscerli vuol dire anche proteggerli. Il loro declino è causato, in molti casi, dalla perdita del luogo in cui si alimentano, in cui nidificano. Gli uccelli ci informano, nel linguaggio codificato, anche su ciò che minaccia l’ambiente e la salute dell’uomo.
E’ sempre crescente la richiesta, da parte dei visitatori del Laceno, giovani e meno giovani, di poter fruire della bellezza montana anche in periodi diversi dell’anno. Il contatto diretto con la natura attraverso i programmi escursionistici organizzati nel periodo estivo, sia a piedi sia in mountain bike o a cavallo, riscuotono già da qualche tempo discreto successo. Occorre, forse, un più intenso piano promozionale per favorire il turismo scolastico e sociale. Laceno possiede potenzialità enormi, potrebbero essere la base per lo sviluppo di un ecoturismo poco diffuso nel nostro territorio; un turismo dolce, a basso impatto ambientale.